Grecia: la crisi chiude i giornali
Da poco più di un mese non esce più in edicola lo storico quotidiano Eleftherotypia. Ma non è l’unico. Sono almeno altri 5 i giornali in Grecia ad avere chiuso i battenti o ad aver ridimensionato la struttura, tra questi anche l’autorevole To Vima
Dal 22 dicembre, non esce più in edicola e la sua versione on line non è da allora aggiornata. I suoi 850 dipendenti, di cui un terzo giornalisti, non ricevono lo stipendio da agosto. Parliamo del secondo quotidiano greco (30mila copie giornaliere vendute e 85mila nell’edizione domenicale): Eleftherotypia, secondo per diffusione solo al filogovernativo Ta Nea.
È come se in Italia chiudesse la Repubblica
Ma Eleftherotypia, indipendente anche se vicino alle posizioni del centro sinistra, è molto più, o meglio è stato molto più di un successo fra i lettori: fu il primo quotidiano completamente nuovo ad arrivare nelle edicole elleniche dopo la caduta del regime dei Colonnelli, nel 1975. Il primo ad adottare il formato tabloid. È come, insomma, se in Italia chiudesse la Repubblica. Sì, perché ormai si parla di chiusura definitiva per l’ultima vittima della crisi economica greca: Eleftherotypia, protagonista indiscusso nella storia dell’editoria ellenica degli ultimi 36 anni.
“Soprattutto, siamo stati il giornale che ha offerto il maggior grado di libertà ai propri giornalisti – ci racconta fra l’amareggiato e il nostalgico, Serafeim Fyntanidis, che ha diretto Eleftherotypia per ben 31 anni. Uniche regole: non lodare l’ex re e l’ex dittatura. Per il resto, non abbiamo servito interessi economico-politici, abbiamo controllato l’operato di tutti i governi, sia di centro destra sia di centro sinistra. Un esempio? Abbiamo fatto scoppiare noi lo scandalo Koskotas (il banchiere faccendiere a cui lo scrittore Vassilis Vassilikos ha dedicato K. L’orgia del denaro, che nella sua caduta nel 1989 ha trascinato anche il governo del vecchio socialista Andreas Papandreu, padre dell’ex primo ministro George dimissionario nel novembre 2011, ndr)”.
Alcuni accusarono il quotidiano diretto da Fyntanidis di avere rapporti oscuri e privilegiati con il gruppo t[]istico “17 novembre”, le BR greche, sgominate nel 2003 dopo 30 anni di attentati mortali: perché dopo ogni omicidio o rapina, il gruppo faceva recapitare alla redazione i suoi comunicati. “Ma sapete quale era il motivo?” continua l’ex direttore “all’epoca della loro nascita tutti pensavano che ‘17 novembre’ avesse come mandante la Cia o la Turchia, per creare una strategia della tensione. Allora abbiamo scritto un articolo: ‘E se invece fossero un frutto dei tempi come le BR in Italia?’ Loro ci hanno risposto: ‘Siete gli unici ad avere capito’ .”
Molti in Grecia ora imputano la chiusura di Eleftherotypia non solo ai suoi debiti (50 milioni di euro) e alla crisi del Paese, ma anche agli strali che i suoi editoriali avevano mandato alle ultime misure di austerità del governo. Sia alle ultime fasi del governo socialista di George Papandreu, che ha chiesto per primo l’aiuto internazionale a fronte dell’emergenza economica greca, sia all’attuale governo tecnico guidato da Lukas Papademos.
Stessa sorte di altri giornali
Un prestito di 8 milioni dell’Alpha Bank, con pegno la palazzina dove sorge la sede del giornale e il licenziamento di metà degli 850 dipendenti, sembrava lo sorso autunno aver tamponato la situazione: prestito stornato all’ultimo minuto, alcuni insinuano per intervento dello stesso ex premier Papandreu. “Storie – taglia corto Fyntanidis – un altro prestito di 16 milioni l’avevamo già ottenuto 16 mesi fa dalla Banca del Pireo. Ci hanno chiesto in cambio il business plan: l’attuale editore (Mania Tegopuloy, figlia del fondatore) non l’ha mai fornito. Del resto, negli ultimi due anni siamo il quinto quotidiano a chiudere in Grecia (fra gli altri sono l’autorevole To Vima, che ora esce solo on line e la domenica su carta, e il quotidiano Apoghevmatinì) e due stazioni radio. Siamo un popolo di 11 milioni di abitanti e abbiamo 10 giornali economici: la Germania ne ha solo 3. La nostra lingua è unica al mondo come tradizione culturale, ma parlata e capita da pochi. E ora c’è anche la concorrenza della rete. Non c’era più spazio per tanti giornali. Purtroppo, per i nostri 850 dipendenti (di cui un terzo giornalisti) non pagati da agosto, finisce qui”.
Unica consolazione, come si legge nel blog dei redattori di Eleftherotypia , un megaconcerto il 30 gennaio al parco di Peristeri, sobborgo popolare ateniese, a sostegno della stampa libera e a rischio di chiusura, organizzato dai maggiori artisti greci, fra cui il compositore Thanos Mikrutsikos, ex ministro della Cultura negli anni Novanta.