Grecia, incendi senza fine e traumi collettivi

Dietro i paesaggi carbonizzati delle infuocate estati greche si celano storie umane di perdita e resilienza e cicatrici profonde, sia degli individui che delle comunità. Ogni anno gli incendi boschivi in Grecia mettono a nudo fallimenti sistemici

17/09/2025, Mary Drosopoulos - Atene

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Fumo provocato da incendi boschivi nel cielo sopra Atene (© yiannisscheidt/Shutterstock)

“Se decostruisci la Grecia, alla fine vedrai rimanere un ulivo, una vite e una barca. Ovvero, con tutto questo, la ricostruisci.” – Odysseas Elytis

La frase del premio Nobel Elytis cattura più di un’immagine poetica: evoca una profonda verità culturale e storica. In Grecia, gli incendi boschivi non sono solo disastri ambientali; colpiscono i simboli stessi dell’identità e della continuità. Foreste, uliveti e pascoli sono archivi viventi che custodiscono la memoria di generazioni, e l’ulivo, in particolare, è un emblema centrale fin dall’antichità.

Nel mito, fu Atena a donare il primo ulivo ad Atene, garantendo la prosperità della sua città e simboleggiando saggezza, pace e resilienza. La presenza dell’ulivo negli antichi rituali, nella vita quotidiana e nell’agricoltura collega passato e presente, rendendo la sua distruzione nei moderni incendi non solo una sventura ecologica, ma profondamente culturale. Ricostruire questi paesaggi implica quindi ripristinare sia il territorio sia i fili duraturi del patrimonio e dell’identità che essi incarnano.

Quest’estate, quando gli incendi boschivi hanno nuovamente devastato la Grecia, le immagini erano tristemente familiari: abitanti dei villaggi che si aggrappavano ai resti delle loro vite, contadini che guardavano le loro mandrie perire, residenti che soffocavano nel fumo delle regioni sotto assedio. In sole due settimane, secondo i dati di Copernicus , sono stati consumati oltre 15.700 ettari, che si aggiungono agli sbalorditivi 42.000 ettari persi nel 2024: una cifra di gran lunga superiore alla media dell’ultimo ventennio. 

Trauma personale e collettivo

Per molti greci, questi disastri non sono eventi isolati, ma parte di un ciclo infinito che ha trasformato il tessuto stesso della vita quotidiana. Il trauma è sia personale che collettivo, una cicatrice invisibile che le comunità portano con sé anche molto tempo dopo che il fumo si è diradato. In un paese in cui le foreste sono intrecciate con l’identità locale e i mezzi di sussistenza, la distruzione dei paesaggi sembra significare la cancellazione della memoria stessa.

"Gli incendi che hanno devastato la Grecia negli ultimi anni hanno causato perdite ecologiche e materiali incommensurabili, ma anche un profondo trauma collettivo. Questi traumi collettivi non colpiscono solo coloro che sono stati direttamente colpiti: si inscrivono nella memoria collettiva e alterano il modo in cui la società percepisce se stessa e il suo futuro", spiega a OBCT Nikos Papadopoulos, sociologo e dottorando in psicologia presso l’Università Nazionale e Capodistriana di Atene.

Nelle sue parole riecheggia quello che i ricercatori di tutto il mondo hanno osservato: i disastri lasciano dietro di sé più della semplice distruzione di case e terreni; imprimono ferite psicologiche e sociali durature. Uno studio sugli incendi boschivi del "sabato nero" in Australia del 2009 ha rilevato che i sopravvissuti hanno dovuto affrontare non solo uno stress post-traumatico, ma anche un profondo senso di rottura nell’identità comunitaria (Eriksen & Gill, 2010). Analogamente, una ricerca di Gibbs et al. (2013) ha dimostrato che le reti di solidarietà erano spesso l’unico filo conduttore che teneva unite le comunità devastate dagli incendi.

Negli incendi boschivi di Mati del 2018 in Grecia, dove vicini e volontari hanno fornito un supporto fondamentale nonostante le carenze del governo e dei servizi di emergenza, i sopravvissuti e le famiglie delle vittime sono rimasti uniti nella ricerca di giustizia. I loro sforzi sono culminati in un verdetto del tribunale nel giugno 2025, in cui 10 imputati su 21 sono stati dichiarati colpevoli della negligenza che ha causato la morte e il ferimento di oltre 100 persone. Tuttavia, la sentenza ha suscitato indignazione poiché ai funzionari condannati è stato consentito di pagare multe invece di scontare la pena detentiva, portando a nuove richieste di responsabilità.

Statistiche di perdite, storie di disperazione

I numeri raccontano una storia:

– A Chio sono andati in fiamme quasi 7.000 ettari, devastando raccolti e piccole attività commerciali.

– L’Epiro ha perso oltre 2.600 ettari, con migliaia di animali (pecore, mucche, maiali, pollame) periti tra le fiamme.

– Nell’Attica gli incendi hanno distrutto 8.594 ettari solo lo scorso agosto. In otto anni la regione ha perso il 26% della sua superficie totale e il 37% della sua copertura forestale, secondo EfSyn.

Ma le voci delle persone colpite raccontano un’altra storia. L’anziano morto bruciato nella sua casa di mattoni di fango a Keratea è più di una statistica: incarna una società in cui i più vulnerabili vengono abbandonati.

La tragedia non si limita alle aree rurali. A Patrasso, la terza città più grande della Grecia, gli incendi hanno raggiunto per la prima volta i quartieri urbani. I residenti hanno visto le fiamme avvicinarsi a soli tre chilometri dal centro città: un terrore senza precedenti per migliaia di persone.

OBCT ha parlato con Marina Gavrilaki, Ambasciatrice del Patto UE per il Clima per la Grecia e co-fondatrice della start-up Physisorg, che promuove pratiche sostenibili per comprendere e gestire il cambiamento climatico. Gavrilaki sottolinea l’immenso bilancio ecologico di tali catastrofi e l’inevitabile impatto a lungo termine sul benessere della popolazione: "Oltre il 55% delle aree bruciate si trova all’interno di siti Natura 2000, con conseguente ampia perdita di biodiversità e distruzione su larga scala degli habitat della fauna selvatica in regioni come Evros, Rodi ed Eubea. Si verifica un declino della qualità dell’aria, ma anche della qualità della vita complessiva dei cittadini greci".

Politica, prevenzione e negligenza

Gli esperti avvertono da tempo che il modello antincendio greco è inadeguato. La prevenzione è stata trascurata e le reti elettriche scarsamente manutenute innescano nuovi incendi anno dopo anno. Inoltre, la consapevolezza e l’informazione del pubblico sugli incendi boschivi sono limitate, come sottolineato da Palaiologos Palaiologou, professore associato di Protezione Forestale presso l’Università di Agraria di Atene, in un’intervista del 2024 con OBCT.

La Corte dei conti europea ha recentemente rivelato che la Grecia ha impegnato 837 milioni di euro in misure antincendio, ma l’assorbimento dei fondi UE disponibili rimane "estremamente basso". La relazione dell’organismo di controllo della spesa dell’UE parla di un monitoraggio insufficiente delle modalità di spesa dei fondi europei e di mappe obsolete.

All’inizio di quest’anno le autorità greche avevano presentato il sistema di allerta di emergenza 112 aggiornato, evidenziando l’impegno dello Stato nel migliorare la sicurezza pubblica e la risposta alle crisi. Il sistema rinnovato ora include geolocalizzazione avanzata, videochiamate, avvisi silenziosi per situazioni critiche, funzioni di accessibilità per le persone con disabilità e opzioni di comunicazione offline. Inoltre, una nuova piattaforma informativa fornisce aggiornamenti in tempo reale sulle condizioni meteorologiche, sulla posizione dei veicoli e sulle risorse aeree antincendio, consentendo un coordinamento più rapido tra i servizi di emergenza.

Gli esperti sottolineano che la tutela del paesaggio richiede un cambiamento radicale nelle politiche. In un’intervista con il nostro partner austriaco Der Standard, Johann Goldammer, un ecologo esperto di incendi consultato dai governi di tutto il mondo, sottolinea che gli ingenti investimenti della Grecia nella protezione civile (2,5 miliardi di euro solo quest’anno) si sono rivelati insufficienti. Secondo Goldammer, "quasi tutti i paesi si concentrano sulla lotta agli incendi, e questo è l’approccio sbagliato. Dovrebbero invece cercare di rimodellare i loro paesaggi".

Il recente annuncio della Grecia secondo cui la protezione civile sarà riorganizzata e la riforestazione sarà attuata sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche è in linea con questa prospettiva. Senza un tale cambiamento strategico, sia il patrimonio culturale che le vite umane rimangono a rischio.

La strada da percorrere

Le estati greche sono diventate una stagione di terrore. Ma il trauma collettivo, sostengono gli studiosi, può anche generare resilienza collettiva. Le comunità segnate dagli incendi in Australia e Spagna hanno dimostrato come il dolore condiviso possa mobilitare le reti sociali e l’attivismo di base (Páez et al., 2007).

Come sottolinea Nikos Papadopoulos, la guarigione richiede più della semplice ricostruzione delle infrastrutture: "è essenziale riconoscere questa perdita attraverso memoriali che onorino sia le persone che l’ambiente naturale, rafforzare la solidarietà e agire concretamente per la prevenzione. Trasparenza e responsabilità delle istituzioni sono necessarie per ripristinare la fiducia. Solo allora il trauma collettivo potrà trasformarsi in resilienza, invece di rimanere una ferita aperta che grava sul futuro".

Non è ancora chiaro se la Grecia riuscirà a canalizzare il suo dolore verso le riforme. Ciò che è chiaro è che gli incendi non sono più solo una crisi ambientale, ma una crisi psicologica nazionale.

Kostas Zaiferopoulos (EfSyn, Grecia) e Kim Son Hoang (Der Standard, Austria) hanno contribuito alla realizzazione di questo articolo. 

 

Questo articolo è stato prodotto nell’ambito di PULSE, un’iniziativa europea coordinata da OBCT che promuove le collaborazioni giornalistiche transnazionali.  

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