Grecia in default, anche nello sport

Lo hanno già ribattezzato il grande esodo degli atleti greci, che se ne stanno andando per preparare altrove le Olimpiadi di Rio de Janeiro

23/02/2016, Francesco De Palo -

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(foto XINHUA/SYOGOC-Pool/Wu Wei )

Dai fasti delle Olimpiadi 2004 al default, anche nello sport. Dopo la fuga di cervelli, tocca alla fuga dei muscoli. Dalla Grecia non scappano solo professionisti e imprese ma anche gli sportivi: a pochi mesi dalle Olimpiadi ecco uno squadrone di atleti fare le valige verso Cipro, Balcani e Sud Africa dove allenarsi è più semplice. Con alcuni che hanno addirittura preso un’altra cittadinanza pur di non perdere l’occasione dei Giochi.

Dove fuggono

Lo hanno già ribattezzato il grande esodo degli atleti greci. Perché di esodo si tratta. Il motivo? Nessuno sponsor presente in Grecia, impossibilità – come accadeva in passato – di accedere alla carriera militare o nello stato, quindi nessuna speranza che un’eventuale vittoria possa avere un qualche seguito, anche economico e professionale. E soprattutto l’impossibilità di programmare con continuità un ciclo di allenamenti e di poter usufruire di attrezzature adeguate. Meta più gettonata è la vicina Cipro.

Il 29enne lanciatore di giavellotto John-George Smalios è ora assoldato dalla Svezia mentre dal 2009 l’ostacolista Minas Alozidis ha preso la cittadinanza cipriota. Stessa decisione per il discobolista Kostas Stathelakos che ha partecipato con i colori ciprioti alle Olimpiadi di Londra nel 2012 nel lancio del martello (vanta un record personale di 75 metri e 32). Stathelakos è nato in Fthiotida, nella Grecia centrale, ma è sposato con un’atleta cipriota. Anche il campione di sollevamento pesi Antonis Martasidis è emigrato nell’isola di Afrodite pur essendo attualmente il numero uno in Grecia.

Emigranti

Uno dei talenti più puri dell’atletica ellenica è il già citato Smalios: un metro e 92 di altezza, medaglia d’oro agli europei junior del 2005 a Kaunas, in Lituania, è riuscito ad emigrare in Svezia, in quanto sua madre ha la nazionalità svedese. È stato avvantaggiato dal fatto di essere nato a Stoccolma nel 1987, anche se nel 2008 aveva preso parte con i colori greci alle Olimpiadi di Pechino. Ma nel frattempo la Federazione Ellenica di Atletica Leggera ha rifiutato di dare il nulla osta alla perdita di un così grande talento. E al contempo Smalios non ci stava a restare prigioniero di quel regolamento e per questo è stato fuori dalle gare per due anni. Nel 2013 però è riuscito a prendere la cittadinanza svedese e, dopo un grave infortunio, è tornato alle gare. E a Rio gareggerà con la pettorina svedese.

Il 25enne Chris Chatziangelidis inizia a correre i cento metri con i colori della società sportiva GA Glyfada, nella splendida zona costiera della capitale greca. Lo scorso anno però con la maglia cipriota ha vinto la medaglia d’argento nei 100 metri ai giochi dei piccoli stati di Reykjavik. Un altro nome di peso ad essersene andato è Dimitris Chondrokoukis. Campione del mondo al coperto di salto in alto nel 2012, è stato trovato positivo al controllo anti-doping ed estromesso dalle Olimpiadi di Londra. Ha accusato la Federazione greca di atletica di non averlo supportato in questa disavventura e ha lasciato per questo la Grecia. L’ultimo ad aver scelto la strada dell’emigrazione sportiva è il campione di sollevamento pesi Antonis Martasidis, nato a Kavala: campione europeo Junior con i colori greci, negli anni scorsi è stato il miglior sollevatore di pesi della Grecia. Ma a 24 anni ha deciso di giocare come gli altri colleghi la carta di Cipro.

Strategia

La Federazione greca di atletica, a partire dall’inizio della stagione 2015/16, ha avuto tra le sue fila allenatori che non hanno lesinato sforzi in questo senso: tutti avrebbero voluto evitare il travaso di atleti. Ma l’altra faccia della medaglia si chiama logistica. Degli impianti costruiti in occasione delle Olimpiadi del 2004 resta poca cosa: la maggior parte di quelli ad Atene sono finiti in malora, per via dell’alto costo della manutenzione e della crisi economica che, nel frattempo, ha falcidiato in primis proprio gli stanziamenti governativi allo sport. Di sponsor privati neanche l’ombra, per un trend negativo che sta interessando tutti gli sport, calcio incluso, con molti club di serie A e di serie B impossibilitati finanche ad iscriversi ai campionati.

La spesa per le infrastrutture e l’organizzazione delle Olimpiadi greche del 2004 è stata di 8,5 miliardi di euro, ma il governo dell’epoca sostenne la tesi che gran parte dei lavori avrebbe avuto ricadute nel medio-lungo periodo nel paese, con benefici duraturi anche in altri settori nevralgici come il turismo. Ma a differenza di Sydney, che prevedeva già in sede di costruzione di destinare a eventi futuri il grande Villaggio Olimpico, in Grecia non c’è stata alcuna strategia condivisa e programmata. Oggi le piscine, gli stadi e le infrastrutture adibite a specialità come il canottaggio sono veri e propri monumenti fatiscenti e invasi da rifiuti.

Come osservato da Mark Stewart, docente di Economia, Finanza e Marketing dell’University of Warwick dalle colonne di News.com, le Olimpiadi elleniche non hanno portato benefici turistici nazionali per la Grecia in quanto in quel periodo aumentò il turismo in Italia, a causa di persone in cerca di sole e tranquillità. E che nel 2004 evitarono la Grecia proprio per la concomitanza dei Giochi.

Logistica

Oltre ai pochi centri sportivi rimasti operativi ad Atene e Salonicco, altro non c’è nel paese. Per cui moltissimi atleti, pur di non correre il rischio di sbagliare tempi e modi della preparazione in vista delle Olimpiadi brasiliane, hanno deciso di allenarsi a Cipro, o in alcuni paesi balcanici o addirittura in Africa. Lo scorso autunno il campione di corsa ad ostacoli Kostas Douvalidis ha scelto Novi Sad, in Serbia con l’allenatore Babis Sdrola.

La Bulgaria e precisamente la città di Sliven è stata invece la meta per gli atleti Antonis Mastora (salto in alto), Voula Papachristou (salto triplo) e Lili Alexoulis (salto in lungo). Il gruppo è partito lo scorso fine novembre per un ciclo di preparazione intensiva che è durato un paio di settimane. Un altro pezzo da novanta dell’atletica ellenica, Licurgo Tsakonas, ha scelto il centro di formazione di Pretoria come anche Maria Belimpasaki con il suo allenatore Michael Goniotaki e la podista Despina Zapounidou. Sono andati a Tenerife invece Panagiotis Andreadis e Panagiotis Trivizas (100 metri), mentre a Nicosia un altro gruppo è già stato ad allenarsi prima delle festività natalizie, anche sfruttando le buone condizioni climatiche. Sull’isola di Afrodite hanno già effettuato una serie di allenamenti intensivi nei primi venti giorni di gennaio il campione di lancio del disco Chrisoula Anagnostopoulos, oltre a Elena Filandros e Costas Nakopoulos (mezzofondo), Anastasia Marinakou (800 metri) e Efi Theodorou (400 metri).

twitter: @FDepalo

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