Grecia, coronavirus e nuovi venti di crisi
L’epidemia di coronavirus è arrivata in una Grecia inizialmente distratta da altri problemi. Ora però il paese è bloccato, e fa i conti con un sistema sanitario azzoppato e una nuova crisi economica all’orizzonte
"Daremo alla pandemia una risposta pandemica", ha concluso il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis domenica, nel suo quarto discorso televisivo delle ultime settimane, annunciando il blocco generale del paese. Da lunedì 23 marzo alle 6 del mattino, i cittadini possono uscire di casa solo per fare la spesa, andare in farmacia o consultare un medico. È consentito anche, previa autocertificazione, assistere altre persone, andare a correre o portare fuori il cane. La polizia pattuglia e punisce i trasgressori con multe da 150 Euro.
Alla luce dell’esperienza di altri paesi, non è stata una sorpresa. All’inizio di marzo erano state già imposte alcune restrizioni, fra cui la chiusura delle scuole e di molte aziende e il divieto di transito verso le isole per i non residenti.
Tuttavia, alcune settimane fa nessuno in Grecia avrebbe potuto immaginare uno sviluppo così rapido. Il virus è comparso all’improvviso nell’agenda nazionale, accompagnato da una disputa umoristica su come dovesse essere pronunciato una volta tradotto in greco. Inizialmente era un argomento distante che riguardava i cinesi, accennato fra il programma Golden Visa e gli effetti di Airbnb sul mercato immobiliare interno. Con la crisi dei rifugiati alla frontiera nord-orientale e gli scontri e le atrocità nelle isole contro richiedenti asilo, migranti, personale delle ONG e giornalisti, all’inizio la pandemia è stata relativamente sottovalutata.
La quarantena greca e la risposta dello stato
Martedì 24 marzo mattina il numero di casi confermati di COVID-19 è salito a 695, di cui 114 ospedalizzati, 35 in terapia intensiva e 17 deceduti.
Secondo i modelli matematici utilizzati per calcolare la diffusione del virus, il numero reale di persone infette in Grecia è probabilmente compreso tra 8.000 e 10.000, riferisce l’infettivologo Sotiris Tsiodras, portavoce del ministero della Salute per il coronavirus. Nella sua ultima conferenza stampa televisiva quotidiana, ha affermato che la curva della pandemia in Grecia sembra appiattirsi e che probabilmente con l’auto-isolamento si è guadagnato un po’ di tempo prezioso.
Le prime misure risalgono al primo marzo, quando il governo ha vietato le tanto attese sfilate e feste di carnevale. In quel momento c’erano solo tre casi confermati.
Dieci giorni dopo, le scuole e le università hanno annunciato due settimane di chiusura, con 89 casi già confermati. Venerdì 14 marzo, una decisione ministeriale congiunta ha chiuso molte attività, tra cui ristoranti, caffè, parrucchieri e punti lotteria.
Da allora, le restrizioni si sono intensificate con la campagna governativa "Menoume Spiti" ("Restiamo a casa") e i numerosi discorsi di Mitsotakis che ruotano attorno ai concetti di "bozzolo", "guerra con un nemico che è invisibile, ma non invincibile", lasciando aperta la possibilità di misure più severe, puntualmente arrivate.
Ne è seguito un dibattito sulla responsabilità individuale e le responsabilità dello Stato: alcuni affermano che i servizi sulle persone uscite in massa durante il fine settimana siano stati falsificati per preparare il terreno per il blocco generale.
Mitsotakis aveva iniziato il suo terzo discorso televisivo con un riferimento all’Italia, dicendo che "loro non hanno abbastanza bare per seppellire i loro morti, tuttavia (in Grecia) rilevo un’ingiustificata indolenza".
Secondo il primo ministro greco, il governo ha adottato quasi tutte le misure possibili e ora fa affidamento "sui punti di forza del sistema sanitario nazionale". Pur conosciuto per i suoi legami con il settore privato, Mitsotakis ha condannato anche quelle strutture (ovviamente private) che non stanno facendo la loro parte e le ha esortate ad assumersi le proprie responsabilità.
L’epidemia di COVID-19 ha costretto il SSN a fare un bando per duemila professionisti. Il governo ha requisito un ospedale privato, nonché attrezzature mediche (fra cui attrezzature mobili) e letti di cliniche private; altre strutture sanitarie pubbliche e militari sono state riaperte o adattate per far fronte all’emergenza.
Finora, sono stati assunti 431 medici e 1.714 infermieri, ha dichiarato il ministro della Salute Vassilis Kikilias nella conferenza stampa di lunedì, invitando studenti di medicina, paramedici, professionisti della salute in pensione e psicologi a prestare volontariato. Un invito esteso ai cittadini per le posizioni amministrative e tecniche.
Secondo recenti rapporti, in Grecia c’erano 605 unità di terapia intensiva nelle strutture pubbliche, di cui solo 557 effettivamente operative a causa della mancanza di personale. Nella conferenza stampa di ieri, tuttavia, Kikilias ha affermato che "due mesi fa il SSN greco aveva 565 unità di terapia intensiva. Ne abbiamo aggiunte 80 del settore privato e altri letti negli ospedali militari, quindi ora abbiamo 2.158 letti”.
Pur supportando le decisioni del governo, il principale partito di opposizione SYRIZA e i socialisti KINAL e MERA25 spingono per un ulteriore sostegno al SSN greco, principalmente per sostenere o aumentare le sue risorse umane.
"Duemila assunzioni sono una goccia nell’oceano", ha detto a OBCT il medico Ilias Sioras, presidente del sindacato dell’ospedale "Evangelismos" (uno dei più grandi di Atene, designato per trattare anche i casi di COVID-19) e segretario generale dell’Associazione dei medici ospedalieri di Atene e del Pireo.
Il cardiologo, sindacalista del Partito comunista greco, ha sottolineato la costante carenza di personale del sistema sanitario pubblico, che ha stimato in termini di seimila medici a tempo indeterminato e 20-25.000 infermieri. Ha aggiunto che l’ospedale in cui lavora soffre di una significativa carenza di misure di protezione di base, come mascherine e camici. Secondo la Federazione panellenica dei professionisti degli ospedali pubblici, oltre 300 operatori sanitari sono ora in quarantena e 61 sono tra i casi confermati.
"Il divieto di movimento è una misura dura per un periodo di tempo limitato, che deve essere implementata ovunque, o sarà inutile", osserva il medico, riferendosi alle grandi aziende e call center che sembrano ignorare le misure, mettendo così a rischio i propri dipendenti.
L’economia infetta e le reti di solidarietà
Dieci miliardi di Euro saranno erogati per mitigare le perdite che aziende e dipendenti stanno già subendo a causa delle chiusure. I dipendenti licenziati dal primo marzo, i dipendenti delle aziende che hanno perso entrate o chiuso e i freelance riceveranno un’indennità una tantum di 800 Euro e saranno esentati dal versamento dei contributi assicurativi, ha dichiarato il governo.
Le misure di sostegno alle imprese prevedono una clausola che vieta i licenziamenti, dopo che oltre 40.000 dipendenti sono stati licenziati dall’inizio di marzo. Un sostegno finanziario speciale sarà dato agli impiegati dell’assistenza sanitaria e della protezione civile.
Una settimana fa, il ministro delle Finanze Christos Staikouras ha annunciato che "l’obiettivo principale di surplus di bilancio del 3,5% del PIL per la Grecia non è più valido", mentre la Grecia sarà inclusa nel nuovo programma di asset purchase della BCE, dopo alcuni anni di assenza a causa di credibilità degli investimenti.
Eleni Zentefi, 30 anni, è comproprietaria di un ristorante-caffetteria gestito da una cooperativa in uno dei quartieri più affollati e turistici di Atene. “Le misure, per quanto ho capito, sono molte, ma non necessariamente adeguate all’entità del disastro finanziario che stiamo vivendo. Credo che lo Stato stia ora lavorando ad un ritmo molto rapido per mantenere ciò che ha promesso, ma nulla è ancora chiaro. Ad esempio, che cosa succederà a tutti coloro che svolgono lavori precari, come i lavoratori dell’economia informale?", dice a OBCT.
E continua: "Tuttavia, nella mia attività c’è un ottimismo che non viene dagli annunci del governo, ma dalla nostra determinazione ad aiutarci a vicenda e dal fatto che affrontiamo questa crisi collettivamente e che noi stessi sosterremo le necessità economiche di ciascuno di noi, indipendentemente da quanto la nostra azienda può fornire”.
Parlando di soluzioni ai problemi, Eleni evidenzia un episodio accaduto nel suo condominio. Mentre andava al supermercato, ha notato un biglietto stampato sul tavolo, tra diverse buste riportanti il nome di ciascuno dei residenti.
Le buste contenevano mascherine di cotone fatte a mano per molteplici usi, mentre il biglietto decorato con fiori diceva: “Cari vicini, in questi tempi difficili volevo offrirvi un piccolo dono. Ho realizzato mascherine di cotone per tutti voi”. Le mascherine erano complete di istruzioni di lavaggio e sanificazione.
Mentre la Grecia va incontro ad un’altra crisi, la mobilitazione dei cittadini dimostra che anche la solidarietà continua. I social media sono ora il terreno dove si chiede e riceve aiuto, mentre gruppi di solidarietà online si stanno formando nei diversi quartieri delle grandi città greche.
Tuttavia, le persone non hanno ancora compreso appieno quali saranno le implicazioni sociali di questa crisi senza precedenti e, poiché la stragrande maggioranza della popolazione è in auto-isolamento, né hanno capito che cosa sta succedendo a emarginati, senzatetto, tossicodipendenti, rifugiati e migranti, che non hanno accesso alle risorse online né alla protezione di base contro il virus.