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Gli albanesi in Italia, in “via d’estinzione”?
Da alcuni anni il numero dei cittadini albanesi in Italia è in calo. Dopo aver superato il mezzo milione all’inizio del 2014, il loro numero ha cominciato a ridursi gradualmente
Secondo gli ultimi dati appena pubblicati dall’Istat , in Italia vivono da residenti 448.407 albanesi. Con tale cifra essi occupano il secondo posto tra tutte le comunità straniere, attestandosi subito dopo i romeni, il cui numero ha superato il milione da molto tempo. Tuttavia, nella classifica dei paesi extra UE, gli albanesi residenti occupano il primo posto, seguiti da marocchini (420.651), cinesi (281.972) e ucraini (234.354). Del totale dei residenti stranieri, gli albanesi costituiscono l’8,9%.
Cos’è successo agli albanesi nel corso dell’ultimo anno? Se all’inizio del 2016 risultavano residenti in Italia 467.687 albanesi, in un anno il calo è stato di 19.280 persone. Tra 2015 e 2016 il decremento è stato ancora più sostanzioso. In poche parole, il trend negativo continua a essere evidente, anche se procede con un ritmo leggermente più lento. Se teniamo presente il fatto che i cittadini albanesi rientrano nella categoria di “immigrati storici”, sostanzialmente stabili e integrati, risultano tre i fattori principali della riduzione del loro numero: l’acquisizione della cittadinanza italiana, l’emigrazione verso altri paesi, il mancato bilanciamento di nuovi flussi migratori in ingresso dall’Albania.
Nuovi italiani
Dati più dettagliati sull’acquisizione della cittadinanza sono in via di pubblicazione, ciononostante il bilancio demografico ci permette già di avere un’idea complessiva del fenomeno. Il numero dei cittadini stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana durante il 2016 è notevole: 201.591. Con il 18% del totale, gli albanesi occupano il primo posto. Facendo un rapido calcolo, si può affermare che nell’ultimo anno più di 36.000 albanesi hanno preso il passaporto italiano (nel 2015 erano stati 35.134). Nell’arco degli ultimi anni, gli albanesi con passaporto italiano hanno raggiunto all’incirca le 100.000 unità. Un fenomeno sociale di grande interesse da molti punti di vista, anche se, contrariamente all’opinione diffusa in parte dell’opinione pubblica italiana, in Italia la maggior parte degli immigrati sono soggiornanti di lungo periodo. Questo vale in particolar modo per gli albanesi: se, nonostante la legge attuale sia abbastanza restrittiva, gli albanesi ottengono più di altri la cittadinanza, è perché essendo immigrati “storici” hanno già “compiuto” gli anni necessari.
A prescindere dalle statistiche o dalle stime, e al di là delle distinzioni tra residenti e soggiornanti, è evidente che a questo ritmo il numero di cittadini albanesi con il solo passaporto albanese si ridurrà drasticamente in pochi anni. Ciò non significa, è ovvio, che gli albanesi in Italia "spariranno", ma che per il “radar statistico” la maggior parte di loro non apparirà più come straniera: acquisendo il passaporto italiano, diverranno cittadini residenti di un altro paese, anche quando conservano la doppia cittadinanza.
Cambiamenti epocali
Si ha l’impressione che le politiche dei paesi interessati e le loro opinioni pubbliche siano distratte e non riescano a comprendere appieno il peso di questi cambiamenti epocali, che richiedono un approccio fondamentalmente diverso, che metta al centro le persone e le loro esigenze. Per non parlare delle grandi potenzialità e delle energie che rimarranno nascoste se non valorizzate dovutamente.
Oltre ai problemi economici, l’Italia si trova da anni nel vortice di una crisi migratoria nel Mediterraneo, svolgendo un buon lavoro nel campo dell’accoglienza, ma costretta ad affrontare discorsi strumentali in merito ad un fenomeno ormai strutturale. A tutto questo, negli ultimi giorni, si è aggiunto il feroce dibattito divampato sulla riforma della legge sulla cittadinanza, un tema che porta a galla atteggiamenti populistici e sentimenti xenofobi, assolutamente ingiustificabili nei confronti di una legge di civiltà e di giustizia sociale: di un atto dovuto nei confronti della seconda generazione, di ragazzi nati e cresciuti in Italia.
L’Albania, da parte sua, è alle prese con forti contraddizioni, profonde diseguaglianze e crisi provocate da una politica che pare sempre più distante dai bisogni reali delle persone. Il paese ha fatto enormi progressi negli ultimi due decenni, ma è bloccato da guerriglie politiche interne che rendono ancora più visibili l’assenza di una visione condivisa per il futuro e l’oblio riservato ai propri migranti, al di là delle dichiarazioni retoriche. Per capire la gravità della situazione, è sufficiente menzionare l’ultimo sondaggio Gallup , secondo cui il 56% degli albanesi d’Albania desidera emigrare all’estero.
Fatto sta che le politiche continuano ad essere condizionate da emergenze, interessi specifici e obiettivi di breve termine. Bisognerebbe, invece, alzare lo sguardo verso l’orizzonte, che ovviamente è molto ampio.