Gli albanesi, i più bistrattati in Grecia

Secondo un recente rapporto di Amnesty International, la Grecia rimane ancora nella lista di quei paesi che non rispettano i diritti umani. La più colpita sarebbe la comunità albanese, che è al contempo la più numerosa comunità di stranieri del Paese

07/11/2005, Redazione -

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Tratto da Le Courrier des Balkans
Traduzione a cura di Erviola Selenica

Anche se è uno degli stati membri dell’Unione Europea la Grecia rimane ancora nella lista di quei paesi che secondo Amnesty International (AI) non rispettano i diritti umani.

In un rapporto pubblicato il 5 ottobre sul sito web ufficiale dell’organizzazione internazionale si parla di violenza, maltrattamenti, contenitori metallici di cui si fa uso nei confronti dei clandestini, immobilizzandoli al loro interno, e altri problemi di questo tipo.

Secondo lo stesso rapporto, i più bistrattati in Grecia sarebbero gli albanesi, che dal punto di vista quantitativo rappresentano la comunità più grande degli stranieri nel paese, a seguire vi sono i rom.

Nel rapporto si sottolinea di decine di casi di maltrattamento e violenza condotti sino a limiti estremi, mentre si afferma che nella maggior parte dei suddetti casi nessun colpevole è mai stato condannato penalmente.

Sempre secondo Amensty, in seguito alla pubblicazione del rapporto non sarebbero cambiate molte cose. Soprattutto va accentuato il fatto che a parte i cambiamenti legislativi che mirano a migliorare la situazione, lo stato greco ha fallito nella difesa dei diritti umani, particolarmente per quanto riguarda gli emigrati e minoranze etniche.

Il rapporto

"Non ci sono dubbi che la xenofobia ed il pregiudizio razziale giochino un ruolo fondamentale nella violazione dei diritti umani rispetto a questi gruppi minoritari", si afferma in una parte del rapporto di AI. Il rapporto, che in buona parte enumera i casi di violenza emersi dall’anno 2003 sino ad oggi, include almeno tre casi di utilizzo di armi da fuoco contro gli emigrati, in violazione alle regole più elementari in difesa dei diritti umani.

Nella maggior parte dei casi secondo la AI, la violenza esercitata ha avuto alla base solamente il pregiudizio razziale e l’appartenenza etnica.

Essa afferma che molti albanesi sono stati offesi esclusivamente perché appartenenti ad un diverso gruppo etnico.

L’organizzazione internazionale sostiene poi che parecchi albanesi sono stati offesi per la sola motivazione di essere tali, e che i poliziotti che li picchiavano con il calcio del fucile urlando loro "Maledetti albanesi, volete la Grande Albania, volete la Cameria (regione della Grecia del nord, popolata dagli albanesi che in seguito vennero cacciati via dai loro territori, quando la Grecia annesse la zona in questione)".

Secondo suddetto documento, la Grecia ha quindi fallito anche nell’obbligo di garantire i diritti delle persone trafficate e nella presa in responsabilità della loro difesa. Le autorità greche non hanno nemmeno formalmente dato una risposta ai cittadini albanesi che hanno chiesto informazione sul traffico dei minorenni.

La violenza

La polizia greca viene accusata da AI di omicidi, gravi lesioni, linciaggi e violenze sessuali. Sempre secondo l’ultimo rapporto sono decine i casi in cui gli emigrati albanesi sono finiti in ospedale e si sono dovuti sottoporre ad operazioni chirurgiche. Per ore una madre con il suo bambino è rimasta rinchiusa in una cella e le è stata esercitata violenza da parte della polizia, davanti ai cui occhi era solo una "clandestina". In tante altre situazioni, albanesi anche se con documenti regolari sono stati picchiati pubblicamente. Amnesty International cita alcune istituzioni create per garantire la difesa dei diritti umani quali l’avvocato popolare aggiungendo poi che, nonostante tutte le promesse fatte, la realtà dei fatti dimostra il contrario e comunque pochi provvedimenti sono stati adottati per la difesa di questi diritti.

Ancora oggi, stando al rapporto, lungo il confine greco molte persone vengono sottoposte a violenza e tortura oppure alle cosiddette "operazioni Fshesa", in cui gli emigrati vengono cacciati in massa dal territorio greco, operazioni che sono in contrasto con i diritti umani.

Nella conclusione del capitolo che parla della violenza sugli albanesi, AI afferma: "Alla luce delle informazioni presentate in questo capitolo, Amnesty International rimane preoccupata per il fallimento delle autorità greche nell’individuazione e la condanna dei casi di violazione da parte della polizia dei diritti umani".

Alla fine del capitolo conclusivo il rapporto ricorda che in pochissimi casi c’è stato un processo penale contro coloro che hanno violato tali diritti che è risultato in una pena leggera e non corrispondente al grado di violazione. Molti casi di omicidi rimangono ancora irrisolti, incluso quello di Vullnet Bytyci (emigrato, ucciso da un ufficiale greco del confine subito assolto dall’accusa, il 23 settembre 2003)

Amnesty International ha incluso al rapporto i nomi di persone uccise dalla polizia greca o gravemente ferite per i quali nessun colpevole è mai stato condannato.

Uccisi dalla polizia greca:
. Gentian Çeleniku, anni 20
. Bledar Qoshku, anni 23 vjeç Librazhd
. Ramiz Saliaj, anni 21 Fier
. Vullnet Bytyçi, anni 18 Has
. Luan Bërdëllima, anni 36 Gramsh

Feriti dalla polizia greca:
. Ferhat Çeka, anni 67 vjeç Tiranë
. Gani Rama, anni 35 vjeç Krujë
. Afrim Salla, anni 15 Elbasan
. Arjan Hodi, anni 24
. Arjan Torka, anni 28 vjeç Gramsh
. Ligor Halili, anni 45 vjeç Elbasan
. Leonard Shimka, anni 19 Pogradec
. Dashamir Brekolli, anni 26 Devoll
. Shpëtim Shabani, anni 28 vjeç Lushnjë
. Alfred Metaliaj Kukës
. Emir Metaliaj Kukës
. Beqir Metaliaj Kukës
. Bilbil Metaliaj Kukës

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