Georgia, ong sempre più distanti dal governo
In Georgia, dopo che il governo ha avanzato la proposta della cosiddetta "legge russa", ovvero della necessità per ong e media di registrarsi come "agenti stranieri" se finanziati dall’estero, il mondo dell’associazionismo ha cambiato passo verso il governo e la maggioranza
Che il governo del Sogno Georgiano non fosse interessato a un autentico passo indietro dopo che la cosiddetta “legge russa” è stata bocciata si è capito subito, e non solo dal voto che ha affossato il primo dei due progetti della contestata legge russa discussa in parlamento. A caldo, il segretario del partito Irakli Kobakhidze aveva commentato che le rivolte in strada avevano rivelato da sé chi fossero gli “agenti stranieri” che operano nel paese. Kobakhidze ha poi evitato di incontrare gli studenti, cancellando una conferenza che avrebbe dovuto tenere in una delle università della capitale. Pochi giorni dopo in un’intervista il primo ministro Irakli Garibashvili ha alzato ancora di più i toni dello scontro con la società civile. Garibashvili è noto per le sue posizioni conservatrici e ha contribuito a saldare le posizioni del governo e del Sogno con le linee più oltranziste presenti nella società e nella chiesa. In un’intervista a Imedi Tv, rete appiattita su posizioni governative, ha dichiarato di aver visionato i filmati della manifestazione e di aver constatato che i giovani manifestanti, traviati dal Movimento Nazionale Unito, erano vestiti da satanisti.
Il prrimo ministro se l’è presa con l’opposizione, con il Movimento Nazionale Unito, Georgia Europea, Girchi, Droa, la Stategia Aghmashenebeli, con i giovani, con i manifestanti in generale e, come romai d’abitudine, con il Parlamento europeo. Ha sostenuto che gli europarlamentari gli hanno dichiarato che Mikheil Saakashvili, l’ex presidente rinchiuso malato nelle carceri georgiane, sarebbe un loro agente. Non ha spiegato quali fossero e perché gli "europarlamentari" avrebbero fatto tale rivelazione, ma ha usato l’argomento per sostenere che a questo sono legate le richieste di scarcerazione – non cioè per le condizioni del detenuto, ma perché appunto sarebbe un agente al servizio straniero. Garibashvili ha poi messo in guardia i combattenti georgiani in Ucraina, alcuni dei quali sono comparsi sul podio durante le manifestazioni di piazza, e uno dei quali è stato arrestato per aver insultato un poliziotto, anche se l’arrestato ha dichiarato che era impossibile visto che al momento dell’arresto stava rilasciando un’intervista.
I manifestanti e la società civile
Nei moti di piazza contro la contestata proposta di legge sono avvenuti 160 arresti, diverse decine di manifestanti sono stati feriti, sono stati fermati giornalisti ed è stato malmenato il leader di Girchi Zurab Japaridze. Sul numero effettivo dei feriti non ci sono dati ufficiali. Le conseguenze di questa movimentata seconda settimana di marzo si protrarranno e potrebbero diventare strutturali nel definire il rapporto fra società civile e governo. Procedendo per ordine, gli arrestati sono stati tutti rilasciati per decorrenza dei termini di custodia cautelare, ma ora iniziano i processi e ci saranno multe da pagare. Queste sono vicende private e individuali, ma è il mondo dell’associazionismo nella sua collettività che ha cambiato passo verso il governo e la maggioranza parlamentare. La convivenza fra le organizzazioni non governative, il Sogno e le sue costole come il Potere al Popolo, gruppo parlamentare iniziatore della legge, è peggiorata nettamente dal primo mandato di questa maggioranza. All’epoca il Sogno era in coalizione con vari partiti che avevano un forte legame con l’associazionismo georgiano. Ora il Sogno non solo non è più in coalizione, ma ha perso alcuni pezzi: dei 90 seggi vinti nel 2020 ne ha oggi 74. Insieme al Potere del Popolo si è arroccato su posizioni sempre più ostili alla società civile. La proposta di legge ha dato il colpo di grazia a questo rapporto.
C’è stato appunto un cambiamento strutturale: le organizzazioni non governative hanno deciso di abbandonare il Consiglio di governo aperto , una piattaforma di collaborazione fra governo e società civile. Le varie ONG hanno sottolineato, nel farlo, che proprio attraverso questo strumento con l’aiuto delle organizzazioni di donatori, è stato creato il sito web del Parlamento, l’edificio del Parlamento è stato adattato per le persone con disabilità, sono state pubblicate varie informazioni sul sito web del Parlamento compreso il registro dei lobbisti, dati statistici e così via. È stata inoltre introdotta una piattaforma per le petizioni parlamentari, è stata creata un’area di accoglienza per i cittadini dotata di attrezzature, e un’applicazione mobile del Parlamento. Si è lavorato quindi con lo scopo di aumentare i margini di coesione fra elettori ed eletti, nel nome della partecipazione, della rappresentanza e della trasparenza. Ma le ONG ritengono non si possa più condividere con questo governo un percorso di questo tipo, laddove la sfiducia è ormai totale e loro stesse sono additate come agenti stranieri, spie e traditori.
Da Mosca
Da New York dove si trovava nei giorni di discussioni in parlamento della “legge russa”, la presidente Salomè Zourabishvili l’ha indicata come chiaramente originata a Mosca. Da Mosca sono arrivate tutte le possibili smentite, ma vari interpreti della politica del Cremlino hanno fatto trapelare sostegno per le mosse del Sogno Georgiano, come già in passato. Il giornalista e conduttore televisivo di Rossija 1 Vladimir Solovyov, già sotto sanzioni per aver promosso e inneggiato ai crimini russi in Ucraina, ha detto che Irakli Garibashvili è un “vero uomo con le palle” quando quest’ultimo ha definito il presidente ucraino Zelens’kyj, il sindaco di Kiyv Klichko e David Arakhamia – consigliere del presidente ucraino, un georgiano con cittadinanza ucraina profugo dell’Abkhazia, fuggiti da Gagra nel 1992 – dei perdenti che si impicciano negli affari georgiani.
Mosca non ha preso bene l’affossamento della legge. Il ministero degli Esteri ha emesso una nuova allerta sulla pericolosità della Georgia per i russi, nonostante siano ormai decine di migliaia i russi che si sono trasferiti nel paese per sfuggire alla mobilitazione, alle sanzioni, alla repressione. In questo ultimo caso la Georgia del Sogno si è dimostrata però un paese poco garantista. Sono almeno quattro i giornalisti russi voci dell’opposizione che negli ultimi mesi sono stati rimbalzati al confine georgiano, che rimane aperto invece ad altri profili. Il caso più recente riguarda Aleksandra Shvedchenko , giornalista di Dozhd’, che viveva in Georgia da un anno: andata in Lettonia per un viaggio di lavoro e si è trovata rispedita a Riga senza poter rientrare in Georgia.