Georgia, i “sognatori” al potere
È entrato da poco in carica il governo di “Sogno georgiano”, coalizione guidata dal miliardario Bidzina Ivanishvili uscita vincitrice dalle elezioni di ottobre. Ma la piazza chiede già il mantenimento delle promesse elettorali. Nel frattempo aperte le indagini per più di 1000 casi riguardanti gli anni di governo Saakashvili
Il 25 ottobre il parlamento georgiano ha votato la fiducia al governo presentato da Bidzina Ivanishvili, il miliardario alla guida della coalizione “Sogno georgiano” uscita vincitrice dalle elezioni di ottobre. Il paese si trova ora in una fase di transizione. Alcuni ministeri hanno ripreso solo ora la loro ordinaria attività, a seguito dell’insediamento del nuovo governo, benché il ricambio post-elettorale abbia riguardato solo i loro vertici. Non ha infatti avuto luogo un ricambio di personale nei livelli medi e bassi della struttura statale come alcuni si aspettavano.
La situazione generale
Il periodo post-elettorale in Georgia si è dimostrato piuttosto caotico. In campagna elettorale Ivanishvili aveva sottolineato spesso come una volta giunto al governo si sarebbe occupato dei bisogni reali delle persone, rendendo più “umano” il potere. Il fatto è che ognuno ha interpretato queste dichiarazioni a proprio beneficio. Nel paese ha avuto quindi luogo un’ondata di scioperi (dai minatori ai conducenti degli autobus della capitale Tbilisi), di occupazioni di edifici da parte di sfollati e meno abbienti e di proteste nelle carceri.
I rappresentanti del nuovo governo accusano il Movimento Nazionale Unito (o United National Movement, UNM) di Saakashvili, uscito sconfitto dal voto, di essere il vero organizzatore delle proteste, accusa che dall’UNM negano con decisione. Secondo loro, infatti, il vero motivo dell’ondata di scioperi e occupazioni è legata al fatto che chi protesta si sente certo del fatto che il nuovo primo ministro non userà la forza e magari risolverà i loro problemi ricorrendo alle proprie risorse economiche personali. Una interpretazione dai fatti che a giudicare dal crescente ritmo delle proteste e degli edifici occupati sembra piuttosto realistica.
Questa fase di instabilità non ha per ora suscitato particolare preoccupazione nell’opinione pubblica, ma è chiaro che se la situazione non si dovesse stabilizzare, già tra un paio di mesi la capacità di governare il paese di Sogno georgiano verrà messa in dubbio.
I peccati del passato
Durante la campagna elettorale, gli attivisti di Sogno georgiano hanno promesso che una volta arrivati al potere tutti i rappresentanti della squadra di Saakashvili che hanno commesso reati specifici sarebbero stati puniti dalla legge. Si faceva riferimento a vendite forzate di aziende, torture nelle carceri, condanne ingiustificate, ecc.
Detto, fatto. Secondo il procuratore capo della Georgia Archila Kbilashvili, ad oggi sono state ricevute richieste per dare inizio o per riaprire più di mille casi, sui quali starebbe già lavorando un apposito gruppo di procuratori.
Nella situazione che si è venuta a creare vi è un rischio concreto che oltre alle persone che realmente sono state condannate senza colpa o che sono state illegalmente costrette a rinunciare alla propria azienda, vi saranno anche molti che cercheranno di approfittare di questa fase, ad esempio sostenendo di essere andati in bancarotta per via di pressioni da parte del precedente governo. Il nuovo governo non può permettersi di risolvere questioni come queste per via politica, e dovrà impegnarsi ad indagare caso per caso i fatti.
Tra le figure note vicine a Saakashvili si registra intanto un solo arresto, quello dell’ex ministro degli Interni e della Difesa Bacho Akhalaia. Dapprima era stato accusato semplicemente di aver offeso dei soldati, ma nei giorni successivi sono emerse accuse ben più serie , tra cui quella di tortura. Difficile comunque dire quanto le autorità riusciranno a dimostrare la colpevolezza dell’ex-ministro. È chiaro in ogni caso che le indagini riguardanti l’attività della precedente squadra di governo saranno difficili per quanto riguarda l’individuazione delle prove.
Nel frattempo, l’ex-partito di governo si sta abituando al ruolo di opposizione. L’UNM ha attualmente 65 seggi in parlamento contro gli 85 di Sogno georgiano. Questa situazione non permette alla nuova maggioranza di approvare riforme costituzionali, ma le consente di prendere la maggior parte delle decisioni in totale autonomia. I deputati dell’UNM sono comunque molto attivi, prendono parte ai dibattiti in parlamento e si vedono spesso in televisione.
Televisioni
Nelle settimane successive al voto, molto è cambiato anche per quanto riguarda i canali televisivi nel paese. Se negli ultimi anni i principali canali erano stati fedeli a Saakashvili, ora le cose sono cambiate. Il nuovo primo ministro Bidzina Ivanishvili potrà contare non solo sul sostegno di Canale 9, di sua proprietà, ma con tutta probabilità anche di Maestro e Kavkazia (due canali diffusi soprattutto nella capitale, da tempo in opposizione a Saakashvili) e dell’influente Imedi.
Le trasmissioni di Imedi era state interrotte durante stato di emergenza dichiarato in seguito alle proteste antigovernative dell’autunno 2007. Dopo la morte del suo principale proprietario, il miliardario Badri Patarkatsishvili, il canale era passato nelle mani di un gruppo imprenditoriale vicino a Saakashvili. A sorpresa, pochi giorni dopo il voto di ottobre di quest’anno, la compagnia televisiva è tornata sotto il controllo della famiglia di Patarkatsishvili, che ha annunciato l’accaduto con un semplice comunicato stampa.
Probabilmente, una volta che l’UNM di Saakashvili è passato all’opposizione, il gruppo di imprenditori che controllava il canale ha perso interesse nel mantenere un’attività dispendiosa come quella. Sembra invece che i sostenitori di Saakashvili non siano in alcun modo intenzionati a rinunciare a Rustavi 2, principale canale televisivo del paese. Il precedente proprietario di Rustavi 2 ha annunciato la propria intenzione di dimostrare che la proprietà del canale gli era stata tolta con la forza, ma le sue probabilità di successo in tribunale sono scarse. D’altra parte a questo punto sembra importante anche dal punto di vista del pluralismo dell’informazione che Rustavi 2 rimanga vicina al Movimento Nazione Unito.
Mantenere le promesse
Nel corso della campagna elettorale Sogno georgiano aveva fatto numerose promesse, tra cui la creazione di un sistema giudiziario indipendente, una riforma degli organi di amministrazione locale, garanzie per la libertà dei media, priorità alla tutela dei diritti umani, ecc.
La maggior parte delle promesse era però di tipo economico. In altre parole, oggi la gente da Ivanishvili si aspetta una diminuzione delle tariffe del gas e dell’energia elettrica, una riduzione del costo del benzina, un aumento delle pensioni, un rafforzamento della sanità pubblica, lo stabilimento di un fondo di sostegno all’agricoltura, un aumento degli investimenti esteri e una forte diminuzione della disoccupazione.
Come sarà possibile mantenere tutti questi impegni per il momento è difficile dirlo. Il budget del governo pare del tutto insufficiente, e se Ivanishvili deciderà di ricorrere ai suoi fondi personali questo non potrà che avere un effetto di breve periodo.
In ogni caso, da parte sua, il nuovo ministro delle finanze Nodar Khaduri ha dichiarato che le risorse attualmente disponibili bastano a realizzare tutte le promesse pre-elettorali e che l’implementazione del programma di Sogno georgiano inizierà con decisione a partire dal 2013.