Georgia-Armenia, gli amici dei nemici

Yerevan è alleata del principale nemico di Tbilisi, la Russia. La Georgia è partner strategico di Azerbaijan e Turchia, i peggiori nemici dell’Armenia. Ma oggi come in passato, Georgia e Armenia mantengono rapporti di buon vicinato

20/01/2011, Tengiz Ablotia -

Georgia-Armenia-gli-amici-dei-nemici

Un cartello in territorio georgiano che indica il confine con Turchia e Armenia (bergie /flickr)

Il 6 gennaio il presidente georgiano Mikheil Saakashvili ha visitato la chiesa cristiana armena di Tbilisi e ha fatto ai fedeli gli auguri di Natale, che in Armenia si festeggia il 6 gennaio e in Georgia il 7. Tra le altre cose ha poi dichiarato che gli armeni sono parte integrante dello stato georgiano: “Nella storia del mondo è difficile trovare due nazioni così legate da eguaglianza, amicizia, fratellanza, sostegno reciproco e superamento congiunto delle complessità storiche e geopolitiche. Tali rapporti fra paesi non si basano solo sul passato: si conservano nel presente e proseguono necessariamente nel futuro. Così gli armeni di Georgia sono parte integrante del paese e del suo sviluppo statale”.

Questa è la prima volta dal giorno dell’indipendenza che un capo di Stato georgiano ha mostrato tanto interesse per le ricorrenze armene. Non c’è però da sorprendersi se si considera il fatto che l’attuale leadership georgiana punta alla massima integrazione delle minoranze in Georgia e che i rapporti fra i due vicini dipendono anche dalla stabilità della condizione degli armeni nella stessa Georgia.

Un po’ di storia delle relazioni armeno-georgiane

La coesistenza di Georgia e Armenia è uno dei pochi casi di rapporto relativamente non conflittuale fra paesi vicini. Fra loro non vi è mai stato un conflitto e le schermaglie di confine sono eventi rari, forse perché nessuna delle due parti poteva permettersi lo scontro, essendo costante oggetto delle aggressive attenzioni di più minacciosi vicini come la Persia, la Turchia e la Russia. In più, entrambi i paesi appartengono al mondo cristiano, cosa che ha forse contribuito a facilitarne i loro rapporti.

In giallo, la regione Samtskhe-Javakheti (mappa di Osservatorio Balcani e Caucaso)

In giallo, la regione Samtskhe-Javakheti (mappa di Osservatorio Balcani e Caucaso)

Con la comparsa dell’Impero russo in Georgia, nella parte occidentale del paese la popolazione armena è cresciuta bruscamente, concentrandosi soprattutto a Tbilisi e nel Samtskhe-Javakheti, una regione georgiana dove gli armeni costituiscono tuttora la maggioranza.

Nel corso del diciannovesimo e fino all’inizio del ventesimo secolo, gli armeni costituivano la maggior parte della popolazione di Tbilisi e vivevano di commercio e artigianato. Una parte non piccola del centro storico, e soprattutto gli edifici di stile europeo, fu costruita dai mercanti armeni, mentre la vecchia Tbilisi tradizionale, costruita prevalentemente da georgiani, è fatta di tipiche architetture locali. Nel ventesimo secolo, dopo la nascita dell’Unione Sovietica e anche in seguito alla crescente urbanizzazione, la capitale divenne la città prevalentemente georgiana che rimane tuttora. Ora la comunità armena costituisce comunque quasi il 10% della popolazione con oltre 80.000 abitanti. Gli armeni di Tbilisi sono pienamente integrati nella società: parlano fluentemente georgiano, si sentono armeni cittadini della Georgia e generalmente non esprimono un particolare legame con l’Armenia.

Politica

Al momento i rapporti fra Georgia e Armenia sono segnati dai loro diversi orientamenti in politica estera. Yerevan è alleata del principale nemico di Tbilisi, la Russia. Secondo dati non confermati, ai bombardamenti sul territorio georgiano dell’agosto 2008 avrebbe partecipato anche l’aviazione della base militare russa di Gyumri, in Armenia. Le informazioni sul fatto sono generiche e molto probabilmente non si è arrivati a tanto, ma questo è un esempio di cose che possono accadere quando i vicini familiarizzano con una potenza ostile.

D’altro canto, la Georgia è partner strategico dei peggiori nemici dell’Armenia, Azerbaijan e Turchia. La partnership fra Tbilisi, Ankara e Baku non è meno intensa di quella fra Mosca e Yerevan. I tre paesi realizzano consistenti progetti economici che escludono l’Armenia, a partire da oleodotti (Baku-Tbilisi-Ceyhan) e gasdotti (Baku-Tbilisi-Erzurum) suscitando la tacita ma evidente insoddisfazione degli armeni. Tuttavia, in mancanza di alternative, Yerevan e Tbilisi cercano di non prestare troppa attenzione a questa evidente difficoltà.

Fra Georgia e Armenia c’è un altro problema: il Samtskhe-Javakheti, una regione situata nel sud della Georgia dove gli armeni (circa 110.000 secondo il censimento del 2002) superano il 50% della popolazione. Lì sono attive organizzazioni come “Javakh” e “Virk”, che chiedono il riconoscimento dell’autonomia culturale e lo status di lingua regionale per l’armeno. Ma anche considerata la dura esperienza con il separatismo che è costata alla Georgia il 20% del territorio, sembra difficile che le autorità di Tbilisi facciano significative concessioni su questo fronte. Ogni tanto la questione dei diritti degli armeni in Georgia arriva fino alle autorità di Yerevan, al che Tbilisi risponde sempre che nel Javakheti non ci sono problemi specifici per la comunità armena e gli armeni georgiani hanno gli stessi problemi di tutta la popolazione del Paese.

Negli ultimi tempi il governo centrale cerca attivamente di integrare anche economicamente questa regione con il resto della Georgia. Nel mese di novembre, è stata inaugurata una nuova autostrada che collega la regione a Tbilisi, riducendo significativamente il tempo di viaggio per raggiungere questa zona che fino ad allora soffriva di forte isolamento anche dal punto di vista delle infrastrutture. Il governo ha inoltre aumentato le ore di insegnamento della lingua georgiana anche a scapito di lezioni di armeno, suscitando qualche protesta. A Tbilisi si ritiene che, con il tempo, questo aiuterà ad eliminare il senso di estraniamento dal resto della Georgia di cui gli armeni hanno sofferto negli ultimi decenni.

Allo stesso tempo, è giusto sottolineare che eventuali spinte separatiste armene nella regione difficilmente potrebbero concretizzarsi, considerando il fatto che per via dell’embargo da parte di Turchia e Azerbaijan, la Georgia rimane l’unico collegamento dell’Armenia sia con la Russia che con l’Europa. In caso di conflitto armeno-georgiano, la chiusura di questa strada porterebbe l’Armenia all’inevitabile collasso economico.

Economia

Come accennato, l’Armenia riceve tutte le merci provenienti da Europa e Russia attraverso la Georgia, il che implica che i rapporti economici fra i due paesi sono piuttosto attivi. Nel 2010 l’Armenia ha occupato l’ottavo posto fra i partner commerciali della Georgia. Le importazioni dall’Armenia ammontano a 41 milioni di dollari e le esportazioni, comprese le ri-esportazioni da Europa e Russia, a 144.

Nel periodo di instabilità politica in Georgia all’inizio degli anni novanta, i carichi per l’Armenia venivano spesso derubati, i treni venivano bloccati per giorni in territorio georgiano e così via. L’Armenia si trovava in una situazione molto complessa, non avendo la possibilità di intervenire in alcun modo. Tuttavia, già alla fine degli anni novanta le autorità georgiane riuscirono a garantire la stabilità e sicurezza delle consegne, con l’unica eccezione della guerra dell’agosto 2008. Inoltre, l’Armenia ha avuto spesso problemi quando la Russia ha intrapreso “guerre” economiche ed energetiche con Tbilisi, come l’interruzione dei collegamenti con la Georgia da parte russa che colpì duramente gli esportatori armeni e l’esplosione del gasdotto nel 2006 che causò la restrizione della fornitura di gas. Alla fine entrambi i problemi sono stati risolti: nel 2010 la Georgia è andata incontro alle richieste armene e ha aperto il traffico di merci nella zona di confine di Verchnij Lars, chiuso dal 2006 e praticamente inutilizzato dalla Georgia causa l’embargo commerciale da parte russa. La riapertura è quindi di esclusivo interesse armeno. Per quanto riguarda l’energia, dal 2008 la Georgia ha potuto fare a meno del gas russo e ora importa gas dall’Azerbaijan. In questo modo, la Georgia rimane solo un canale per il transito del gas russo verso l’Armenia e a Mosca non viene la tentazione di bloccare o far saltare gasdotti.

Rimangono comunque numerosi gli aspetti problematici nelle relazioni tra Georgia e Armenia, a partire da occasionali conflitti riguardo all’appartenenza delle chiese fino alla complessa situazione della minoranza armena in Georgia. Nel complesso quindi, i rapporti fra Georgia e Armenia si possono considerare equilibrati e di buon vicinato, ma non certo di partnership strategica.

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