Georgia, amministrative in vista

Si vota il 4 ottobre in Georgia per le elezioni amministrative nei 64 comuni del paese: solo 17 i partiti registrati, meno della metà dei 43 che si erano presentanti alle elezioni locali del 2021. Il governo non ha previsto alcun monitoraggio internazionale

28/08/2025, Marilisa Lorusso -

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© roibu/Shutterstock

In Georgia le elezioni amministrative si terranno il 4 ottobre. Si eleggeranno i sindaci, i consigli municipali e le autorità locali di tutti i 64 comuni del paese con un sistema elettorale che combina il voto diretto per i sindaci e il sistema proporzionale per i consigli municipali.

Elezioni sì

Secondo la Commissione Elettorale Centrale solo 17 partiti si sono registrati, meno della metà rispetto ai 43 che parteciparono alle elezioni locali del 2021. Figurano oltre al Sogno Georgiano il partito Per la Georgia guidato dall’ex premier Giorgi Gakharia, Girchi di Iago Khvichia e due forze ultraconservatrici: l’Alleanza dei Patrioti e i Conservatori per la Georgia, derivati dal gruppo di estrema destra Alt-Info.

Il partito al governo Sogno Georgiano ha rispolverato il temi della campagna delle politiche del 2024: vota noi, non la guerra. Ha annunciato i propri candidati maggioritari per l’Assemblea di Tbilisi, 25 uomini, nessuna donna e alla corsa per il sindaco è confermata la candidatura di Kaka Kaladze. A metà agosto Sogno Georgiano ha reso pubblico l’elenco anche dei suoi candidati sindaci in 63 comuni per le elezioni municipali. Tra di loro c’è un giornalista del canale televisivo pro-governo Imedi, che si candiderà a sindaco di Akhaltsikhe.

La Commissione Elettorale Centrale ha pubblicato la lista ufficiale con i numeri di scheda e i leader. Il Movimento Nazionale Unito e la Coalizione per il Cambiamento sono stati privati dei loro storici numeri di scheda elettorale a seguito delle nuove registrazioni.

La Commissione ha assegnato il numero 4, precedentemente detenuto dalla Coalizione per il Cambiamento al partito Unità dei Georgiani, e il numero 5, detenuto dal Movimento Nazionale Unito per decenni, alla Nostra Georgia Unita. Di conseguenza, i numeri di scheda 4 e 5, a lungo simbolo per i sostenitori di entrambe le forze, in particolare per la base del Movimento, sono ora stati assegnati a partiti politici relativamente poco noti, cosa che potrebbe generare una certa confusione nell’elettorato.

Elezioni no

Già a fine giugno gli otto principali partiti di opposizione — tra cui il Movimento Nazionale Unito, Georgia Europea e Girchi – Più Libertà — hanno annunciato che boicotteranno le elezioni. Hanno motivato la decisione sostenendo che partecipare equivarrebbe a legittimare il governo del Sogno Georgiano che accusano di illegittimità, di ripetuti brogli elettorali, di repressione e smantellamento sistematico dei contrappesi democratici, in un paese il cui processo politico in corso viene spesso definito di "bielorussificazione".

I partiti che dicono no alle elezioni hanno condizionato ogni eventuale partecipazione all’accoglimento delle richieste emerse dal movimento di protesta del 2024–2025, in particolare elezioni parlamentari anticipate e rilascio dei leader dell’opposizione detenuti. Attualmente otto esponenti dell’opposizione, di cui sei leader politici in carica come Mamuka Khazaradze e Badri Japaridze del partito Lelo, sono detenuti.

Lelo per la Georgia, formazione politica che guida la coalizione Georgia Forte, ha scelto di partecipare . Già a maggio e giugno, Lelo aveva invitato gli altri partiti dell’opposizione a seguire un approccio “strategico” al voto municipale, citando il proprio successo a Tbilisi nelle elezioni parlamentari del 2024. Questa posizione ha generato tensioni interne: tre membri di spicco hanno rassegnato le dimissioni dal consiglio direttivo del partito, pur rimanendo iscritti come semplici membri.

Il 4 luglio il presidente nominato dal Sogno Mikheil Kavelashvili ha proposto una controversa grazia per i leader dell’opposizione incarcerati, a patto che si candidassero alle elezioni. La proposta di Kavelashvili è stata subito condannata dall’opposizione, che l’ha definita un tentativo palese di minare l’unità del fronte antigovernativo.

Lelo ha chiarito che la sua decisione di partecipare è stata presa indipendentemente dalla proposta di grazia, mentre gli altri partiti hanno respinto l’offerta presidenziale, ribadendo che elezioni libere richiedono innanzitutto il rilascio incondizionato dei prigionieri politici e l’abolizione delle misure repressive.

L’assenza del monitoraggio

Un’ulteriore controversia riguarda la decisione del governo del Sogno Georgiano di non invitare l’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell’OSCE (ODIHR) a monitorare le elezioni.

L’ODIHR ha confermato a metà giugno di non aver ricevuto alcun invito, precisando che la prassi consolidata prevede di essere invitati con 4–6 mesi di anticipo, per consentire l’organizzazione di una missione di osservazione credibile. Dal 2002 (ad eccezione del 2014, per motivi di bilancio), l’ODIHR ha seguito tutte le elezioni locali in Georgia.

Il Primo ministro Irakli Kobakhidze ha difeso la scelta, definendo il monitoraggio dell’ODIHR non necessario, sostenendo che le missioni di osservazione si svolgono di solito solo per le elezioni nazionali o in circostanze eccezionali. Kobakhidze ha inoltre accusato i critici di ignorare i precedenti rapporti dell’ODIHR, che a suo dire erano nel complesso favorevoli.

Il 7 luglio l’ODIHR ha replicato esprimendo profonda preoccupazione per quella che ha definito una rottura degli impegni di lunga data della Georgia a favore della trasparenza. L’Ufficio ha sottolineato che l’osservazione indipendente è essenziale per la fiducia dell’opinione pubblica e ha richiamato l’attenzione sulla repressione della società civile, sulle detenzioni politiche e sulla legislazione che mina le libertà fondamentali.

L’opposizione e le ambasciate occidentali hanno reagito con allarme. L’Ambasciata britannica ha invitato il governo georgiano a fare marcia indietro e a estendere un invito ufficiale. Le organizzazioni di monitoraggio interne hanno avvertito che non coinvolgere l’ODIHR danneggerebbe ulteriormente la fiducia nel processo elettorale e alimenterebbe la percezione che le elezioni non siano né libere né corrette.

Il 21 agosto anche l’ISFED (International Society for Fair Elections and Democracy), principale osservatore elettorale in Georgia, ha annunciato che non monitorerà le prossime elezioni locali con la sua consueta missione poiché non sono state soddisfatte le condizioni per un voto libero. Secondo l’organizzazione, mancano il rispetto dei diritti fondamentali, la stabilità della legge elettorale e le garanzie procedurali.