Georgia, a scuola dai blogger
Il governo di Tbilisi ha invitato a proprie spese mille madrelingua inglese per insegnare questa lingua nelle scuole georgiane. Il risultato? Decine di blog e qualche scandalo. Ma il progetto continua. E si apre agli italiani
“Insegna e impara in Georgia” (Teach and learn in Georgia, TLG ), questo il nome del progetto promosso a partire da quest’anno scolastico dal governo georgiano per diffondere la conoscenza dell’inglese in Georgia. L’idea è semplice. Il governo georgiano si offre di pagare viaggio, vitto e alloggio a mille persone di madrelingua inglese, prevalentemente provenienti da USA e Regno Unito, disposti a rimanere un anno in Georgia a insegnare la propria lingua nelle scuole del Paese. I partecipanti di TLG sono sistemati presso famiglie ospitanti georgiane e sono distribuiti non solo nella capitale, ma anche nelle cittadine della povincia georgiana. Il progetto sembra aver riscosso successo sia tra i partecipanti che tra gli studenti locali, tanto che il governo di Tbilisi ha deciso di allargare il progetto ad altre lingue. A partire dall’italiano.
Con un comunicato stampa datato 18 novembre , infatti, l’ambasciata italiana in Georgia ha reso pubblica la decisione del governo georgiano di “invitare a proprie spese per l’anno scolastico in corso 15 insegnanti “volontari” madrelingua per l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole georgiane”. “Ai volontari italiani verranno offerti spese di viaggio, alloggio presso famiglie selezionate dal Ministero per l’Educazione della Georgia, un’assicurazione sanitaria e un rimborso spese pari a 500 Lari georgiani al mese (corrispondenti a circa 210 euro)”, si legge ancora nel comunicato. Scadenza per presentare la propria candidatura al programma (sul sito del progetto, http://www.tlg.gov.ge/ ), il 30 dicembre 2010, partenze a partire dal gennaio 2011.
Blog e avventure
La proposta sembra interessante, soprattutto per giovani laureati in cerca di una prima esperienza di lavoro o volontariato all’estero. La Georgia è una Paese ai confini dell’Europa ricco di storia e tradizioni, sconosciuto ai più e anche per questo affascinante. Quantomeno, questo e molto altro è ciò che raccontano i partecipanti di TLG nei loro numerosissimi blog.
Una delle conseguenze inaspettate del programma è infatti la comparsa in internet di decine di blog scritti dai partecipanti a TLG che raccontano storie di vita quotidiana in Georgia (la nota blogger georgiana Dodka ne ha fatto un elenco in un post ). Un fiume ininterrotto di fotografie, aneddoti, ricette, riflessioni, lamentele, momenti di incontro e scontro culturale raccontati nei dettagli da giovani americani e inglesi abituati a bloggare o desiderosi di farlo proprio per tenere aggiornati amici e parenti durante questa esperienza lontano da casa. O ancora, come recita il titolo di uno di questi blog (“Cosa diavolo ci faccio qui”, http://mfgold-whatthehellamidoinghere.blogspot.com/ ), per interrogarsi su cosa sono andati davvero a fare in Georgia.
Molti dei partecipanti a TLG non perdono occasione per viaggiare tra le antiche città della Georgia o nelle montagne del Caucaso, semplicemente per divertirsi e distrarsi dall’attività di insegnamento, ma anche per incontrare i volontari che vivono in altre parti della Georgia. E, naturalmente, raccontano e mostrano ciò che vedono, svolgendo un’azione di promozione turistica probabilmente più efficace rispetto a quella recentemente promossa dalla municipalità di Tbilisi con la sua campagna di re-branding intitolata “Tbilisi, la città che ti ama” (che ha portato alla produzione di materiale promozionale anche di dubbio gusto, come questo video ). Ad esempio Paul, uno dei partecipanti, presenta sul suo blog le montagne dello Svaneti con un semplice racconto di viaggio e decine di fotografie (vedi i due post relativi, 1 e 2). Raughley racconta della vita notturna in un club di Tbilisi (qui e qui ). Michelle scrive dei matrimoni a cui è stata invitata . Jim racconta di come ha aiutato la sua famiglia ospitante ad accatastare la legna . Un altro partecipante riflette sull’appartenenza all’Europa della Georgia . In molti raccontano di cibo, di feste, tradizioni e tutto ciò che li colpisce della realtà in cui si trovano.
Non si era mai visto nella blogosfera relativa al Caucaso un aumento così improvviso di blog, per di più in inglese, come si è visto questo autunno. Il cambiamento è netto anche perché per una volta non si tratta di siti che parlano di geopolitica e conflitti, ma di viaggi, impressioni ed esperienze quotidiane di persone che probabilmente in buona parte sapevano poco o niente del Paese in cui avrebbero vissuto per un anno intero fino a poco prima della loro partenza.
Disavventure
Poco sorprendentemente, l’arrivo di centinaia di persone nelle città e nei piccoli centri della Georgia ha creato anche qualche problema, in parte causati proprio dalla forte presenza online dei volontari TLG. Ha destato particolare scandalo, ad esempio, il caso di Tomas Fletcher, un volontario britannico che insegnava in una scuola di Zugdidi. L’attacco lanciato sui media è partito da una serie di fotografie che alcuni degli alunni di Tomas Fletcher, accettati tra gli amici Facebook dell’insegnante, avrebbero trovato sul suo account. Alcuni media locali, ed in particolare il canale televisivo Maestro, hanno accusato in modo molto esplicito ed infamante Tomas, facendo riferimento alla sua immoralità nel diffondere immagini considerate indecenti tra gli studenti. Le foto "incriminate" erano relative a feste in compagnia, un tipo di immagini che abbonda sui profili di tanti giovani utenti di Facebook e che difficilmente avrebbero destato tanto scandalo nel Paese d’origine del volontario.
Dopo questo episodio, Neal Zupancic, un altro partecipante a TLG che a sua volta era stato vittima di attacchi sui media, ha pubblicato sul suo blog un avvertimento ai volontari presenti e futuri che si receranno in Georgia: ”Dovete sapere che tutto ciò che farete in pubblico o che metterete online potrebbe essere estrapolato dal contesto e utilizzato contro di voi e l’intero programma TLG […]. Se non volete questo tipo di attenzione, vi conviene rendere più strette le vostre impostazioni di privacy su Facebook e proteggere il vostro blog con una password.” In effetti, alcuni dei blog dei partecipanti a TLG sono ora protetti da password.
Nei loro post, i volontari di TLG raccontano anche di disavventure, scomodità, momenti di sconforto e disadattamento. Ma nel complesso, il quadro che emerge dai blog dei partecipanti al progetto è quello di un’esperienza positiva e ricca di emozioni, incontri e viaggi in una terra tutta da esplorare. A gennaio, dovrebbero partire i primi volontari dall’Italia. Sta forse per nascere una blogosfera georgiana in lingua italiana?