Gaye Su Akyol: la nuova regina di Istanbul
Musica surf, psichedelica e tradizione anatolica è la potente miscela di stili musicali del secondo album della cantante turca Gaye Su Akyol che esplode per forza espressiva e impegno sociale
Una delle più interessanti nuove proposte turche: Gaye Su Akyol. Nasce a Istanbul e con la famiglia gira l’Asia Minore assimilando stili e generi che caratterizzano il mondo musicale anatolico. Il padre Muzzaffer Akyol si occupa di pittura e fa spesso tappa a Trebisonda, centro culturale e portuale che risente di molte culture, fra cui quella greca e armena. Gaye Su Akyol non può dunque prescindere dal respiro globale della Turchia e della città che le ha dato i natali: «Molti centri anatolici sono veri e propri ponti culturali», afferma l’artista, «e questo è vero soprattutto in ambito musicale, a partire dall’esperienza ellenica lungo le coste dell’antico impero ottomano. Da giovane giravo frequentemente per il paese con la mia famiglia e ho potuto constatare di persona l’eccezionale diversità antropologica che caratterizza il mondo turco». E l’antropologia, di fatto, fornisce alla musicista lo stimolo per parafrasare il paradigma anatolico, ricchissimo di spunti e rimandi all’evoluzione umana. Gaye Su Akyol studia antropologia all’università e dopo la laurea si occupa di pittura e scrive canzoni. Fa le prime esperienze nei Toz ve Toz e nei Seni Gormem Imkansiz, e soprattutto con una band di spicco del panorama underground turco: i Bubituzak .
Debutta nel 2014 con Develerle Yasiyorum: la politica, la scena musicale di Istanbul, i problemi sociali, sono i temi affrontati. «Lavoro come antropologa», dice Gaye Su Akyol, «partendo dal presupposto che dietro alle nostre tradizioni c’è il respiro dei nostri avi che può essere missato con le idee e i pensieri correnti. Rimango una sognatrice e come tale è sempre vivo in me il desiderio di cambiare il mondo». Sembrano melodie turche degli anni Venti, ma l’ascolto attento fornisce spunti per capire che si tratta invece di un caleidoscopio di umori contrastanti, per certi versi avveniristici. La politica sociale è un impegno serio e infatti l’artista canta "Kendimin Efendisiyem Ben (sono io l’unica padrona di me stessa): sta a me se faccio l’amore o la guerra" con accuse esplicite al governo turco.
Con il recente Hologram Imparatorlugu bussa ufficialmente alle porte dell’occidente. E’ un disco affascinante che mischia le tipiche sonorità orientali con la grinta e l’irriverenza del rock anglo statunitense; ma ci sono anche tracce di musica surf, psichedelia, e naturalmente la grande tradizione anatolica. Gaye Su Akyol annovera fra i suoi "maestri" Nick Cave, Sonic Youth, Joy Division, Einsturzende Neubaten, il grunge di Seattle e la musica della West Coast americana. «Quando ho ascoltato per la prima volta Nevermind (storico disco dei Nirvana) sono rimasta senza parole. L’energia di quel disco ha cambiato il mio modo di vivere la musica». Similmente si esprime per capisaldi del mondo musicale anatolico come Selda Bagcan e Muzeyyen Senar .
In quest’ultima opera, sono coinvolti musicisti rinomati come il chitarrista Ali Güçlü Şimşek, trentatreenne di Kadıköy, quartiere situato nella parte asiatica della città di Istanbul; il suonatore di oud Selim Boyacı; il violinista Ahmet Ayzit; e l’Istanbul Strings al gran completo. Secondo Tim Cumming del The Guardian è un ottimo disco, un inno ai valori più importanti della vita, «un pianto per la libertà a tutti i livelli»; le canzoni non a caso parlano di libertà, amore, meditazione, musica. Il disco si apre con la brillante "Hologram ": ipnotica e sensuale, con un ritmo sincopato che benedice la geografia mediorientale. Più intimista la seconda traccia, "Akil Olmayinca", introdotta dal virtuoso violino di Ayzit; in certi punti rimanda ai mariachi messicani. Altre canzoni che non si dimenticano: i Calexico di "Kendimin Efendisiyim Ben" e il surf di "Kendimin Kacmaktan". Chiudono l’arabeggiante "Mona Lisa" – il cui testo è stato composto dal padre dell’artista, attingendo alla cultura degli antichi troubadour turchi – e la psichedelica "Berdus".
Non ci resta che sperare di vederla dal vivo in Italia. Nei suoi show emozionanti e coinvolgenti nulla è lasciato al caso e le scenografie e le coreografie sono spesso "scintillanti". Si è esibita in alcuni fra i più importanti festival europei a fianco di figure come Neil Young, LCD Soundsystem e Deerhunter. Le prossime tappe del tour saranno in Svizzera (27 maggio) e Slovenia (26 maggio).