Gas russo tramite l’Azerbaijan: interrogativi scomodi per l’Europa

Un accordo largamente osannato tra Baku e Bruxelles aveva lo scopo di liberare l’Europa dal gas russo. Ma se ora è l’Azerbaijan a importare gas russo per rispettare gli impegni presi nei confronti dell’Ue?

12/12/2022, David O'Byrne -

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Metanodotto nei pressi di Baku, Azerbaijan - © Adil Celebiyev/Shuttarstock

(Originariamente pubblicato da Eurasianet il 22 novembre 2022)

L’Azerbaijan ha iniziato a importare gas dalla Russia in base ad un accordo che dovrebbe consentire di soddisfare la propria domanda interna, ma che solleva seri interrogativi sul recente accordo sottoscritto da Baku per incrementare le esportazioni verso l’Europa.

Gazprom, l’azienda statale che produce ed esporta il gas russo, ha annunciato il 18 novembre scorso di aver iniziato a fornire gas alla società statale del gas dell’Azerbaijan SOCAR il 15 novembre, per un totale fino ad un miliardo di metri cubi da qui a marzo 2023.

Né il ministero dell’Energia dell’Azerbaijan né la SOCAR – interrogati a proposito da Eurasianet – hanno confermato l’accordo i cui dettagli rimangono poco chiari.

In una dichiarazione all’agenzia di stampa azera APA, SOCAR ha affermato di collaborare da tempo con Gazprom e che le due società "stanno cercando di ottimizzare la loro infrastruttura organizzando lo scambio reciproco di flussi di gas".

L’accordo è stato firmato poco prima del periodo di picco della domanda di metà inverno: l’Azerbaijan cercherà di mantenere le forniture ai suoi clienti nazionali di gas rispettando anche i propri impegni di esportazione verso Georgia e Turchia, nonché il commercio recentemente ampliato con l’Europa.

Le esportazioni verso l’Ue attraverso il Corridoio meridionale del gas (Southern Gas Corridor) erano state programmate per raggiungere i 10 miliardi di metri cubi quest’anno, ma in base ad un nuovo memorandum d’intesa con l’Unione europea firmato a luglio, Baku ha accettato di aumentare le esportazioni a 12 miliardi di metri cubi.

Tale aumento aveva lo scopo di aiutare Bruxelles a compensare la perdita di forniture di gas russo, tagliate da Mosca come rappresaglia per le sanzioni imposte in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

Sebbene l’accordo sia stato molto pubblicizzato sia a Bruxelles che a Baku, non è mai stato chiarito da dove sarebbe arrivato esattamente il gas extra.

I problemi con gli impegni presi sono emersi già a settembre, quando il ministro dell’Energia dell’Azerbaijan Parviz Shahbazov ha annunciato che quest’anno il paese avrebbe esportato in Europa solo 11,5 miliardi di metri cubi, senza dare alcun indizio sul perché l’obiettivo di esportazione si fosse ridotto.

Una fonte vicina al consorzio proprietario del gigantesco giacimento di gas di Shah Deniz in Azerbaijan, che attualmente fornisce tutto il gas esportato dal paese, ha confermato a Eurasianet che non sono stati conclusi nuovi contratti di esportazione e che il giacimento è attualmente impegnato solo per la fornitura dei 10 miliardi di metri cubi preventivamente concordati.

Ora, la notizia che l’Azerbaijan importerà gas dalla Russia quest’inverno suggerisce che Baku intende utilizzare il gas russo per rifornire il proprio mercato interno al fine di liberare gas per adempiere all’impegno con Bruxelles.

Le sanzioni imposte dall’Unione europea alla Russia non si applicano all’Azerbaijan, che resta libero di importare quanto gas russo vuole.

Tuttavia, il nuovo accordo contravviene all’intenzione politica dell’accordo di luglio, specificamente concepito per aumentare le esportazioni di gas dell’Azerbaijan verso l’Europa in modo da aiutare l’UE a ridurre la dipendenza dal gas russo.

Implicazioni a lungo termine

Il fatto che sia Mosca ad agevolare parte di queste importazioni dell’Azerbaijan suggerisce che gli sforzi di diversificazione di Bruxelles potrebbero essere vani, e non solo a breve termine.

In base all’accordo firmato a luglio, Baku ha anche accettato di raddoppiare le esportazioni attraverso il Corridoio meridionale del gas fino a raggiungere i 20 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2027, il massimo che la rete di gasdotti esistente può trasportare.

Tale aumento sarà costoso e richiederà tempo per essere realizzato, richiedendo sia l’aggiunta di nuovi compressori ai gasdotti esistenti sia enormi investimenti nei giacimenti di gas dell’Azerbaijan per produrre il gas necessario.

Al momento non è stato deciso alcun investimento per espandere i tre gasdotti che compongono il Corridoio meridionale del gas che trasporta il gas verso l’Europa, mentre rimangono dubbi sulla provenienza degli ulteriori 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

BP ha confermato all’inizio di quest’anno che il gigantesco giacimento di gas di Shah Deniz che gestisce non è in grado di fornire tutti gli ulteriori 10 miliardi di metri cubi richiesti.

L’Azerbaijan ha alcuni altri piccoli giacimenti di gas, ma la loro produzione non dovrebbe essere sufficiente nemmeno per soddisfare l’impegno di Baku verso Bruxelles, e ciò rafforza l’idea che il gas dovrebbe provenire da altri paesi della regione.

Ciò ha ravvivato le antiche speranze che l’Azerbaijan possa far transitare sul suo territorio il gas del suo dirimpettaio sul Caspio, il Turkmenistan, che vanta le seste maggiori riserve di gas del pianeta.

Le relazioni tra Baku e Ashgabat sono notevolmente migliorate negli ultimi anni, culminando in un rivoluzionario accordo di scambio di gas a tre vie con l’Iran nel dicembre 2021, in base al quale il Turkmenistan si è impegnato a fornire tra 1,5 e 2 miliardi di metri cubi di gas l’anno all’Iran nord-orientale e l’Iran nord-occidentale fornirebbe una quantità analoga di gas all’Azerbaijan.

Ampiamente osannato come un raro e notevole esempio di cooperazione regionale, quell’accordo era stato visto come una possibile fonte a breve termine di gas extra per l’Europa.

Tuttavia, lo stato attuale dell’accordo non è chiaro. L’inaspettata necessità dell’Azerbaijan di importare gas russo fa sorgere il sospetto che tale accordo possa essere caduto vittima del deterioramento delle relazioni tra Baku e Teheran.

Esistono altre opzioni per fornire gas turkmeno all’Europa: i funzionari turchi hanno confermato a luglio che Ankara ne stava esaminando tre per il transito del gas turkmeno consegnato dall’Azerbaijan attraverso il Corridoio meridionale del gas verso l’Europa.

Si ritiene che una di queste opzioni sia un progetto sostenuto dagli Stati Uniti per convogliare il gas da alcuni giacimenti petroliferi del Turkmenistan da dove potrebbe essere esportato.

Tuttavia, senza notizie di progressi su nessuna delle possibili opzioni, si fa strada la possibilità che, come per il suo impegno di consegnare 12 miliardi di metri cubi di gas all’Europa quest’anno, l’Azerbaijan possa non essere in grado di mantenere nemmeno la promessa di raddoppiare le esportazioni a 20 miliardi di metri cubi entro il 2027.

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