Galeb, la nave di Tito
La nave Galeb, sulla quale tra il 1953 e il 1979 Tito ha ospitato decine di capi di stato, verrà ristrutturata con fondi europei e trasformata in museo multimediale a Fiume, Capitale europea della cultura 2020
La leggendaria "Brod Mira Galeb" (Nave della pace, Gabbiano), residenza marittima del Maresciallo Josip Broz Tito dal 1953 al 1979, grazie al sostegno europeo diventerà museo multimediale e luogo di attrazione culturale turistica della città di Fiume, alla quale a marzo di quest’anno è stato conferito l’ambito titolo di "Capitale europea della cultura 2020 ". "La nostra intenzione è che la nave non diventi un mausoleo ma un luogo vivo e tematicamente legato alla storia contemporanea, uno spazio di costante discussione su ciò che accade attorno a noi", ha dichiarato al quotidiano Oslobodjenje il direttore del progetto "Fiume – Capitale europea della Cultura 2020 " Slave Tolj.
La trasformazione della nave in museo sarà possibile grazie a fondi europei ottenuti dalla Croazia nell’ambito del progetto "Valorizzazione turistica dei monumenti rappresentativi del patrimonio industriale di Fiume". L’importo di 69 milioni di kune (9.2 milioni di euro), servirà oltre che per la ristrutturazione della Galeb anche per il "Palača Šećerane", palazzo barocco del 1752, ex-zuccherificio che diverrà museo civico. Il co-finanziamento europeo copre l’85% della spesa preventivata mentre il restante, per la somma di 12 milioni di kune (1.6 milioni di euro), sarà coperto dalla municipalità di Fiume.
Una nave che ha una lunga storia, anche travagliata, e che ha ospitato più di cento capi di stato e di governo, stelle del cinema come Sofia Loren, Elisabeth Taylor e Richard Burton, intellettuali e artisti jugoslavi. "Ricordo con emozione quando venivo invitata da Tito sulla Galeb. Una volta, con tanti stranieri a bordo, si avvicinò un uomo che poi mi dissero essere Nasser, che gli chiese: ‘E questa ragazzina, chi è?’. Tito rispose, con orgoglio: ‘E’ la nostra Regina!’". Il racconto è di Esma Redžepova – cantante macedone diventata famosa nel mondo dagli anni ’60 e nota come la "Regina della musica gitana" – incontrata da OBCT durante una sua visita in Italia.
Sulla Galeb hanno navigato ospiti di Tito importanti protagonisti della politica mondiale di quegli anni, tra i quali il già nominato Gamal Abd el-Nasser, presidente della Repubblica egiziana e il primo ministro indiano Jawaharlal Nehru, con i quali nel 1961 Tito diede forma al Movimento dei Paesi non allineati . Tra i tanti anche il Re del Marocco Hassan II, Nicolae Ceaușescu, la Regina Elisabetta, Mu’ammar Gheddafi , Leonid Ilìč Brežnev, Nikita Kruščëv , Indira Gandhi, Ernesto Che Guevara e Fidel Castro.
La storia navale della Galeb
Costruita nei cantieri dell’Ansaldo a Genova, lunga 117 metri e larga 15 la Galeb è fornita di due motori diesel Fiat da 7.200 cavalli. Venne varata nel 1938 con il nome "Ramb III" e destinata al trasporto di banane per conto della Marina mercantile italiana. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale venne convertita a incrociatore ausiliario e utilizzata dalla Regia Marina come unità di scorta tra Italia, Libia, Grecia e Albania. Il 9 settembre 1943, giorno dopo la firma dell’Armistizio, le truppe tedesche ne presero possesso, la rinominarono "Kiebitz" (Pavoncella) e divenne posamine: usando come base il porto di Fiume, in oltre un anno scaricherà in mare più di 5mila mine tra il Quarnero e l’Alto Adriatico. Il 5 novembre del 1944, durante uno dei 27 bombardamenti degli Alleati sulla città avvenuti tra gennaio ’44 e marzo ’45, la Galeb venne colpita e affondata.
Solo nel 1947 venne recuperata dal fondo marino e rimessa a nuovo per diventare la nave di rappresentanza di Jozip Broz Tito, dal gennaio del 1953 presidente della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. La userà per la prima volta nel marzo del ’53, per navigare fino alle coste del Regno Unito e lungo le acque del Tamigi e arrivare a Londra per incontrare il primo ministro Wiston Churcill. Tito fu il primo Capo di stato di un paese del blocco comunista in visita nel Regno Unito.
Tra il 1953 e il 1980, anno della morte di Tito, con un equipaggio di quasi 200 persone, di cui 115 allievi e istruttori della Marina jugoslava, la Galeb ha percorso circa 86mila miglia in 549 giorni di crociera, di cui 308 con il Maresciallo a bordo, toccando le coste di paesi di tre continenti: Europa, Asia e Africa. L’ultimo viaggio in veste di panfilo di stato avvenne nel 1989. Nel 1991, con lo scoppio dei conflitti di dissoluzione della Federazione Jugoslava, finì ormeggiata nel porto delle Bocche di Cattaro.
Post-Ju
La Galeb venne poi ceduta al Montenegro, che nel 1996 la mise all’asta. Fu l’armatore greco John Paul Papanicolaou ad acquistarla per la cifra irrisoria di 750mila dollari con l’intenzione di trasformarla in yacht di lusso. Ma gli alti costi di ristrutturazione preventivati e la crisi economica internazionale iniziata nel 2001 lo fecero desistere e nel 2006 la vendette come rottame al governo croato che, nonostante le pessime condizioni del natante, decise di non demolirla. Due anni dopo la Galeb venne proclamata patrimonio culturale nazionale della Croazia e nello stesso anno vennero effettuati alcuni interventi urgenti di ristrutturazione fino a quando, nel 2009, la Città di Fiume ne divenne proprietaria.
Da allora la nave è rimasta ferma in porto perché non in grado di navigare, sottoposta solo a piccoli lavori di manutenzione per mancanza di fondi. Ecco che il progetto europeo vinto renderà ora possibile alla municipalità di Fiume realizzare un’idea in cantiere da tempo: la sua trasformazione in museo con la ristrutturazione di tutte le aree in cui soggiornavano Tito e gli ospiti – dunque dall’appartamento privato del presidente alle cabine dei passeggeri e del personale di bordo, fino ai saloni comuni – compresa la sala macchine e i luoghi di manovra. Si tratterà di un totale di 4000 metri quadri, accessibili anche a persone diversamente abili.
E’ previsto che il "museo sull’acqua’, attraverso l’uso della multimedialità (fotografie, documenti di archivio, video e audio), racconti la storia della nave, della vita a bordo, del ruolo che la nave ha avuto nella nascita del Movimento dei paesi non allineati, oltre che della storia della città di Fiume durante la Seconda guerra mondiale. Inoltre, i suoi spazi verranno utilizzati per programmi culturali come spettacoli teatrali e mostre, laboratori, seminari, conferenze e proiezioni cinematografiche. Il museo verrà gestito dell’Ente museale della città di Fiume. Per l’allestimento, come sottolineato dal sindaco di Fiume Vojko Obersnel, è stata scelta la designer Nikolina Jelavić Mitrović, autrice dell’allestimento che nel 2006 ha fatto vincere al Museo civico di Vukovar il premio EMYA (European Museum of the Year Awards).
Alla soddisfazione del sindaco – che era stato duramente criticato quando decise di acquistare la nave per tentare di salvarla – si è aggiunta l’emozione dell’attuale capitano della Galeb, Željko Matejčić: "Io non sono uno storico e non posso parlare di che cosa sia stato Tito. Ma come uomo di mare amo tutte le navi e soprattutto questa, perché ha una storia speciale oltre a una linea splendida. Ecco perché deve essere tutelata". A proposito di Tito, ha assicurato Ivan Šarar, direttore del Dipartimento cultura della città, che non vi è alcuna intenzione di glorificarlo: "Questa nave è stata protagonista di diversi totalitarismi del ventesimo secolo e di una guerra mondiale. Per cui il museo intende usare un approccio critico a tutti i periodi storici attraverso i quali è passata per farla diventare luogo di narrazione storica e riflessione".