Fondamentalismo virtuale
Tre bulgari di religione islamica arrestati dalle forze speciali di polizia. L’accusa è di diffondere l’ideologia wahhabita per sovvertire l’ordine costituzionale bulgaro. Le persone arrestate hanno negato ogni legame con strutture dell’Islam fondamentalista. Il dibattito in Bulgaria
Tre cittadini bulgari di religione islamica, Ali Hairaddin, Aniola Dimova e Mustafa Redzhep, sono stati arrestati lo scorso 20 febbraio dagli agenti delle forze speciali della polizia bulgara. I tre sono stati accusati (insieme a una quarta persona, Milena Genkova), di diffondere attraverso internet l’ideologia dello wahhabismo e dello jihadismo, con l’obiettivo di sovvertire l’ordine sociale e costituzionale dello stato bulgaro e di creare un nuovo califfato basato sulla Sharia, la legge islamica. Hairaddin, Redzhep e la Dimova fanno parte dell’Unione dei Musulmani di Bulgaria, un’ Ong creata nel 2006 e diretta proprio da Ali Hairaddin, 51 anni, laureato in teologia islamica ed ex mufti della moschea di Sofia. Due siti internet, www.islam-bg.net e www.islam.qa.com sono stati al tempo stesso soppressi su indicazione delle forze dell’ordine. Gli accusati sono stati poi rilasciati il 22 febbraio dopo aver pagato una cauzione di 1000 leva (500 euro).
La maggior parte degli organi di stampa in Bulgaria ha definito i siti come "t[]isti", o "jihadisti", e legati ai Fratelli Musulmani e ad Al-Qaida. "Jihad virtuale su web-sites bulgari" ha titolato il 22 febbraio Sega. "Emissari reclutano gente dei Rodopi per il Jihad" e "alcuni membri dell’Unione dei Musulmani di Bulgaria gridano "I Rodopi, prossima Cecenia", ha scritto invece Monitor. "I fondamentalisti arabi pagano 200 leva (100 euro) perché le donne musulmane in Bulgaria portino il velo" ha scritto ancora Standart, accusando Ali Hairaddin di introdurre nel paese un Islam di matrice araba. Secondo i media locali, Hairaddin è riuscito a convertire all’Islam e all’idea della "guerra santa" almeno trenta cristiani.
Alcuni esperti di Islam, come Mohd Abuasi, direttore del Centro per gli Studi Mediorientali, ritengono però che in questo caso le forze di polizia bulgare abbiano fatto una grossa gaffe. Secondo Abuasi, infatti, è piuttosto strano che gli ufficiali di vari servizi abbiano parlato dello smantellamento di una presunta struttura legata ad Al-Qaida, quando nessun riferimento a tale struttura è stata formulata nelle accuse ufficiali. "Non c’è nessuna struttura di Al-Qaida, né alcun tipo di t[]ismo islamico in Bulgaria" ha dichiarato Abuasi ad Osservatorio.
Non siamo t[]isti
"L’Unione dei Musulmani di Bulgaria, è una Ong volta all’integrazione della comunità islamica di Bulgaria all’interno dei valori umani pan-europei", ha dichiarato durante una conferenza stampa tenuta il 25 febbraio Salih Arshinski, segretario dell’organizzazione. Nella stessa occasione Ali Hairaddin ha sottolineato che "ideologia wahhabita e jihadista sono termini privi di reale significato" e ha dichiarato che l’esistenza di un nucleo t[]ista islamico in Bulgaria è pura fantasia. I rappresentati dell’Ong, inoltre, hanno negato che l’organizzazione sia finanziata dall’estero. "Qualcuno non vuole che i musulmani di Bulgaria possano presentare alla società le proprie priorità ed il proprio punto di vista, e che a farlo siano solamente strutture addomesticate e sotto controllo", ha dichiarato ancora Salih Arshinski.
I poligami
Gli organi di informazione bulgari hanno messo in risalto il fatto che l’ex mufti di Sofia è bigamo e che Aniola Dimova, una delle persone arrestate, è in realtà la sua seconda moglie. I membri dell’ Unione dei Musulmani di Bulgaria sono favorevoli alla poligamia. Mumun Ismail, vice direttore dell’Ong, ha spiegato ai giornalisti che secondo la legge islamica un uomo può avere fino a quattro mogli. Hairiddin ha dichiarato che Aniola, secondo il Corano, è una sua moglie legale a tutti gli effetti. Hairiddin vive tra il suo villaggio nativo di Avramovo, nella regione di Yakoruda, dove possiede una piccola fattoria e dove vive la sua prima moglie, e Sofia, dove si trovano la sede principale dell’Unione e la sua seconda moglie.
Gulgun: questo è il volere di Allah
Per capire meglio l’attuale posizione della donna nell’attuale comunità islamica di Bulgaria, ho deciso di parlare direttamente con una di loro. Gulgun Gajdanova, 34 anni, nativa del villaggio di Valkosel, nel distretto di Gotze Delchev, adesso vive stabilmente nella città di Haskovo. Si è laureata prima all’Università di Blagoevgrad, e poi in teologia islamica in Giordania. Gulgun è una donna profondamente religiosa, e indossa sempre il suo "hidjab", il velo islamico, perché come mi dice, "questo è il volere di Allah. Indossandolo, io mi sento molto più a mio agio, più sicura e tranquilla. Questo non ha niente a che vedere con il denaro". La sua famiglia non era particolarmente religiosa, e quando Gulgun ha deciso di indossare lo "hidjab" sia sua madre che sua nonna erano piuttosto critiche. Adesso però le donne anziane della famiglia, ma anche sua sorella, hanno iniziato ad indossarlo regolarmente. Gulgun vorrebbe indossare il velo anche per le foto che corredano i suoi documenti di identità. Secondo lei l’Islam in Bulgaria è diverso da quello giordano, molto più popolare, perché mescolato a tradizioni sia cristiane che risalenti al paganesimo. In Bulgaria, secondo Gulgun, dovrebbero essere creati spazi appositi per la preghiera nelle istituzioni pubbliche, come università, biblioteche e stazioni. Riguardo ai siti web che sono stati censurati, dice, l’opinione pubblica dovrebbe prima leggere i loro contenuti, e poi esprimere un giudizio. Gulgun ha un sogno. Dopo aver ottenuto il suo master diventerà insegnate, e spera di poter lavorare all’interno delle istituzioni statali come esperta di Islam.
Secondo Mohd Abuasi, le donne che in Bulgaria indossano lo "hidjab" sono al massimo trecento. "La società non dovrebbe essere spaventata da questo fenomeno. C’è una rinascita dell’Islam in Bulgaria soprattutto tra i giovani delle comunità musulmane, un fenomeno che si inserisce all’interno di un trend mondiale. Se veniamo agli arresti di gruppi fondamentalisti condotti in Europa occidentale, questi sono basati su prove e fatti concreti, e non soltanto su idee espresse su internet. I siti internet possono essere chiusi senza ricorrere alla galera".
Le persone arrestate hanno negato ogni legame con strutture dell’Islam fondamentalista, e di essere finanziate da fondazioni islamiche dei paesi arabi. Hanno inoltre annunciato che creeranno presto un nuovo sito di carattere educativo. Alla domanda "esiste un dibattito sulla riforma dell’Islam in Bulgaria?", fatta da Osservatorio ai membri dell’Unione dei Musulmani di Bulgaria, la risposta è stata che tale processo non è mai iniziato, visto che non è considerato come necessario.