Flotilla: continueremo a navigare verso Gaza

“Intercettare imbarcazioni in ​​acque non sottoposte alla giurisdizione di nessuno stato è illegale. Questo è un sequestro di civili in acque internazionali, quindi un atto terroristico”, denuncia la giurista Morana Miljanović, l’unica cittadina croata nella Global Sumud Flotilla e comandante della nave ‘Shireen’

06/10/2025, Ivana Perić

Flotilla-continueremo-a-navigare-verso-Gaza

Global Sumud Flotilla © Tricani Alessio/Shutterstock

(Originariamente pubblicato da Novosti , il 2 ottobre 2025)

Nella tarda serata di mercoledì primo ottobre, i soldati israeliani hanno attaccato la Global Sumud Flotilla, un’azione coordinata pacifista e umanitaria, composta da quarantaquattro imbarcazioni e oltre quattrocento attivisti. L’attacco è iniziato mercoledì intorno alle 20.00 con l’intercettazione della nave ammiraglia, Alma, il cui equipaggio è stato arrestato dall’esercito israeliano.

In una prima dichiarazione, il ministero degli Esteri israeliano ha reso noto che sono state intercettate quaranta navi della flottiglia [nel frattempo il numero è salito a quarantadue ], precisando che i membri degli equipaggi sono stati fermati e che un gruppo dopo l’altro sarebbe arrivato al porto di Ashdod, dove sarebbero iniziate le procedure di espulsione.

Per comprendere meglio le dinamiche dell’attacco, abbiamo interpellato Morana Miljanović, l’unica cittadina croata nella Global Sumud Flotilla e comandante della nave Shireen, che ha fornito supporto legale alla flottiglia, pubblicando regolarmente aggiornamenti sugli aspetti giuridici della missione. Mercoledì sera, di fronte all’attacco israeliano, la Shireen è stata costretta a cambiare rotta e ora dovrebbe essere al sicuro [sabato 4 ottobre la Shireen è arrivata a Cipro].

“La flottiglia era composta da quarantaquattro navi. Una di queste sta ancora navigando perché, per motivi tecnici, era la più lenta, quindi solo ora si sta dirigendo verso Gaza, però sicuramente verrà intercettata [venerdì 3 ottobre la nave Marinette è stata infatti fermata dalle forze israeliane]. Un’altra imbarcazione forse è riuscita a raggiungere Gaza, ma non possiamo confermarlo, abbiamo perso le comunicazioni con loro”, spiega Miljanović.

“Israele interrompe costantemente le nostre comunicazioni, i canali di comunicazione tra le navi sono stati interrotti cinquanta volte nella notte tra mercoledì e giovedì, per poi essere ristabiliti. Gli israeliani lo fanno sempre di notte. Questa volta però la loro operazione è durata fino a mattina inoltrata, probabilmente perché la nostra flottiglia era composta da tantissime navi e barche a vela. Abbiamo visto soldati armati fino ai denti assaltare le navi in ​​pieno giorno”.

L’attivista croata, responsabile della nave che ha funto da osservatore legale all’interno della Global Sumud Flotilla, sottolinea che si è trattato di un attacco terroristico.

“Intercettare navi in ​​acque internazionali è illegale, parliamo del sequestro di persona in acque internazionali, quindi di un atto terroristico”, denuncia Miljanović. “Israele viola costantemente il diritto internazionale, lo fa quando attacca una flottiglia, ma anche con la sua politica di apartheid, la carestia imposta, il genocidio. Israele si comporta come se tutte le sue azioni potessero passare impunite”.

“Un altro aspetto della nostra missione – sottolinea la comandante della Shireen – è quello umanitario: la flottiglia ha trasportato aiuti umanitari. Certo, è un atto simbolico, ma pur sempre umanitario. Non va quindi dimenticato che è stata attaccata una flottiglia con un carico di aiuti”.

“Infine, ed è un punto particolarmente importante, si è trattato di un’azione diretta collettiva, decoloniale, con un chiaro messaggio politico che va oltre la semplice distribuzione di aiuti umanitari”, sottolinea Miljanović.

L’attivista poi spiega che la mobilitazione e l’organizzazione della flottiglia hanno richiesto uno straordinario sforzo congiunto di cittadini del Nord e del Sud del mondo, che con tenacia hanno portato avanti la loro missione, nonostante le numerose sfide della navigazione nel Mediterraneo.

“Il nostro obiettivo principale è quello di portare solidarietà al popolo palestinese e fermare il genocidio. Sappiamo che questo obiettivo non può essere raggiunto con un’azione come questa, ma è importante dimostrare che possiamo fare qualcosa”.

“Proteste, azioni, blocchi sono in atto in tutto il mondo. Un recente esempio incoraggiante è quello dell’Italia. Con queste iniziative, stiamo sfidando il clima di impotenza che regna tra i cittadini. Questa non è né la prima né l’ultima flottiglia. La seconda, composta da una decina di navi, sta già navigando verso Gaza, e tra pochi giorni cercherà di avvicinarsi e rompere il blocco”, sottolinea con fermezza Miljanović.

Infine, la giurista invita il governo di Zagabria a rispettare gli impegni assunti dalla Croazia in base al diritto internazionale e a smettere di sostenere il genocidio.

“E il messaggio alle persone comuni, e soprattutto a quelle singolari, è di essere forti e credere di poter sempre fare qualcosa. Studenti, lavoratori, cittadini, tutti abbiamo il potere di esercitare pressione e di creare, con le nostre azioni, una massa critica per evitare che quanto sta accadendo in Palestina continui ad essere accettato e normalizzato”, conclude Miljanović.