Festival di Venezia: Balcani e non solo
Si apre oggi la settantunesima edizione della Mostra del cinema di Venezia. Una rassegna a cura del nostro critico cinematografico
Venti film in concorso, tra i quali due turchi, uno russo e tre italiani (più il “Pasolini” diretto da Abel Ferrara e interpretato da Willem Dafoe) e parecchi film da Balcani e Caucaso nelle sezioni collaterali.
Oggi inaugura la 71° Mostra del cinema di Venezia, fino al 6 settembre con in programma interessante e per l’apertura “Birdman” di Alejandro Gonzales Iñarritu con Michael Keaton, Emma Stone e Naomi Watts.
In concorso c’è solo un film di debutto, ed è il turco “Sivas” di Kaan Mujdeci, storia cruda di un ragazzino che salva un cane impiegato nei combattimenti clandestini e si lega a lui. C’è poi l’epico “The Cut” del tedesco-turco Fatin Akin (“La sposa turca”, “Soul Kitchen”), storia familiare ambientato lungo il ‘900 legata al genocidio degli armeni e con protagonista Tahar Rahim visto ne “Il profeta”.
La Turchia festeggerà anche a Venezia i suoi 100 anni di cinema e potrebbe, dopo la Palma d’oro di Cannes con “Winter Sleep” di Nuri Bilge Ceylan, aggiudicarsi ancora qualcosa. In concorso anche il grande cineasta russo Andrei Konchalovskij con “Belye nochi pochtalona Alekseya Tryapitsyna – The Postman’s White Nights”.
L’Italia concorre con “Il giovane favoloso”, ovvero Giacomo Leopardi letto dalle immagini di Mario Martone e interpretato da Elio Germano. Ancora “Anime nere” di Francesco Munzi e “Hungry Hearts” girato a New York da Saverio Costanzo con Adam Driver e Alba Rohrwacher.
Nella sezione Orizzonti c’è una rappresentanza balcanico-caucasica forte. interessante si annuncia “Takva su pravila – These Are The Rules” del croato Ognjen Svilicić (“Sorry For Kung Fu” e “Armin”), una coproduzione Croazia, Serbia e Macedonia con Emir Hadzihafizbegović e Jasna Zalica. La Georgia, dopo i premi a Sarajevo e in altri festival, conferma di essere al centro dell’attenzione con “Kreditis limiti – Line Of Credit” di Salome Alexi e produce “The President” dell’iraniano Mohsen Makhmalbaf, un ritorno il suo.
Dall’Azerbaijan arriva un altro debutto, “Nabat” di Elchin Musaoglu. Anche il piccolo cinema azero sta dando segnali di vivacità. Un episodio firmato Emir Kusturica è nel collettivo “Words With God” di registi vari, dall’iraniano Bahman Ghobadi all’indiana Mira Nair, dal messicano Guillermo Arriaga al giapponese Hideo Nakata. Tra i cortometraggi “Arta – Art” del romeno Adrian Sitaru, altro nome noto che ha già debuttato nel lungometraggio.
In Venezia Classici con i grandi film del passato restaurati da non perdere il turco “Gelin – Sposa” (1973) di Ömer Lütfi Akad e “Ya shagayu po Moskve – A zonzo per Mosca” (1964) del georgiano Georgij Danelija con un giovanissimo Nikita Michalkov protagonista. Nella giuria Orizzonti c’è la giornalista turca Alin Tasciyan, mentre della giuria per l’opera prima che assegna il Leone del futuro fa parte lo sceneggiatore e regista romeno Razvan Radulescu.
Nella Settimana della critica riservata agli esordienti ci sono il serbo “No one’s child” di Vuk Ršumović, storia durissima ispirata a un fatto realmente accaduto di un ragazzo trovato tra i lupi nei boschi di Travnik nel 1988 che arriverà a confrontarsi con la “civiltà” e poi con la guerra, e il documentario “Dancing With Maria” di Ivan Gergolet, coproduzione Slovenia / Italia / Argentina su una straordinaria danzatrice argentina ultranovantenne, Maria Fux.