Festival di Locarno: dai Balcani al Medio Oriente
Gli eventi della notte del 22 dicembre 1989, la rivoluzione rumena; il ritratto di tre generazioni di donne originarie della ex Jugoslavia ed ora a Zurigo. Sono alcune delle storie raccontate dal 2 al 12 agosto durante la 59esima edizione del Festival di Locarno
Due i film dai e sui Balcani in concorso ufficiale alla 59esima edizione del Festival di Locarno (Svizzera, 2-12 agosto), che darà comunque grande spazio al cinema del sudest Europa. Sono Hartia va fi alabastra (The Paper Will Be Blue) del rumeno Radu Muntean e Das Fräulein di Andrea Staka, la regista svizzera di origine serba già a Locarno nel 2001 con il documentario "Jugodivas". Hartia va fi alabastra ripercorre gli eventi della notte del 22 dicembre 1989, fra i moti della rivoluzione che destituì Nicolae Ceausescu, iniziata il 17 dello stesso mese, e la morte del dittatore, il giorno di Natale di quell’anno. Il punto di vista è quello degli eroi minori che scrissero una pagina della Storia della Romania contemporanea: dimostranti decisi a riconquistare la libertà perduta e un esercito senza guida, i cui ufficiali decisero di evitare conflitti e fraternizzare con i rivoluzionari.
Dalle guerre del passato prossimo alle migrazioni del presente storico, Das Fräulein, con la celebre attrice serba Mirjana Karanovic, descrive la complessa situazione degli abitanti della ex Jugoslavia stabiliti a Zurigo attraverso il ritratto di tre generazioni di donne, tra il ricordo di uno ieri tragico, il rimpianto della patria e la quotidianità dell’oggi elvetico.
Nella sezione Cineasti del Presente, palestra ideale per la scoperta di giovani talenti: Kythera del mangiaro Péter Mészáros (noto per "Johanna"), storia di una giovane coppia che vive tra pubblicità, giochi dementi e calcio, all’insegna della noia televisiva. Kilnieks (The Hostage) della lettone Laila Pakalnina, coprodotto da Estonia, Lettonia e Slovenia, sul dirottamento di un aereo a Riga: fra gli ostaggi c’è un bambino che è curioso di conoscere il Paese su cui è atterrato e inizia a chiedere informazioni di ogni tipo. E, nella sezione non competitiva, Toyen del grande autore ceco Jan Nemec, anche vincitore nel 2001 della competizione video locarnese, che reinterpreta la biografia del pittore surrealista ceco Toyen per dimostrare l’universalità dell’Arte.
A un viaggio a Est del Mediterraneo, dai Balcani al Medio Oriente, è dedicato il concorso monografico dei Pardi di domani, sezione di corto e mediometraggi dedicata a giovani registi indipendenti o studenti delle scuole di cinema che non abbiano ancora realizzato dei lungometraggi. Lo scopo è quello di decodificare la complessità culturale e sociale e illustrare le profonde trasformazioni che questa parte del mondo sta vivendo. Ventisette opere fra attrazione e conflitto nei confronti dell’Occidente, fra messa in discussione dell’attualità e valorizzazione delle proprie radici culturali. Storie e immagini di universi paralleli a confronto: Bosnia e Italia, Turchia e Germania, Grecia e Palestina, Siria e Canada. Accanto ai film di oggi, una retrospettiva sulla produzione degli ultimi 10 anni ripropone le opere di Elia Suleiman, Fatih Akin, Stefan Arsenijevic Zdravo Barisic, Aida Begic, Esen Isik, di nuovo Andrea Staka, la bosniaca Jasmila Zbanic, vincitrice dell’ultimo Orso d’Oro a Berlino con Grbavica e Jan Cvitkovic, affermato regista sloveno ("Odgrobadogroba") che è anche nella giuria della sezione competitiva.
Il Festival di Locarno si aprirà il due agosto con l’anteprima in Piazza Grande dell’attesissimo Miami Vice, prodotto e diretto da Michael Mann (Manhunter, Insider, Alì, Collateral), che fu l’ideatore dall’omonima celebre serie televisiva degli anni Ottanta. Colin Farrell e Jamie Foxx interpretano Sonny e Rico, ruoli che furono allora di Don Johnson e Philip Michael Thomas.
Il 2006 è l’anno del Pardo d’onore ad Alexander Sokurov (Moloch, Taurus, Arca russa, Il sole), il grande cineasta russo che proprio a Locarno ricevette nel 1987 il Pardo di bronzo per la sua prima pellicola (Odinokiy golos cheloveka). Infine la retrospettiva dedicata al regista finlandese Aki Kaurismäki che, oltre alle pellicole da lui firmate, presenterà i film che più ha amato, da Murnau ai fratelli Dardenne.