Fadilj Vokri: i miei anni al Partizan
Era uno dei centrocampisti migliori del Partizan di Belgrado. Fadilj Vokri è ora ritornato alla ribalta del calcio della regione. E’ coordinatore della Lega calcistica del Kosovo ed ha recentemente rilasciato un’intervista al quotidiano di Belgrado Danas
Di Ziva Velecki, Danas 2 aprile 2006
Selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e Osservatorio sui Balcani
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak Negli anni ’80 Fadilj Vokri è stato uno dei migliori centrocampisti della nazionale della Federazione Jugoslava. Giovane calciatore di talento a Pristina ha confermato il suo valore tecnico in Serbia, negli anni in cui ha giocato per il Partizan di Belrgado (1986-1989). In dodici partite giocate con la rappresentativa nazionale ha segnato sei gol.
Ha poi lasciato il Partizan per la squadra francese del Nimes ed ha poi per due anni giocato per la squadra turca del Fenerbache per poi chiudere la propria carriera nel club francese di terza divisione del Montlucon, club dove per qualche anno è stato anche dirigente.
I tifosi di calcio delle nuove generazioni in Serbia e Montenegro lo conoscono però oramai molto poco. Ma recentemente è stato invitato per un incontro dall’UEFA e dalla FIFA, facendo così il suo rientro sulla scena mediatica. Argomento dell’incontro: l’adesione della Federazione kosovara a quella europea e mondiale.
E’ per questo che abbiamo deciso di intervistare questo famoso calciatore kosovaro ed ex jugoslavo.
"Non abbiamo parlato di una possibile adesione alla FIFA perché sappaimo già le procedure per entrare a farne parte. All’incontro con i dirigenti della FIFA e dell’UEFA ho posto l’accento sui problemi che si trovano ad affrontare i nostri club quando propri giocatori partono per l’estero. Il nostro campionato non è riconosciuto formalmente ed allora se uno dei nostri giocatori del Kosovo vuole continuare la propria carriera in un club straniero deve seguire un cammino molto complesso. Per sperare di essere preso in una squadra ad esempio spagnola o italiana deve prima di tutto firmare un contratto con una squadra macedone, bosniaca o croata. In questo modo il club dove è calcisticamente cresciuto e che ha investito su di lui non riceve praticamente alcuna compensazione. Senza poi parlare dei traffici portati avanti da manager senza scrupoli. L’incontro si è concentrato in particolare sulle modalità per risolvere questo problema".
L’indipendenza della Federazione calcistica del Kosovo non è ancora all’ordine del giorno?
Sino a quando il Kosovo non sarà riconosciuto come Stato indipendente e accettato dalle Nazioni Unite non potremo divenire membri della casa mondiale del calcio. Di conseguenza la nostra situazione dipende dalle evoluzioni politiche del paese ancor prima che dalle decisioni della FIFA. In ogni caso gli sportivi non devono occuparsi di politica ma affrontare i problemi del calcio.
Qual’è la situazione attuale del calcio in Kosovo?
Nonostante vi siano stati alcuni progressi non otteniamo ancora i risultati sperati. Della Federazione calcistica del Kosovo fa parte una prima serie con 12 club e poi una seconda e terza serie. Vi sono giocatori di talento ma il loro numero resta ancora basso. Abbiamo perso un’intera generazione a causa degli avvenimenti che tutti conosciamo. Adesso stanno crescendo dei nuovi giovani con i quali occorre lavorare molto. Ho fiducia nei nostri allenatori. In generale sono ex giocatori che hanno fatto poi esperienza all’estero. Recentemente un gruppo di nostri esperti ha soggiornato in Svezia.
Quali sono gli altri vostri problemi oltre alle partenze per l’estero?
Sono in principio gli stessi che hanno anche i nostri vicini, Croazia, Bosnia, Serbia e Montenegro: la mancanza di club di livello. Sono venuto a sapere di scontri e litigi che avvengono durante alcune partite, ma siamo riusciti a controllare questo fenomeno. Il problema più grosso rimane la corruzione degli arbitri e dei club che combinano gli incontri. Abbiamo introdotto punizioni severe: se riceve un giudizio negativo l’arbitro viene sospeso per sei incontri e se è recidivo viene sospeso per tredici partite oltre ad essere retrocesso ad una lega inferiore. Ad ora non c’è più stata una partita combinata, almeno per quanto io ne sappia.
Da alcuni anni il basket ha creato una Lega Adriatica. Vi sono stati tentativi simili anche nel calcio. Che ne pensate?
Questo senza dubbio aiuterebbe allo sviluppo del calcio nella nostra regione. Più il livello della competizione è elevato meglio è per i calciatori. Ritengo che sarebbe redditizio anche dal punto di vista finanziario ma non credo che l’UEFA autorizzerebbe tali competizioni.
Quando giocavate col Partizan eravate un suo grande tifoso. Lo siete tutt’ora?
Certamente. Non ho mai smesso di esserlo. Anche perché gli anni che ho trascorso difendendo i colori del Partizan sono stati i più belli della mia carriera.
Siete rimasto in contatto con ex giocatori del club? Seguite il nostro campionato?
Non sono solo in contatto ma incontro anche i miei ex colleghi e i dirigenti del club. La mia generazione ha messo termine all’egemonia dell’altra squadra di Belgrado: la Stella Rossa che per anni ci aveva sconfitto. E’ vero che quest’anno saranno loro con tutta probabilità a vincere il campionato ma lo scudetto non rimarrà a lungo nelle loro mani.
Fadilj Vokri tra non molto andrà a Belgrado, città alla quale non solo sono legati i giorni migliori della sua carriera di calciatore ma della quale subisce anche lo "charme" della vita notturna.