Ex Jugoslavia: la rete dei giovani politici
Una realtà fatta di giovani e buoni propositi. E’ la Rete delle sezioni giovanili dei partiti di Bosnia Erzegovina, Montenegro, Croazia, Kosovo e Serbia tra i cui obiettivi vi sono la collaborazione regionale e il rispetto dei diritti umani
All’interno del Youth Summit tenutosi a Sarajevo dal 14 al 16 ottobre scorsi, è stata organizzata un’assemblea della Rete delle organizzazioni politiche giovanili [Mreža]. La rete regionale delle sezioni giovanili dei partiti politici è stata fondata a partire da un’idea dell’Iniziativa dei giovani per i diritti umani (YIHR), che ha suoi rami nazionali in Bosnia Erzegovina, Montenegro, Croazia Kosovo e Serbia.
YIHR è un’associazione condotta da giovani e si è quindi dato vita ad un collaborazione con le sezioni giovanili dei partiti politici. Tra gli obiettivi principali che la rete intende raggiungere nella regione – che venti anni fa è stata attraversata da conflitti armati – vi è il miglioramento della comunicazione tra i partiti e gli attori politici dell’ex Jugoslavia. Non manca infine il desiderio di innalzare il livello dei diritti umani e del loro rispetto in questa parte di mondo.
Come funziona la Rete
Nella recente assemblea di Sarajevo la rete si è dotata di nuovi strumenti. Il suo statuto è stato migliorato e concretizzato, sono stati formati gruppi fissi che lavoreranno nel periodo compreso tra un’assemblea annuale e l’altra. I gruppi di lavoro sono organizzati per aree tematiche – diritti umani, cooperazione regionale tra i giovani, fondazione di sezioni giovanili dei partiti politici, rinforzo della capacità della Rete – e riflettono gli obiettivi per i quali è stata fondata la rete. Il gruppo dedicato ai diritti umani per esempio sta pianificando di organizzare conferenze, proiezioni e tavole rotonde durante la commemorazione della Giornata internazionale per i diritti umani il prossimo 10 dicembre.
La prima azione della rete risale a un anno fa quando i membri della rete organizzarono eventi presso i parlamenti nazionali di Zagabria, Sarajevo, Podgorica e Pristina. Al parlamento croato era stato organizzata una tavola rotonda in cui si discuteva delle problematiche legate alla difesa dei diritti umani in Croazia. All’incontro erano presenti i rappresentanti di 5 partiti parlamentari, compreso il partito di centro sinistra al governo, Partito socialdemocratico (SDP).
Nell’ambito del gruppo di lavoro che ha il compito di fondare nuove sezioni giovanili dei partiti, sarà presto organizzato un seminario sull’acquisizione delle competenze politiche di base, e un’introduzione ai maggiori problemi della regione, come la crisi dei rifugiati.
Durante l’incontro di Sarajevo alla rete si sono unite le sezioni giovanili di 10 nuovi partiti politici della regione: uno della Serbia, 3 dalla Bosnia Erzegovina e 6 dal Montenegro. Insieme a quelli che avevano fondato la rete nel marzo 2014, ora il numero dei membri della Rete è salito a 31: dal Montenegro 11, dalla Bosnia Erzegovina 8, dalla Serbia 6, dalla Croazia 5 e dal Kosovo 1 partito.
Tra i partiti più importanti che non hanno ancora aderito alla Rete ci sono l’Unione democratica croata (HDZ) della Croazia, il Partito progressista serbo (SNS) della Serbia e il Partito di azione democratica (SDA) della Bosnia Erzegovina. Siccome si tratta di partiti al governo (SNS e SDA) o del più noto partito della Croazia (HDZ), la rete vorrebbe che diventassero suoi membri.
Gli obiettivi della rete
Uno dei principali coordinatori dell’intera iniziativa, il 28enne zagabrese Josip Ivanović, ha spiegato ulteriormente alcuni degli obiettivi della Rete.
“Tra questi c’è sicuramente l’innalzamento della difesa dei diritti umani, ma anche la creazione di una cultura politica regionale, perché è evidente che ci sono cose su cui i partiti concordano, e su queste va realizzata una collaborazione transfrontaliera e una comunicazione tra tutte le organizzazioni giovanili dei partiti della regione. L’obiettivo primario però era di convincere i partiti, cioè le loro sezioni giovanili, a mettersi d’accordo su qualcosa. Per questo l’Iniziativa dei giovani per i diritti umani ha preparato una Dichiarazione di impegno per fondare la Rete in cui abbiamo identificato 6 punti che non possono essere messi in discussione” ha spiegato Ivanović.
I rappresentanti dei partiti alla fine hanno confermato i punti e firmato, durante la sessione plenaria, la Dichiarazione di fondazione della rete. I sei punti su cui i partiti si sono accordati sono: educazione dei giovani politici sui diritti umani e sull’importanza della loro difesa; incoraggiare gli scambi transfrontalieri di saperi ed esperienze; seminari sulle competenze politiche di base; miglioramento della collaborazione regionale dei giovani politici sulla questione del confronto col passato e della giustizia transazionale; creazione di una maggiore partecipazione dei giovani nei processi decisionali della politica e infine aumento degli standard della comunicazione politica fra i giovani.
“Proprio il punto sulla mobilità dei giovani si è dimostrato il più importante anche per le nostre azioni, perché per esempio all’incontro di Sarajevo i membri kosovari non sono riusciti a venire, per via del regime dei visti, cioè perché la Bosnia Erzegovina non riconosce il Kosovo”, ha spiegato Ivanović
“Sorprendente è stata la nutrita presenza di partiti di destra, che, a dire il vero, sono perlopiù della Bosnia Erzegovina e della Serbia”, ha aggiunto Ivanović precisandone l’importanza, perché esiste già una “rete ideologica” di destra mentre questa è l’occasione per quei partiti che non condividono quella ideologia ad unirsi e cercare di sfruttare il potenziale della collaborazione.
“Il nostro desiderio è di riunire quei partiti che vedono la necessità di porre questioni civili, come per esempio condannare i crimini di guerra, e di avviare una collaborazione transfrontaliera”, conclude Ivanović.
Il coordinatore di Zagabria ricorda inoltre che uno dei temi più interessanti di cui non si è ancora parlato abbastanza è il trasferimento delle esperienze dei partiti e delle istituzioni che hanno già affrontato i meccanismi dell’UE, in questo caso la Croazia.
“Questo si concretizzerebbe attraverso l’identificazione dei meccanismi che si possono trasferire agli altri stati, per trasmettere saperi ed esperienze. Con questo lavoro generale si realizzeranno gli obiettivi per il livello più specifico, quello delle organizzazioni giovanili. Sta già emergendo una consapevolezza della necessità di evitare ricatti politici tra i partiti o quanto meno tra le loro sezioni giovanili”, precisa Ivanović.
“Forse è un po’ ingenuo o idealistico, ma noi crediamo che si possano creare la consapevolezza che accuse e ricatti non possono essere usate tra i partiti e gli stati della regione, per esempio che la Croazia ponga il freno sull’ingresso della Serbia nell’UE”, precisa Ivanović.
Le motivazioni di chi ha scelto la Rete
Il vice presidente della sezione giovanile del Partito liberale della Vojvodina (LSV), Nenad Vezmar ha spiegato perché ha deciso di rendersi attivo nella Rete. Vezmar vede l’importanza nello sviluppo della collaborazione fra colleghi di altri partiti: “L’obiettivo della gioventù dell’LSV è di fare rete con il resto delle organizzazioni giovanili della regione, creare relazioni, sviluppare la collaborazione e lo scambio di buone pratiche”.
Jure Zubičić del Forum dei giovani dell’SDP croato sottolinea l’importanza di partecipare a qualsiasi dialogo costruttivo: “Penso che con lo scambio di esperienze possiamo aiutarci reciprocamente e fare in modo che organizzazioni di questo tipo aumentino il livello della cultura politica”.
Zubičić ha sottolineato l’importanza di avere "una comunicazione costante tra i membri della Rete" e di sostenere progetti di carattere regionale ed europeo oltre che ovviamente sensibilizzare sulla questione dei diritti umani e della loro violazione.
Milica Ristović della Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD) ritiene che la rete sia unica, perché “è la prima organizzazione che riunisce giovani provenienti da diversi partiti politici e di diverso orientamento.” Ristović vede il web come un’opportunità unica per collegarsi a livello regionale, e questo è sempre molto importante per la condivisione di esperienze e buone pratiche, considerando che tutti i paesi devono affrontare gli stessi problemi.