Europee in Grecia: Alba Dorata, colpita ma non affondata

A poche settimane da europee e amministrative, che si terranno in concomitanza il prossimo 26 maggio, il movimento di estrema destra Alba Dorata non sembra sfondare. Ma i delusi di Syriza e dell’accordo con la Macedonia potrebbero alimentare il voto di protesta

29/04/2019, Marina Rafenberg -

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Sostenitori di Alba Dorata (Alexandros Michailidis/Shutterstock)

(Pubblicato originariamente da Courrier des Balkans il 29 aprile 2019)

Secondo gli ultimi sondaggi il partito neo-nazi di Alba Dorata è accreditato, in Grecia, dell’8% delle intenzioni di voto alle prossime elezioni europee e amministrative che si terranno il prossimo 26 maggio. Il partito nazionalista Greci indipendenti, ex alleato di governo del primo ministro Aléxis Tsípras, non supererebbe il 3%. Stime che vedono l’estrema destra ottenere, rispetto ad altri paesi europei, percentuali di consenso relativamente basse nonostante la Grecia si ritrovi in prima linea nell’accoglienza di migranti provenienti dalla Turchia. Ma l’astensionismo potrebbe cambiare la situazione. Lo pensa Seraphim Seferiadis, professore di scienze politiche all’Università "Panteion": “I delusi di Syriza, il partito che ha continuato nell’applicare l’austerità imposta dai creditori, andranno a votare? Si scomoderanno per arrivare sino ai seggi?”. Per il politologo i sondaggi attuali potrebbero non riflettere il vero peso elettorale dell’estrema destra.

“Non vi è in Grecia un partito di estrema destra con l’immagine edulcorata che ha il Fronte nazionale in Francia. Alba Dorata può ben tentare di indorare la pillola ma le violenze documentate sono troppo gravi affinché una gran maggioranza della popolazione greca le possa accettare”, continua Seraphim Seferiadis.

E’ a partire dalla fine degli anni ’90 che i militanti di Alba Dorata organizzano raid contro gli immigrati in svariati quartieri di Atene, arrivando a distruggerne anche i negozi. Nel 2012, sfruttando la crisi economica organizzando anche distribuzione di generi alimentari, il partito neo-nazi è entrato in parlamento ottenendo il 7% dei voti e 18 seggi. Ma l’uccisione del rapper antifascista Pavlos Fyssas, nel settembre 2013, per mano di un militante di Alba dorata, a Keratsini, nella periferia sud-ovest di Atene ha avviato procedimenti giudiziari ed ha marginalizzato il partito. Dal 2015 molti dirigenti e deputati di Alba dorata sono stati incriminati per “costituzione di organizzazione criminale” e per una serie di violenze. Il processo nei loro confronti dovrebbe concludersi alla fine del 2019.

“Da quando è stato avviato il processo Alba Dorata tiene un basso profilo. I media invitano solo raramente i suoi dirigenti ai dibattiti e la loro visibilità per attrarre nuovi elettori ne risulta limitata”, afferma Manos Papazoglou, professore di scienze politiche all’università del Peloponneso. Il sindacato della televisione pubblica ERT ha chiesto, questa settimana, che non venga dato spazio ad Alba Dorata. Iniziativa simile quella del Consiglio comunale di Atene che ha votato una risoluzione che vieta al partito di organizzare comizi negli spazi pubblici della città. “Atene è e resterà una città antifascista”, hanno dichiarato in un comunicato i consiglieri di maggioranza della capitale.

Ciononostante, questi ultimi mesi, le azioni dei militanti di estrema destra si sono moltiplicate, in particolare durante le manifestazioni contro l’accordo tra Atene e Skopje. Nel febbraio scorso sono stati molti i giornalisti e fotografi aggrediti da militanti di estrema destra nelle vie di Atene. “Questo tema avrebbe potuto favorire Alba dorata ma la destra tradizionale se n’era già appropriata interamente che gli elettori a favore di queste idee nazionaliste non sono spinti a votare obbligatoriamente per un partito così estremista”, chiarisce Manos Papazoglou.

Per quanto riguarda le amministrative in alcune isole dell’Egeo l’estrema destra potrebbe ottenere buoni risultati. “A Lesbos, Samos o Chios, dove la gente è esausta per una crisi migratoria che sembra non finire mai l’estrema destra tenta di fare proseliti” spiega ancora Manos Papazoglou. Tra il gennaio e il dicembre 2017 sono state 102 le aggressioni razziste in Grecia documentate dalla rete di documentazione degli atti di violenza razzista.

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