Erin Brockovich in Grecia

Erin Brockovich è arrivata in Grecia per salvare il fiume Asopo, contaminato con altissimi livelli di cromo esavalente, lo stesso metallo pesante contro cui l’avvocato americano aveva combattuto anni fa in California

15/05/2009, Gilda Lyghounis -

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Il fiume Asopo

Ricordate Erin Brockovich? Quella vera, non la sua alter ego cinematografica Julia Roberts che proprio interpretando la bionda avvocato e attivista ambientalista americana ha vinto un Oscar nel 2000.

Ma cosa c’entra la battagliera Erin con la Grecia? C’entra, perché proprio nella terra degli dei la Brockovich, allertata dai Verdi e dalle organizzazioni ecologiste elleniche, ha ritrovato il suo vecchio nemico: il cromo esavalente. Lo stesso veleno chimico che ha combattuto nella regione di Hinkley, in California, dove migliaia di persone si sono ammalate di cancro e poi morte per avere bevuto le acque contaminate dal cromo esavalente usato dall’azienda Pacific Gas and Electric Company.

La vicenda, conclusasi con un maxi risarcimento alle vittime in seguito alla battaglia legale della Brockovich, ha fatto il giro del mondo dopo essere stata portata sul grande schermo da Julia Roberts. Ora il cromo esavalente e altri metalli pesanti come il nickel sono stati individuati in quantità fino a 100 volte superiori a quelle consentite dalla legge nel fiume Asopo, in Beozia, nella Grecia centrale. Un fiume dove anni fa si poteva nuotare, dove si pescavano pesci e che nasce sul monte Cicerone: sì, quello che gli antichi credevano fosse la patria delle Muse. Un fiume che disseta decine di migliaia di persone nella parte alta del suo corso, ma attraverso le falde acquifere sotterranee anche milioni di ateniesi.

Chissà se Julia Roberts farà un sequel del film, intitolato "Erin Brockovich in Grecia". In attesa di questo, la vera Erin è calata in Europa per denunciare l’inquinamento dell’Asopo, scrivendo prima all’ambasciatore americano ad Atene Daniel Speckhard, poi il 15 aprile scorso intervenendo a un convegno tenuto dagli europarlamentari Verdi a Bruxelles.

Erin Brockovich

"La morte scorre nell’Asopo" dichiara la Brockovich anche nel proprio website. "L’acqua è rossa, a causa dell’alto contenuto di cromo esavalente scaricato da circa 85 fabbriche della regione nel fiume insieme ai propri rifiuti industriali. Nella cittadina di Oinophita, 30mila abitanti, i casi di cancro sono aumentati dal 1989 ad oggi dal 6% al 32%. E nonostante il sindaco abbia dichiarato l’acqua potabile ‘non sicura’ i suoi concittadini non hanno altre risorse. Le autorità greche stanno a guardare: solo 4 fabbriche sono state multate (con 5000 euro ciascuna, ndr), ma nulla è stato fatto per impiantare depuratori affidabili e, soprattutto, per pulire le acque mortifere".

Anche il canale tv Sky, uno dei più seguiti in Grecia, ha attivato a febbraio l’iniziativa "SOS ASOPOS" per mostrare video, analisi chimiche e raccogliere firme, già 30mila.

A gennaio da Bruxelles il commissario europeo per l’Ambiente Stavros Dimas (greco anche lui) ha condannato la Grecia per non avere impedito alle fabbriche di usare il fiume come discarica. "Le violazioni da parte ellenica alle direttive europee sulla pulizia delle acque fanno dell’inquinamento dell’Asopo un problema europeo" ha aggiunto Monica Frassoni, co-presidente del Partito dei Verdi all’europarlamento.

Le analisi chimiche svolte dall’Università di Atene parlano chiaro: il contenuto di cromo esavalente è di 62 ppb (parti su un miliardo) nelle acque all’altezza del comune montano di Oropo, dove si è formata un’organizzazione di cittadini che di recente ha inscenato una curiosa protesta "offrendo" bicchieri d’acqua contaminata ai passanti e ai deputati davanti al Parlamento ateniese. A Chrisopygì (in greco significa, ironia del destino, "Sorgente dorata") il livello di veleno arriva a 76 ppb, mentre nel comune di Aulide addirittura a 100 ppb. Il livello ammissibile per la salute è…0 ppb.

"Erin Brocovich si interessa all’Asopo? Finalmente. Qualcuno doveva prendere sul serio la questione, perché la situazione è critica da anni e può avere serie ripercussioni sulla salute umana", conferma al quotidiano "To Vima" Maria Oikonomou, docente di Geologia e Geoambiente all’ateneo ateniese. Finora nessuna ricerca scientifica locale ha dimostrato che le morti per cancro avvenute nella regione sono da collegare direttamente al cromo esavalente. Ma studiosi internazionali sanno da tempo che questa sostanza è cancerogena.

A sporcare le limpide acque dell’Asopo hanno cominciato nel lontano 1969: quando l’allora dittatura dei colonnelli proclamò la zona "parco industriale" e concesse a molte aziende il permesso di scaricare i detriti nel fiume senza controllare che ci fossero depuratori. I risultati si vedono oggi. Il primo grande allarme è arrivato con le analisi fatte dalla facoltà ateniese di Agraria, nel settembre del 2007, sulle falde acquifere che dalla Beozia arrivano in Attica, ossia nella regione di Atene. Peccato che una recente ispezione, ampiamente annunciata, della Commissione Ambiente del Parlamento greco abbia trovato l’Asopo "limpidissimo": le fabbriche avevano avuto il tempo di fare le pulizie di primavera.

Nel frattempo, persino il quotidiano conservatore "Kathimerini" ha denunciato la presenza di cromo e di altre sostanze tossiche come il nickel e il bario non solo nelle falde acquifere e nell’acqua potabile, ma anche nelle carote, nei fagiolini e nelle cipolle vendute ogni giorno nei supermarket ateniesi, provenienti nei campi irrigati con le acque dell’Asopo.

Il giornale riporta gli ultimi test fatti, a febbraio, dai chimici dell’università di Atene. Le carote coltivate dagli agricoltori di Tebe, capoluogo della Beozia, per esempio rivelano concentrazioni altissime di cromo (95 microgrammi per chilo, più di 10 volte il livello massimo consentito negli alimenti): "E’ lampante che queste sostanze stanno ormai passando nella produzione agricola" – ha detto uno dei ricercatori a Kathimerini – "anche se il cromo esavalente, passando nei prodotti agricoli, cambia composizione chimica l’acqua dell’Asopo non è ugualmente adatta ad irrigare i campi, figuriamoci per essere bevuta!". La battaglia di Erin e degli ecologisti greci continua.

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