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Elezioni presidenziali: Parvanov contro Siderov

Alle presidenziali in Bulgaria passano il presidente uscente, Parvanov, e il rappresentante dell’estrema destra Siderov. Al secondo turno sembra scontata la vittoria del leader socialista, ma ora il tema politico principale è la possibilità di elezioni politiche anticipate dopo l’ingresso nell’Ue

23/10/2006, Tanya Mangalakova - Sofia

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Ieri in Bulgaria ci si è recati alle urne per votare il nuovo Presidente. Il 63% dei voti è andato al Presidente uscente Georgi Parvanov mentre il 20-22% dei voti è stato raccolto dal leader dell’estrema destra e leader di "Ataka" Volen Siderov. Il movimento Ataka ha raccolto il doppio dei voti (570.000) rispetto alle elezioni politiche del 2005. Il candidato della destra, Nedelcho Beronov, non ha superato il 10% dei consensi.

"Parvanov è quasi Presidente, dell’astensionismo", ha titolato la propria pagina il quotidiano Sega. Alle urne si è recato infatti solo il 39-40% degli aventi diritto.

Parvanov e Siderv ora si affronteranno al secondo turno il prossimo 29 ottobre. Molti commentatori hanno fatto paragoni con le elezioni presidenziali francesi del 2002 quando al secondo turno passarono Jean Marie Le Pen e Jacques Chirac.
La retorica anti-turca
Parvanov era il candidato non solo del Partito socialista bulgaro, attualmente al governo, ma anche del Movimento per i diritti e le libertà, punto di riferimento in Bulgaria della minoranza turca. Sono stati più di 200 i pullman di persone con la doppia cittadinanza (turco-bulgara) provenienti da Istanbul, Bursa, Izmir e Ankara e arrivati in Bulgaria per votare. La dura retorica anti-turca adottata in campagna elettorale da Siderov ha infatti compattato la principale minoranza della Bulgaria sul nominativo di Parvanov.

Siderov in campagna elettorale si è proposto, nel caso di vittoria, di dichiarare anti-costituzionale i partiti turchi, vietare le trasmissioni in lingua turca sulla TV statale bulgara, e di espellere dal paese "ogni traditore che sventola in Bulgaria la bandiera turca".

Attacchi al leader del Movimento per i diritti e le libertà Ahmed Dogan sono arrivati anche dal candidato della destra Nedelcho Beronov il quale ha affermato che "su un terzo del territorio bulgaro si è istituito un regime corporativo etnico rappresentato dal Movimento per i diritti e le libertà". A suo avviso un secondo mandato a Parvanov non farebbe altro che rafforzare il potere di Ahmed Dogan. Parvanov ha ribattuto sostenendo che è pericoloso giocare sul tema della tolleranza etnica.
La crisi della destra
Al secondo turno rimarrà a casa il candidato della destra, sconfitto da Siderov. Lo stesso Parvanov si augurava che questa situazione non si verificasse. Il Presidente uscente ha affermato che l’arrivo al secondo turno di Siderov sarebbe stato "vergognoso per la Bulgaria".

"Il vero rivale di Parvanov è Beronov", spiegavano due studenti ad un comizio elettorale di Parvanov tenutosi il venerdì precedente al voto. "Non abbiamo paura di Siderov, è una testa calda. In molti dicono di sostenerlo ma poi, sapendo che è una testa calda, non gli daranno il voto".

La realtà si è dimostrata diversa. La sconfitta di Beronov ha approfondito la crisi all’interno della destra tant’è che Ivan Kostov, ex primo ministro e attualmente leader dei Democratici per una Bulgaria forte, uno dei soggetti politici che compongono attualmente la destra bulgara, aveva dichiarato che il proprio partito non avrebbe sostenuto nessun candidato.
Cartoni animati e manifesti elettorali
Durante la campagna elettorale è circolato un cartone animato: il protagonista era Volen Siderov, che se ne andava in giro pistole alla mano e su un carroarmato. Negli slogan del video si facevano dei paragoni tra Siderov e Slobodan Milosevic. Nei sottotitoli si elencavano le cifre delle varie tragedie che hanno costellato la dissoluzione della ex Jugoslavia. In tutta risposta sui cartelloni pubblicitari di Ataka è apparso Parvanov con indosso un fez rosso.
Voto di protesta
L’establishment bulgaro considera Volen Siderov un fascista, xenofobo e con idee contro i rom, i turchi e gli ebrei. Nella notte del giorno delle elezioni molti sociologi hanno sottolineato come nessun politico avrebbe sostenuto Siderov al secondo turno pena il rischio di stigmatizzazione. Secondo gli esperti l’alta percentuale ottenuta da Siderov va considerata voto di protesta da parte di quei cittadini bulgari che hanno perso molte certezze in questi 16 anni di transizione.

Georgi Parvanov ha dichiarato, nella conferenza stampa successiva al primo turno, che senza dubbio vi è un deficit di giustizia in Bulgaria. Siderov ha però sfruttato al massimo questo dato di fatto: il suo ritornello incessante è stato che politici, ministri e primo ministro hanno continuato a depredare i cittadini bulgari rimanendo impuniti.

Al secondo turno Parvanov non dovrebbe avere problemi. Certo è che con una sua riconferma il Partito socialista bulgaro assommerebbe a sé tutte le principali cariche nel paese: Presidenza, Primo ministro, Presidente dell’Assemblea nazionale e procuratore generale.

Attualmente i socialisti sono al potere assiema al Movimento per i diritti e le solidarietà e il Movimento Simeone II. Quest’ultimo partito però non ha sostenuto la candidatura di Parvanov alle presidenziali e questo ha reso ulteriormente fragile la coalizione di governo.

Poprio per questo ora la questione politica principale nel paese non riguarda l’esito del secondo turno, ritenuto scontato, ma l’eventualità di elezioni politiche anticipate, dopo l’entrata della Bulgaria nell’Ue il prossimo primo gennaio del 2007.

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