Elezioni municipali in Bosnia Erzegovina
Alla vigilia delle elezioni municipali in Bosnia ed Erzegovina presentiamo, sul filo del confronto con le tornate precedenti, una panoramica della campagna elettorale, degli schieramenti e dei motivi di disaffezione dei cittadini per le elezioni
La campagna pre elettorale per le terze elezioni amministrative del dopo la guerra in BiH (Bosnia ed Erzegovina), fissate per il 2 ottobre prossimo, trascorre tranquillamente. Benché nelle ultime due settimane dalla data delle elezioni sia aumentata l’attività dei partiti politici, non ci sono dibattiti significativi o polemiche, e nemmeno incidenti. A confronto con le precedenti elezioni locali, che si sono tenute l’8 aprile del 2000, la campagna è decisamente più silenziosa, e le aspettative sono incomparabilmente inferiori. L’opinione pubblica mostra un interesse piuttosto limitato per le elezioni, e diversi osservatori locali prevedono un’affluenza piuttosto bassa.
Alle elezioni si sono presentati 70 partiti politici, 18 coalizioni politiche, 180 candidati indipendenti e 6 liste di candidati indipendenti. Sono registrati 2.321.987 votanti che eleggeranno i consigli comunali in 189 comuni, il Consiglio comunale di Mostar e l’Assemblea del Distretto di Brčko. Queste elezioni dovrebbero essere significative per tre motivi. Sono le prime elezioni, dopo la fine della guerra, interamente condotte e finanziate dal governo locale della BiH. Ad esse per la prima volta si eleggono direttamente i sindaci dei comuni. Fino ad ora i sindaci erano eletti mediante la maggioranza dei voti dei consiglieri comunali, eletti precedentemente alle elezioni per il Consiglio comunale (in Federazione BIH), e alle Assemblee comunali (in Republika Srpska). Inoltre, queste elezioni amministrative sono il primo test per la fiducia degli elettori dopo le elezioni comunali dell’ottobre 2002, quelle hanno riportato al potere statale, cantonale e delle entità i partiti nazionalisti, dopo un biennio di governo dell’Alleanza dei sette partiti politici moderati, guidati dal SDP. Ci si attende che una notevole bassa affluenza alle elezioni contribuisca alla cancellazione dei cambiamenti del 2000, all’interno del potere politico locale.
Le precedenti elezioni locali del 2000 si erano tenute dopo i cambiamenti di gennaio nel governo della vicina Croazia e alla vigilia dei cambiamenti di ottobre in Serbia. Ci fu una grande attesa di sostanziali cambiamenti in tutta la regione: in Croazia la cosiddetta Coalizione dei sei scalzò dal potere l’HDZ, in molti centri urbani della BiH con la maggioranza dei bosgnacchi l’SDP sconfisse l’SDA, e alla fine dell’anno terminò il potere di Milošević in Serbia. Quattro anni più tardi, il riformato HDZ è tornato al potere in Croazia, e i presunti riformati partiti nazionalisti SDA, HDZ e SDS in BiH sono stati riconosciuti dall’OHR (Ufficio dell’alto rappresentante) e dalla comunità internazionale come partner per le riforme lungo la via per l’accoglimento della BiH nell’integrazione euroatlantica. Così che veri cambiamenti sono venuti meno. Questo è il motivo principale della insoddisfazione e dell’apatia della maggior parte degli elettori, i quali non vedono un motivo sufficientemente valido per andare di nuovo a votare, dopo un totale di sette elezioni in nove anni.
Le tensioni politiche nella campagna elettorale concernono perlopiù le questioni naizionali. Così, per esempio, una delle questioni più significative è la collaborazione tra i politici dell’SDA da un lato e i politici del PDP di Mladen Ivanić e dell’SDS dall’altro. Questa è una conseguenza della decisione dell’OHR, già dal 30 giugno di quest’anno, quando Paddy Ashdown ha proibito a 59 funzionari dell’SDS di proseguire con l’esercizio delle funzioni pubbliche. Tra i funzionari destituiti c’erano il presidente dell’SDS e il presidente dell’Assemblea popolare della RS, quattro vicepresidenti, 14 membri del Consiglio principale, 9 sindaci e diversi altri funzionari pubblici e di partito. Mladen Ivanić, l’attuale ministro degli esteri e leader del PDP (Partito per il progresso democratico) ha accusato l’OHR per la coalizione con l’SDA e i partiti bosgnacchi, annunciando la destituzione dei ministri dell’SDA nel governo della RS.
Dopo una serie di incidenti sulla costruzione illegale di una chiesa ortodossa a Konjević Polje, presso Bratunac, nel cortile di casa di proprietà di una Bosgnacca rientrata, il competente ministro dell’urbanizzazione nel Governo della RS, Mensur Šehagić ha fatto chiudere la chiesa. Dopo di che Šehagić è stato destituito, e i politici della SDA in RS hanno richiesto al presidente del Consiglio dei ministri della BiH Adnan Terzić (SDA) di destituire un ministro serbo a livello statale. Terzić ha rifiutato una tale richiesta. Questo è uno degli esempi più eloquenti di come si mantiene il trend delle tensioni politiche e nazionali alla vigilia delle elezioni.
L’SDA, già dalla vittoria alle elezioni comunali dell’ottobre 2000, aveva posto come uno dei suoi obiettivi la destituzione dei sindaci eletti nel 2000 come candidati dell’SDP. Quell’obiettivo è stato in qualche modo realizzato nella regione del cantone di Zenica-Doboj. Nel territorio di questo cantone, dopo le elezioni locali e municipali del 2000, l’SDP e la Stranka za BiH( SBiH – Partito per la BiH) si erano alleati nei comuni in cui la maggioranza della popolazione è di nazionalità bosgnacca, mentre la SbiH era alleata dell’SDA in quei comuni dove c’è una nazionalità mista degli abitanti o i Bosgnacchi sono in minoranza. Questa cosiddetta "coalizione asimmetrica" è durata fino alle elezioni comunali del 2000. Allora l’SDA, come partito vincitore nel cantone di Zenica-Doboj, pose delle condizioni ai politici della SBiH, ossia di rompere la coalizione locale con l’SDP nel caso avessero desiderato dividere il potere con l’SDA a livello cantonale. Dopodiché sono stati destituiti i sindaci dell’SDP a Maglaj e Tešnja, mentre ai tentativi di destituzione a Kakanj hanno reagito i cittadini con proteste di piazza. L’SDA dopo il primo tentativo non riuscito, non ha cambiato il sindaco di Zenica, perché ha valutato che "il sindaco in carica il dott. Zakir Pašalić non ha successo e avvantaggia l’immagine elettorale dell’SDA. L’SDP a Zenica ha candidato nuovamente il sessantacinquenne dottore in metallurgia Pašalić, mentre l’SDA ha candidato Huseijn Smajlović (52), attuale presidente dell’Assemblea del cantone di Zenica-Doboj, che già da due mandati è presidente del gruppo parlamentare della Comunità islamica di Zenica e facente funzione di presidente del Consiglio della Comunità islamica in BiH. Negli scorsi tre week end, dall’inizio della campagna elettorale, a Zenica sono state aperte tre nuove moschee nei quartieri periferici di Perin Han, Pehare e Lukovo Polje. Questo tipo di incontri religiosi piuttosto frequentati vengono considerati come la forma principale della mobilitazione dei cittadini alle elezioni, mente gli incontri politici classici hanno un numero piuttosto esiguo di partecipanti. Dopo che alle elezioni locali del 1997 e del 2000, erano nella Coalizione per una BiH intera e democratica, i politici dell’SDA e la Stranka za BiH oggi si presentano separatamente.
In Republika Srpska, in particolare nei centri urbani, come Banja Luka o Doboj, la grande divisione è tra la maggioranza dei partiti politici serbi, guidati dall’SDS e dal PDP da un lato e l’SNSD dell’ex premier della RS Milorad Dodik dall’altro. L’attuale sindaco di Banja Luka Dragoljub Davidović è dell’SNSD mentre il candidato suo rivale dell’SDS è Ljubiša Buco Kragulj, il quale ha il supporto di otto partiti che fanno riferimento all’SDS e al PDP. Il dibattito principale verte su chi è il vero difensore degli interessi nazionali serbi e della statualità della Republika Sprska e chi è il presunto traditore della nazione. Questi dibattiti intra-nazionali dei politici serbi sono pieni di offese e di accuse di criminalità per il periodo in cui gli uni o gli altri erano al potere.
Anche tra i politici croati sono diffuse le coalizioni. Hanno imparato dai politici bosgnacchi che la coalizione assicura il cosiddetto interesse nazionale là dove c’è una lotta intra-nazionale nei territori più spiccatamente misti. L’HDZ ha così annunciato adesso una coalizione con una serie di altri partiti dal prefisso croato a Mostar e Stolac.
E dopo gli annunciati grandi cambiamenti alle precedenti elezioni locali, negli scorsi quattro anni non è significativamente cambiato lo status dei comuni nel sistema costituzionale e legale della BiH. I comuni hanno scarsi budget e poteri e perlopiù dipendono dai cantoni in Federazione, e dal governo dell’entità in RS. Pure i sindaci hanno un potere limitato. Uno dei possibili motivi dello scarso interesse degli elettori e dell’opinione pubblica per le elezioni sta proprio in una tale e continua scarsa significatività dei comuni e dei sindaci.