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Elezioni europee, popolari in vantaggio sui socialisti
Le elezioni europee (22-25 maggio) sono ormai alle porte. I risultati elettorali e la composizione del prossimo parlamento di Bruxelles, questa volta assumeranno un significato politico importante ed inedito. Per la prima volta, infatti, la nomina del prossimo presidente della Commissione europea dovrà tenere conto dei risultati elettorali.
In altre parole, la presidenza andrà al gruppo parlamentare in grado di eleggere il maggior numero di deputati europei. Le principali famiglie politiche nell’Ue hanno quindi presentato i propri candidati all’ambita carica: Guy Verhofstadt (Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa – ALDE), Martin Schulz (Partito socialista europeo – PSE), Jean-Claude Juncker (Partito popolare europeo – PPE), Ska Keller e José Bové (Verdi), Alexis Tsipras (Partito della sinistra Europea).
Ma chi ha le maggiori possibilità di spuntarla? Secondo un recente sondaggio PollWatch, pubblicato il 7 maggio, al momento il PPE sembra avere le maggiori chance. Se si andasse a votare oggi, il partito conservatore europeo otterrebbe infatti 216 seggi, 11 in più rispetto ai socialisti del PSE.
Tra i gruppi già rappresentati in parlamento, l’ALDE è attestato in terza posizione con 63 seggi, seguito dalla Sinistra europea con 49 e dai Verdi con 41. Sia il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, che quello di Europa della Libertà e della Democrazia (euroscettici) conquisterebbero invece 39 seggi.
I giochi però, sembrano tutt’altro che chiusi. Un nuovo gruppo potrebbe emergere alla destra estrema, guidato dal Front National di Marine Le Pen (Francia) e dal PVV di Geert Wilders (Paesi Bassi), accreditato ora di circa 40 europarlamentari. Allo stesso tempo, molti partiti non hanno ancora comunicato se intendono associarsi o meno a gruppi politici europei, come ad esempio il Movimento 5 Stelle (Italia).
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