Elezioni europee in Bulgaria, stanchezza e indifferenza

Con una bassissima affluenza alle urne le prime elezioni europee in Bulgaria mostrano il crescente distacco tra i cittadini e la classe politica. A vincere il movemento GERB del sindaco di Sofia Boyko Borisov, e il partito della minoranza turca, l’unico che riesce a mobilitare il proprio elettorato

23/05/2007, Tanya Mangalakova -

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Saranno cinque i partiti a dividersi i 18 seggi riservati alla Bulgaria al parlamento di Bruxelles. E’ quanto emerso dalle elezioni europee tenute nel paese domenica 20 maggio, le prime dall’ingresso del nuovo stato membro dell’Ue, avvenuto nel gennaio scorso. Al primo posto si è piazzato il movimento GERB, (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria), guidato dall’attuale sindaco di Sofia Boyko Borisov, con il 21,69% delle preferenze e 5 deputati, seguito dalla Piattaforma dei Socialisti Europei col 21,41% e dal Movimento delle Libertà e dei Diritti (DPS), espressione della minoranza turca, col 20,26% (entrambi eleggono 5 deputati), dal partito nazionalista Ataka col 14,22% (3 deputati) e dal Movimento Nazionale Simeone II col 6,26% (1 deputato).

Scarsa Affluenza

Solo il 28% dei circa 6,7 milioni di elettori si è recato alle urne. La bassissima affluenza mostra il crescente disgusto dei cittadini bulgari verso la propria elité politica, coinvolta costantemente in scandali di corruzione, e incapace di contrastare i gruppi mafiosi a cinque mesi dall’ingresso del paese nell’Ue. Secondo Haralan Alexandrov, commentatore del quotidiano "24 Chassa" sono proprio questi temi, insieme alle crescente senso di confusione e agli abusi delle forze dell’ordine (un fotoreporter del quotidiano Express è stato brutalmente picchiato dalla polizia alcuni giorni prima delle elezioni) ad aver tenuto i cittadini lontani dalle urne. Nel commentare i risultati, Telegraph ha pubblicato in prima pagina i volti degli eletti, titolando "Sono stati scelti dai Turchi e dagli Zingari". L’affluenza presso le comunità turca e rom tocca in genere il 60-70% della popolazione, mentre tra il resto della popolazione raramente sorpassa il 30%. Questo significa, secondo il quotidiano, che il voto delle minoranze, mobilitate soprattutto dal DPS, è risultato molto più "pesante" di quello degli stessi Bulgari, che invece hanno snobbato le consultazioni europee.

"Bulgariastan in Europa!"

Il risultato ottenuto dal DPS è stato definito "sensazionale" dai commentatori di Sofia. C’è stato un momento,durante lo spoglio, in cui il partito veniva addirittura dato come primo in assoluto. "La Bulgaria manderà a Bruxelles cinque rappresentanti di Ankara", ha commentato il leader di Ataka Volen Siderov, aggiungendo sarcasticamente, "Complimenti, adesso abbiamo un Bulgaristan in Europa!". Nel video elettorale del partito, poi censurato dalla televisione pubblica, l’eurocommissario bulgaro Miglena Kuneva, il leader del DPS Ahmed Dogan, Simeone II e l’ex ministro degli esteri Salomon Passy venivano chiamati "traditori". Nel video venivano mostrati Londra in fiamme, con minareti nel centro città, moschee al posto delle cattedrali di Venezia e del Vaticano, e la stessa torre Eiffel trasformata in un minareto. Lo slogan conclusivo recitava "Fermiamo i fez, ora!". La campagna di Ataka è stata sostenuta in prima persona da Bruno Gollnish, presidente del gruppo parlamentare europeo di estrema destra "Identità, Tradizione, Sovranità". Capolista del movimento è Dimitar Stoyanov, resosi noto, in qualità di osservatore al parlamento europeo, per aver offeso il deputato ungherese di origine rom Livia Jarova. Il numero due è invece Slavi Binev, un controverso businessman, che in campagna elettorale ha promesso che Ataka supporterà con forza una costituzione europea basata su valori cristiani.

Il fenomeno GERB

"I partiti della destra tradizionale sono k.o., è GERB la nuova destra", ha scritto il quotidiano Trud. Molti sociologi hanno definito il voto collezionato dal sindaco di Sofia Boyko Borissov come voto di protesta. Adesso GERB spingerà per elezioni anticipate, ha dichiarato il suo leader subito dopo le elezioni. Non è impossibile che il risultato delle prime elezioni europee si rifletta sulla sopravvivenza dell’attuale colazione al governo. Non è difficile pronosticare che il partito di Borisov continuerà ad espandere il proprio elettorato a spese dell’Unione delle Forze Democratiche (SDS) e dei Democratici per una Forte Bulgaria (DSB), attirando anche cittadini delusi dai socialisti o da Ataka. GERB sembra avere le potenzialità di raccogliere un elettorato davvero ampio e diversificato

Stanchezza e indifferenza

Alcune Ong, nel periodo che ha preceduto le elezioni, hanno lanciato la campagna "Per un parlamento europeo pulito. Bulgaria 2007", invitando gli elettori a non votare candidati che non rispondessero a criteri morali e politici di integrità. Molti i nomi "segnalati": Boyan Chukov, detto Manchev, ex collaboratore della Darzhavna Sigurnost, i servizi di sicurezza del regime comunista, già osservatore al parlamento europeo, Krastyu Petkov, canditato dell’Unione Cittadina per una Nuova Bulgaria, Sevdalin Atanasov, detto Kalin, candato del Partito dei Verdi e Yunal Lufti, detto Murad, candidato del DPS, anche loro ex collaboratori dello spionaggio di regime.

Nella "lista nera" comparivano anche altri nomi: Antonia Parvanova, candidata dall’ NDSV, che all’inizio dell’anno ha organizzato la discussa esposizione a Bruxelles della collezione privata di Vasil Bozhkov, ex presidente del CSKA Sofia e discusso businessman, che si occupa di scommesse. L’origine della sua collezione, è investigata al momento dalla magistratura bulgara. Atanas Paparizov, candidato del BSP, vice ministro del Commercio con l’Estero ai tempi dell’esecutivo Lukanov, quando ufficiali della Darzhavna Sigurnost si appropriarono delle società di commercio estero create a suo tempo dal partito comunista. Kostantin Trenchev, candidato del Partito Socialdemocratico, personaggio politico che ha cambiato partito innumerevoli volte in cerca del proprio personale tornaconto, ma anche l’ex sindaco di Sofia Stefan Sofiyanski, coinvolto in numerose inchieste per corruzione.

I risultati di questa tornata elettorale dimostrano ancora una volta che in Bulgaria, a diciassette anni dalla fine del regime, il gap tra i cittadini e la classe politica si sta allargando sempre di più. "Non andrò a votare perchè non vedo nessun candidato che meriti lo sforzo di supportarlo con il mio voto. Tutti i candidati fanno in realtà parte di una stessa oligarchia", ha dichiarato un giovane impiegato al Consiglio dei Ministri, e che ha voluto restare anonimo. I cittadini bulgari sono rimasti stupefatti nel conoscere l’entità dell’indennità che riceveranno i propri eurodeputati, in un paese in cui il salario minimo è di circa 100 euro, e quello medio di 200.

Molti ormai non credono più a niente, e sperano solo nei miracoli. Cinque giorni prima delle elezioni tre icone miracolose sono state esposte nella cattedrale Aleksandar Nevski di Sofia. Migliaia di persone da tutto il paese hanno atteso in fila anche 5-6 ore pur di poterle vedere e toccare. Alla domanda se avessero intenzione di andare a votare, molti mi hanno risposto con fare ironico "E per chi?".

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