Croazia | | Cooperazione
Si discute in queste settimane sull’iniziativa del ministro tedesco Joska Fischer per promuovere nuovi processi integrativi nei Balcani, insistendo sull’obbligo di cooperazione interstatale ed economica nella regione derivante dal Patto di Stabilità per il sud est Europa. La viceministra degli esteri croata Vesna Cvjetkovic Kurelec ha dichiarato recentemente che la Croazia non rientra nelle dispute balcaniche, e che perciò non può rappresentare neanche la chiave per la soluzione dei problemi nel sud est europeo (Vjesnik, 11.9). Secondo la viceministra, il paese ha un forte interesse per la pace e stabilità nella regione, ed è in grado di aiutare il processo di stabilizzazione in Bosnia Erzegovina. Allo stesso tempo accetta la proposta di intensificare la cooperazione bilaterale con tutti i paesi balcanici, ma respinge l’ipotesi di un’unione monetaria e doganale dell’area. Un commento molto più duro arriva dal presidente del HDZ Ivo Sanader: l’iniziativa di Fischer sull’unione economica dei Balcani occidentali si trova sulla linea delle idee "integrazioniste" già avanzate da diversi leader dell’Unione europea, dall’uomo d’affari Boris Vukobrat e dal periodico italiano Limes (Slobodna Dalmacija, 11.9). E, secondo Sanader, sono idee assolutamente inaccettabili per la destra croata. In parte diversa è la proposta contenuta nell’Appello "L’Europa oltre i confini", che sarà presentato lunedì prossimo in Campidoglio a Roma dai Sindaci di Sarajevo e Roma. Più che di un’Unione inter-balcanica, nell’Appello si sottolinea l’importanza di aprire la stessa Unione Europea alla partecipazione dei paesi di quell’area. Ma su tutto questo avremo modo di tornare nelle prossime settimane, anche con forum di discussione appositi.