Disegnare la terra del padre

Nina Bunjevac ha scelto il tratto della graphic novel in bianco e nero per raccontare la sua storia familiare. Una narrazione che si snoda negli anni ’70 tra la Jugoslavia e il Canada, attorno alla figura di suo padre. "Fatherland" è stato presentato di recente alla fiera del libro di Pola. Una recensione

15/01/2015, Chiara Bonfiglioli -

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Fatherland, dal sito di Nina Bunjevac

Alla fiera del libro svoltasi a Pola (Croazia) in dicembre, una sezione era dedicata ai fumettisti contemporanei della regione, con una specifica "Via del Fumetto" le cui attività si svolgevano in parallelo alla fiera ufficiale. Nel corso della fiera, è stato presentata la graphic novel autobiografica della disegnatrice e autrice canadese Nina Bunjevac, Fatherland (“La terra del padre”, pubblicata in croato con il titolo “Zemlja Otaca”). L’opera, disegnata magistralmente con tavole in bianco e nero di grande realismo, racconta la storia familiare dell’autrice, una vicenda complessa e dolorosa che si staglia tra il Canada e la Jugoslavia degli anni Settanta.

Il romanzo ruota attorno alla figura del padre di Nina, Peter Bunjevac, un emigrato serbo nato nell’attuale Croazia, con trascorsi dissidenti, che entra a far parte di un’organizzazione t[]ista anti-comunista formata da serbi della diaspora, e viene ucciso da un’esplosione in un garage mentre cercava di fabbricare una bomba destinata al consolato jugoslavo a Toronto, nel 1977. Due anni prima, la madre di Nina, che aveva conosciuto il marito per corrispondenza e si era sposata giovanissima una volta arrivata in Canada, aveva deciso di riportare le bambine in Jugoslavia per sottrarle alla situazione di pericolo in cui si trovavano. Aveva detto al marito che le avrebbe portate a trovare i nonni per qualche settimana, ed era stata costretta a lasciare il figlio maggiore con il padre.

Nina e sua sorella più grande, Sara, crescono quindi in Serbia, a Zemun, nella casa dei nonni. La nonna Momirka, ex partigiana comunista, è un’altra figura fondamentale del romanzo, che mostra come all’interno di una stessa famiglia possano esistere differenze politiche inconciliabili. Le fotografie scattate dal nonno, riprodotte sotto forma di disegno, si trasformano in un documento dei primi anni di vita a Zemun, di cui Nina non ha memoria.

Per completare il racconto autobiografico, e per fare luce sulle omissioni che esistevano nella sua storia familiare, l’autrice ha portato avanti una minuziosa ricerca storica, attraverso la quale ha ricostruito la difficile infanzia e adolescenza del padre durante la Seconda guerra mondiale. Peter Bunjevac assiste alle violenze subite dalla madre da parte del marito alcolista, Đuro, poi ucciso nel campo di concentramento di Jasenovac. Perde la madre poco dopo la fine della guerra, e orfano di entrambi i genitori viene inviato dai nonni alla scuola militare. Per avere sostenuto il dissidente Đilas nel 1954, viene condannato a tre anni di prigione e finisce per avvicinarsi al nazionalismo. Le sue idee si radicalizzano ulteriormente dopo l’esilio in Canada.

Fatherland scava nell’intimità e nei segreti dell’album di famiglia, esplorando le memorie divise della Seconda guerra mondiale in Jugoslavia, e il persistere di queste divisioni nella Jugoslavia socialista e nel Canada dell’esilio dei tre decenni successivi. Senza esprimere giudizi, l’autrice rappresenta l’umanità di ciascuno dei personaggi, incluso il padre, di cui porta il nome e a cui assomiglia come una goccia d’acqua. Al tempo stesso, la tragicità della situazione viene spesso raccontata attraverso lo sguardo della madre, Sally, decisa a proteggere le figlie dai pericoli dell’estremismo.

Durante la presentazione al festival di Pola, lo scrittore Miljenko Jergović ha sottolineato il coraggio mostrato dall’autrice nell’affrontare temi tuttora cosí delicati nello spazio post-jugoslavo. La stessa autrice, che vive a Toronto fin dagli anni Novanta, ha sottolineato la difficoltà politica ed esistenziale presentata dalla stesura del romanzo. Frutto di un lavoro incessante durato anni, la graphic novel si è trasformata in una sorta di processo catartico, in una terapia che le ha permesso di fare i conti con il passato.

Fatherland offre uno spaccato sorprendente, disincantato, a tratti ironico, dell’intersezione tra personale e politico. L’opera è stata pubblicata in versione originale inglese e poi tradotta in francese e croato, mentre altre traduzioni sono in corso di pubblicazione in Serbia, Spagna, Germania e Repubblica Ceca. Fatherland è stata già definita dai critici come una delle più importanti graphic novels del 2014.

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