Da Tito a Draža, con gli USA

Finiti i tempi delle celebrazioni di Tito e dei partigiani, nell’anno del 60mo anniversario della vittoria sulle forze nazifasciste, lo stato serbo finanzia la festa dei cetnici, mentre gli USA consegnano la medaglia d’onore alla figlia di Draza Mihailovic, capo dei cetnici

16/05/2005, Luka Zanoni -

Da-Tito-a-Draza-con-gli-USA1

Corax - Vreme 12 maggio 2005

Corax – Vreme 12 maggio 2005

Bisogna riconoscere la genialità di Predrag Koraksic, in arte Corax, noto disegnatore di satira a fumetti e quotidianamente presente sulle pagine di molta stampa belgradese. Il suo stile è fenomenale, con pochi colpi di pennello e di inchiostro riesce a dire molto di più di quanto si possa fare con un lungo articolo. La vignetta qui accanto, pubblicata sull’ultimo numero del settimanale belgradese "Vreme", è più che eloquente e sarebbe sufficiente a spiegare il titolo di queste poche righe. Tuttavia, nonostante la bravura di Corax e trattandosi di satira politica, è necessario avere un’idea del contesto grazie al quale la vignetta in questione può strapparci un sorriso a denti stretti, così tipico della satira. Vediamo, quindi, di spiegare con poche parole cosa ha ben sintetizzato Corax, perché si tratta di una notizia che ha avuto risonanza ben oltre la Serbia.

A sinistra, nel fumetto, compare Josip Broz Tito in uniforme, al quale l’attuale ministro degli esteri nonché presidente del Partito per il rinnovamento serbo (SPO), di orientamento monarchico, Vuk Draskovic strappa delle medaglie e le consegna allo "zio Sam" che le fissa al petto di Dragoljub Draza Mihailovic, capo del movimento dei Cetnici, corpo armato del re durante la II Guerra mondiale.

Ora la vignetta è un po’ più chiara, ma mancano ancora alcuni elementi per capirla fino in fondo. Andiamo con ordine. Il 9 maggio, giornata mondiale di celebrazione per la vittoria sulle forze nazifasciste, l’amministrazione americana consegna, nei locali dell’ambasciata degli USA, la medaglia al merito alla nipote di Draza Mihailovic. Come confermato dai giornalisti, lontano da sguardi indiscreti, a Gordana Mihailovic viene consegnata la medaglia della Legion of Merit, la più alta onorificenza degli USA. L’altisonante titolo era stato attribuito post mortem a Draza Mihailovic, dal presidente americano Henry Truman nel 1948, per aver salvato 500 piloti dell’aviazione americana i cui arei erano caduti sulla Serbia, nel 1944.

La notizia, nonostante la discrezione della cerimonia ufficiale, pare voluta dalla stessa nipote di Draza Mihailovic, non ha tardato a suscitare reazioni. I media ne parlano, senza dimenticare che il 21 dicembre 2004 il parlamento serbo, mediante procedura accelerata e su proposta del partito del ministro degli interni, l’SPO di Vuk Draskovic, aveva per legge equiparato i cetnici di Mihailovic ai partigiani di Tito, considerati entrambi componente attiva nella lotta all’antifascismo. Una legge adottata con 176 voti a favore, 24 contrari e una manciata di astenuti.

Che la storia e la storiografia abbiano dei tempi lunghi per accertare i fatti e per fornire delle interpretazioni che possano vantare il diritto alla verità, è risaputo, ma a distanza di oltre mezzo secolo è piuttosto noto che il movimento dei cetnici fosse, durante la II Guerra mondiale, impegnato più che altro nella lotta contro i partigiani che non contro i nazifascisti, anzi non sono pochi gli storici che li qualificano come collaboratori di questi ultimi.

Feral Tribune, 12 maggio 2005

Ad ogni modo la notizia desta un certo malumore anche oltre frontiera. In particolare nelle vicine Croazia e Bosnia Erzegovina, memori dei crimini commessi dai cetnici di Mihailovic. Il settimanale croato "Feral Tribune" dedica la copertina alla vicenda, mentre il settimanale di Sarajevo DANI, non solo vi dedica la copertina, ma pubblica un articolo, un editoriale e un’intervista con uno storico americano esperto di questioni balcaniche.

Lo storico Robert J. Donia, nell’intervista non nasconde il suo stupore e dice "Sono rimasto scioccato e deluso quando la medaglia è stata consegnata, dopo così tanto tempo, questo è il momento peggiore per farlo", facendo ovvio riferimento alla celebrazione del 60mo della vittoria sul nazifascismo.

Dal canto suo l’ambasciatore americano a Belgrado, Michael Polt, intervistato dall’emittente belgradese B92, si difende dicendo che la medaglia è stata consegnata, quasi mezzo secolo dopo, alla nipote di Draza Mihailovic solo perché è stata richiesta dalla Serbia, e che con tale gesto non si vuole entrare nel merito delle questioni che sono accadute durante la guerra, ma semplicemente ringraziare i cetnici per il salvataggio di 500 piloti dell’aviazione statunitense.

DANI, 13 maggio 2005

Resta comunque poco chiaro perché proprio adesso sia stata consegnata la medaglia, dal momento che – come scrive Emir Suljagic sulle colonne di DANI – da anni molti appartenenti al movimento dei cetnici chiedono agli USA la consegna della medaglia d’onore.

Intervistato dal settimanale "Feral Tribune", Zarko Korac, già vicepresidente del governo serbo e presidente del Partito socialdemocratico – tra i pochi partiti ad opporsi alla legge che ha equiparato i cetnici ai partigiani – ritiene che la Serbia dal 2000 (anno dell’uscita di scena di Slobodan Milosevic) sta cercando di mettere in mostra il movimento dei cetnici come antifascista. Aggiungendo che "è mia impressione che in Serbia sia in atto un forte tentativo di reinterpretazione della storia, ed è forte la pressione delle forze filo-cetniche. È significativo che i sondaggi mostrino come la maggior parte dei cittadini sia a favore di tutto questo".

Che questa non sia solo opinione di Korac, lo si evince dal fatto che il 15 maggio, il consueto e annuale incontro del movimento cetnico a Ravna Gora, quest’anno sia finito sotto il budget statale. Un anniversario introdotto dal leader del SPO, Vuk Draskovic, nel 1990 per commemorare la venuta, il 13 maggio 1941, del generale Draza Mihailovic a Ravna Gora, un luogo di montagna tra le città di Cacak, Valjevo e Uzice, non lontano da Kragujevac. Anniversario fino ad ora finanziato dal SPO di Draskovic.

A fronte dei cambiamenti in atto, il 10 maggio l’emittente B92 batte le prime righe della notizia con queste parole: "Dopo 60 anni di finanziamenti col budget statale delle manifestazioni partigiane, il Governo della Serbia quest’anno pagherà la festa dell’avvento dei cetnici". La notizia è sulle pagine di tutti i quotidiani nazionali. Ma ancora non è noto quanti soldi lo stato ha stanziato per l’evento, al quale era prevista la partecipazione di rappresentanti stranieri e locali.

La cosa è andata diversamente. La manifestazione cetnica si è spaccata in due: il sabato hanno festeggiato circa diecimila persone, in disaccordo coi vertici del partito SPO, e fondatori di un nuovo partito l’SDPO (Movimento democratico serbo per il rinnovamento), tra cui Vojislav Mihailovic, il nipote del generale cetnico e Velimir Ilic, leader del partito di governo Nova Srbija e ministro degli investimenti del governo in carica. Mentre la domenica, coi soldi dello stato alla manifestazione hanno partecipato circa 15.000 cosiddetti ravnogorci, oltre al ministro della cultura del governo serbo, Dragan Kojadinovic, il ministro per la diaspora, Vojislav Vukcevic, e Vuk Draskovic, questa volta in qualità di ministro degli esteri. Nessun altro funzionario dello stato ha preso parte alla manifestazione e dei promessi e tanto attesi partecipanti stranieri nemmeno l’ombra.

Ma c’è un fatto relativo alla manifestazione che può fungere da conclusione a questa storia. Come scrivono i quotidiani serbi, all’inizio delle celebrazioni, mentre si stavano issando le bandiere degli USA, della Francia, della Gran Bretagna e della Serbia, qualcuno ha avuto la ben pensata di andare ad abbattere con un paio di colpi d’ascia la staffa della bandiera a stelle e strisce, facendola cadere nel fango. Secondo quanto riporta il quotidiano "Glas Javnosti", qualcuno ha poi cercato di profanare ulteriormente la bandiera oramai a terra, ma alcuni veterani di vecchia data glielo hanno impedito dicendo "vuoi che ci bombardino di nuovo". Sicché gli organizzatori di fronte al dilemma, hanno tolto la bandiera serba e al suo posto hanno issato quella statunitense.

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta