Da Salonicco a Smirne, il traghetto dell’amicizia

Nel contesto di crescenti tensioni tra Grecia e Turchia, un segnale positivo di tendenza opposta viene dal mare: in questi giorni è stato lanciato il primo traghetto fisso tra le città di Salonicco e Smirne

13/10/2022, Mary Drosopoulos - Salonicco

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Il traghetto che collega Salonicco a Smirne © Georgia Dimaki

Lunedì 10 ottobre alle 17, il traghetto passeggeri “Smyrna di Levante” di Levante Ferries è salpato da Salonicco, in Grecia, per Izmir (o Smirne, come la chiamano i greci con nostalgia), in Turchia, in quello che è il primo collegamento tra le due città di mare in tempi recenti.

Il progetto è finalmente diventato realtà dopo oltre due decenni di discussioni infruttuose tra le diverse parti interessate da ambo i lati, ma anche nel mezzo di crescenti tensioni tra Grecia e Turchia.

Questa connessione è di particolare importanza in quanto unisce non solo la Grecia e la Turchia, ma anche l’Europa e l’Asia. Inoltre, trasportando passeggeri e merci dall’Europa e dai Balcani, va a colmare un vuoto logistico che esisteva da decenni.

Levante Ferries ha investito 16 milioni di euro in quella che, secondo l’amministratore delegato Efstratios Apergis, è "un’iniziativa puramente privata". Il traghetto – battente bandiera greca – è lungo 158,42 metri e ha la capacità di trasportare 948 passeggeri, 300 auto e 55 camion. Le tariffe partono da 81 euro per un posto in ponte o in coperta, con uno sconto del 10% sui biglietti di andata e ritorno. Il viaggio dura circa 14 ore, con collegamenti da Salonicco a Smirne e viceversa tre volte a settimana.

Un collegamento altamente simbolico

Le relazioni bilaterali tra Grecia e Turchia sono particolarmente tese dalla crisi del confine greco-turco del 2020 lungo il fiume Evros. Il 28 febbraio 2020 il governo turco aveva annunciato che, a seguito della morte di 34 soldati turchi a Idlib in Siria, la Turchia avrebbe aperto le frontiere con l’UE e non avrebbe impedito a rifugiati e migranti di attraversare il confine verso l’Europa. In risposta la Grecia chiuse i confini di Pazarkule-Kastanies e Ipsala-Kipi e rafforzò la sua polizia di frontiera, cercando anche il sostegno dell’UE. Questo incidente fu l’inizio di una serie di reciproche accuse di violazioni dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo e altre che tuttora avvelenano le relazioni bilaterali.

Negli ultimi tre anni, Grecia e Turchia si sono inoltre scontrate su una serie di questioni critiche di sicurezza e difesa regionale. Le controversie territoriali di lunga data sono recentemente esplose come effetto collaterale delle diverse risposte dei due paesi alle implicazioni del conflitto in Ucraina e, di conseguenza, delle loro posizioni divergenti sulla Russia. Continuano a divampare le scaramucce nelle isole dell’Egeo, mentre la disputa mediterranea si è estesa dall’isola divisa di Cipro alla Libia, con la recentissima disputa regionale sul petrolio libico.

Da entrambe le parti si vive nella costante paura di un "incidente" che potrebbe portare ad una guerra tra i due paesi. Ultimamente, analisti politici e funzionari del governo greco citano la caratteristica frase del presidente Recep Tayyip Erdoğan "Grecia, potremmo arrivare inaspettati nella notte" come una minaccia esplicita. Questa frase, usata dal presidente Erdoğan in diverse occasioni almeno dal 2017, è stata riutilizzata lo scorso settembre in un discorso pubblico nella città turca di Samsun. E in quel caso il popolo greco aveva motivi in più per rispondere emotivamente, poiché la data coincideva con la commemorazione dei 100 anni dai tragici eventi di Smirne: era il 12 settembre 1922 quando l’ellenismo fu cancellato una volta per tutte dall’Asia Minore a seguito di uno spargimento di sangue che i greci chiamano "la distruzione di Smirne" e i turchi il culmine della loro "Guerra d’indipendenza" o "Guerra di salvezza".

In Grecia, la commemorazione della cattura turca di Smirne è stata accompagnata da numerose attività culturali durante tutto l’anno. Molte di queste attività, principalmente di natura nostalgica, hanno mirato a far rivivere la gloria di Smirne come città cosmopolita e vivace, dove i greci dell’Asia Minore godevano di una vita prospera.

Il traghetto dell’amicizia

In questo contesto, la costituzione di una linea di traghetti con il nome di “amicizia” (filia in greco, dostluk in turco) ha una connotazione ovviamente positiva. L’ultimo collegamento simile risale al 2006, quando il Friendship Express Train fece il suo primo viaggio da Salonicco a Istanbul. Sfortunatamente, non sarebbe durato a lungo. Salonicco, invece, è rimasta collegata a Istanbul da autobus e aerei giornalieri.

Negli anni successivi ci sono state diverse discussioni per connettere Salonicco e Izmir, rimaste scollegate l’una dall’altra nonostante gli storici legami culturali. L’ex sindaco di Salonicco Yiannis Boutaris è stato fra le persone che hanno messo in campo sforzi sistematici per avviare il collegamento in traghetto, ma le continue tensioni politiche tra i due paesi hanno sempre sabotato i piani.

La compagnia privata vede questo ambizioso progetto come una scommessa. I tour operator di entrambe le parti sembrano abbracciare l’iniziativa. Anche i media locali greci e turchi sono stati molto incoraggianti. Con il turismo e il commercio duramente colpiti in entrambi i paesi, la nuova linea è un’opportunità d’oro per gli affari delle due sponde dell’Egeo.

Con l’arrivo della campagna elettorale in entrambi i paesi, possiamo aspettarci narrazioni sempre più populiste ed etno-centriche, in particolare contro i "soliti nemici". In questo ambiente polarizzato, il collegamento tra Smirne e Salonicco è un segnale positivo, oltre che un promettente accordo commerciale che può dare nuovo slancio al turismo e al commercio.

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