Croazia: taglio dei finanziamenti al settimanale della minoranza serba

Giovedì 24 aprile il Consiglio per le minoranze nazionali ha deciso di ridurre del 35% il sostegno annuale al settimanale Novosti, uno dei migliori e più prestigiosi media di tutta la regione, pubblicato dal Consiglio nazionale serbo. Un pericoloso precedente che rischia di ripercuotersi anche su altri media delle minoranze

30/04/2025, Hrvoje Šimičević -

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(Originariamente pubblicato da Novosti , il 25 aprile 2025)

“Il Movimento patriottico ha avuto garanzie dall’HDZ: il taglio del 40 percento dei finanziamenti a Novosti”, titolava il quotidiano Večernji list nel dicembre 2024.

“Nei corridoi del DP si vocifera che abbiano chiesto e ottenuto garanzie dall’HDZ che nel 2025 il settimanale pubblicato dal Consiglio nazionale serbo riceverà molti meno soldi, tra il 30 e il 40 per cento in meno”, precisava la giornalista, sottolineando poi che tali informazioni in un primo momento le erano sembrate strane. “Il settimanale Novosti infatti si finanzia con le risorse destinate all’autonomia culturale delle minoranze nazionali, ed è il Consiglio per le minoranze nazionali a decidere le modalità di assegnazione di queste risorse”.

Il dubbio sollevato dall’autrice dell’articolo è del tutto legittimo: nessun soggetto esterno all’organismo che propone al Consiglio l’importo delle risorse destinate ai media delle minoranze nazionali può influenzare le decisioni riguardanti questi finanziamenti. A maggior ragione se si tratta degli estremisti del Movimento patriottico (DP), guidato da Ivan Penava, che nel suo programma politico auspica una riduzione significativa dei diritti politici delle minoranze nazionali in Croazia.

Ammesso che alcuni rappresentanti delle minoranze nazionali siano pronti ad accettare un atto illecito – come le attività di lobbying da parte di soggetti politici esterni, attività vietate dal regolamento interno sull’erogazione dei contributi alle organizzazioni delle minoranze nazionali – è difficile credere che siano disposti a scendere a patti con un partito politico ostile alle minoranze. Eppure, cinque mesi dopo, l’articolo di cui sopra si è rivelato profetico.

Giovedì 24 aprile il Consiglio per le minoranze nazionali ha infatti deciso di ridurre del 35% il sostegno annuale al settimanale Novosti, un taglio che corrisponde grossomodo a quello richiesto dal Movimento patriottico.

Un episodio vergognoso, senza precedenti nella storia del Consiglio, che in passato ha contribuito in modo significativo alla promozione dei diritti delle minoranze nazionali in Croazia.

Alcuni rappresentanti delle minoranze che fanno parte del Consiglio hanno evidentemente ceduto alle minacce reiterate dagli sciovinisti. È curiosa poi la volgarità dell’intera messinscena dove nessuno si è sforzato nemmeno di nascondere le proprie tracce.

Senza alcuna motivazione coerente, un’istituzione – il cui compito principale è quello di promuovere e tutelare i diritti delle minoranze nazionali – ha individuato e poi attaccato un solo mezzo di informazione delle minoranze. Tutti, letteralmente tutti gli altri progetti presentati hanno ricevuto un contributo uguale, se non addirittura superiore a quello dell’anno scorso. Il bilancio del Consiglio è stato aumentato del 13% nel 2025, mentre il contributo destinato a Novosti è stato ridotto del 35%.

Il rituale di autoumiliazione delle minoranze si è svolto in un’atmosfera piuttosto riservata. Aprendo il dibattito sull’assegnazione delle risorse, Tibor Varga, presidente del Consiglio e membro della minoranza ungherese, visibilmente innervosito, ha pronunciato affermazioni vaghe, sostenendo che il Consiglio finanzia “l’autonomia culturale” e non contenuti “politici”.

I rappresentanti serbi hanno espresso preoccupazione per gli attacchi ai media indipendenti da parte di un partito dichiaratamente contrario al riconoscimento dei diritti delle minoranze nazionali, attacchi che potrebbero contribuire all’intensificarsi dell’assalto politico anche agli altri media.

Un assalto, neanche tanto velato, perfettamente sintetizzato nelle parole di Furio Radin, rappresentante della minoranza italiana: “Togliere duecentomila euro a Novosti è un atto politico, e mi fermo qui”.

Gli altri componenti del Consiglio – compresi i deputati del parlamento di Zagabria e gli esponenti del mondo culturale proposti dalle organizzazioni di tutte le minoranze nazionali presenti in Croazia (tedesca, slovena, macedone, rutena, slovacca, ungherese, ebraica, ucraina, austriaca, montenegrina, ceca, albanese…) – sono rimasti in silenzio dopo l’annuncio del taglio a Novosti, aspettando il momento del voto.

Ad eccezione dei rappresentanti delle minoranze serba, rom e italiana, che si sono astenuti, tutti gli altri membri del Consiglio hanno votato a favore della proposta di ridurre i finanziamenti a Novosti.

Anche le modalità di voto, secondo un sistema ormai consolidato, hanno penalizzato Novosti. La proposta di cofinanziamento dei programmi delle minoranze nazionali viene presentata in un unico documento, che valuta i programmi di tutte le minoranze. Quindi, è del tutto possibile che alcuni membri del Consiglio non fossero pienamente consapevoli dei retroscena né tanto meno delle motivazioni dell’azione contro Novosti.

Se il voto avesse riguardato solo i finanziamenti destinati a Novosti o i programmi della minoranza serba, l’esito forse sarebbe stato diverso. Resta però il fatto che la stragrande maggioranza dei membri del Consiglio ha appoggiato una decisione che giova a quelli che vogliono negare i diritti politici a tutte le minoranze nazionali.

Al termine della seduta, si è assistito ad una vera e propria fuga dalla scena del crimine. I membri del Consiglio hanno abbandonato la sala in fretta, ignorando le domande dei giornalisti.

Robert Jankovics, deputato del parlamento di Zagabria e rappresentante della minoranza ungherese, non ha voluto rispondere alla nostra domanda sui motivi che lo hanno spinto a sostenere il taglio delle risorse a Novosti.

A rispondere alle domande è rimasto solo Tibor Varga, presidente del Consiglio. Durante l’incontro coi giornalisti, Varga è riuscito a chiarire alcune ambiguità, ottenendo però un effetto opposto a quello che, con ogni probabilità, auspicava.

Alla domanda sui motivi alla base della riduzione del contributo destinato a Novosti, Varga ha sottolineato nuovamente che il Consiglio non sostiene finanziariamente contenuti “politici”. Incalzato poi dai giornalisti che gli chiedevano di quali contenuti si trattasse, il presidente del Consiglio ha invocato la Costituzione.

“La Costituzione lo dice chiaramente. Noi finanziamo l’autonomia culturale. C’è forse scritto da qualche parte che il Consiglio cofinanzia i programmi politici?”, ha chiesto Varga, aggirando la richiesta dei giornalisti di citare esplicitamente i testi pubblicati da Novosti che giustificassero il taglio delle risorse.

Non avendo ottenuto alcuna spiegazione soddisfacente, siamo andati a vedere cosa dice la Costituzione. Ed effettivamente, non c’è scritto da nessuna parte che il Consiglio sostiene finanziariamente i programmi “politici”, però non ci sono nemmeno precisazioni sui programmi che il Consiglio dovrebbe finanziare. In realtà, nella Costituzione non vi è alcuna menzione delle attività del Consiglio.

Può darsi che Varga si sia espresso male e che, anziché alla Costituzione, abbia voluto fare riferimento alla Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali, che ha portato alla creazione del Consiglio attualmente presieduto da Varga.

Dopo un’analisi attenta, abbiamo constatato che anche nel testo legislativo di cui sopra non vi è alcuna precisazione sui contenuti che il Consiglio dovrebbe finanziare. Si afferma soltanto che le minoranze “possono svolgere attività di comunicazione pubblica (pubblicare giornali, produrre e trasmettere programmi radiofonici e televisivi e gestire agenzie di stampa)”. Dopo ulteriori ricerche, e di certo non grazie alle risposte che ci ha fornito il presidente del Consiglio, abbiamo finalmente individuato i criteri sulla base dei quali questo organismo dovrebbe sostenere finanziariamente i media delle minoranze nazionali.

Dall’analisi di un documento intitolato “Criteri per il finanziamento e l’approvazione dei programmi per la realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali” non è emerso alcun vincolo che impedisca al Consiglio di finanziare i contenuti “politici”. Anzi, nei criteri generali di valutazione delle candidature si afferma chiaramente che il Consiglio deve sostenere i programmi “che contribuiscono a promuovere i valori dell’ordinamento costituzionale della Repubblica di Croazia, a rafforzare la tolleranza e a stabilire una fiducia multietnica e multiculturale”.

I valori costituzionali, a cui si riferisce questo documento, sono “la libertà, l’uguaglianza, la parità di genere, il pacifismo, la giustizia sociale, il rispetto dei diritti umani, l’inviolabilità della proprietà, la tutela della natura e dell’ambiente, lo stato di diritto e un sistema democratico multipartitico”. In parole povere, i criteri sulla base dei quali il Consiglio dovrebbe assegnare le risorse sono, chiaramente e innegabilmente, anche di carattere politico.

Quindi, tenendo conto dei criteri stabiliti dal Consiglio stesso per il finanziamento delle attività delle minoranze, il settimanale Novosti ha il dovere di occuparsi delle questioni politiche di cui sopra. La realtà è dunque diametralmente opposta all’immagine fornita da Varga. Anziché evitare di finanziare i contenuti politici, il Consiglio dovrebbe esplicitamente incoraggiarli! Le testate delle minoranze nazionali che vorrebbero ricevere maggiori risorse, dovrebbero scrivere anche di argomenti politici!

Anche quando abbiamo citato questi criteri, Varga ha continuato ad insistere sul fatto che “il Consiglio finanzia esclusivamente l’autonomia culturale”. Tralasciando per un attimo i criteri menzionati, va specificato che il Consiglio finanzia i media delle minoranze che si occupano di diverse questioni, molto più ampie delle problematiche strettamente legate ad una particolare minoranza nazionale. Questa interpretazione del concetto di “autonomia culturale” non è mai risultata problematica, proprio perché il Consiglio, sin dalla sua creazione, ha sempre inteso quest’idea in senso lato, per evitare la ghettizzazione delle minoranze.

La legge costituzionale sui diritti delle minoranze riconosce questa interpretazione, affermando chiaramente che le minoranze nazionali hanno il diritto di svolgere attività di informazione pubblica, occupandosi anche di argomenti di carattere generale scelti seguendo la propria linea editoriale.

La recente decisione di tagliare i finanziamenti a Novosti ha messo in discussione questi presupposti e potrebbe avere gravi conseguenze per il finanziamento di tutte le minoranze in Croazia, come ha lasciato intendere Tibor Varga che, con ogni affermazione pronunciata, ha ulteriormente ristretto le aree tematiche ammissibili per i contributi erogati dal Consiglio. “Non ci occupiamo di politica, finanziamo l’autonomia culturale, e quest’ultima non comprende programmi politici, sociali, sportivi, culturali ed educativi”.

Citando i criteri stabiliti dalla legge, abbiamo dimostrato che Tibor Varga non conosce bene la problematica. Inoltre, sembra che non ci sia un solo mezzo di informazione delle minoranze nazionali, cofinanziato dal Consiglio, che di tanto in tanto non pubblichi contenuti che Varga ritiene inammissibili. Allora perché il Consiglio non ha tagliato i finanziamenti anche alle altre testate? Perché lo standard del signor Varga è stato applicato solo a Novosti?

Il settimanale della minoranza serba ha sempre ricevuto somme più cospicue di quella prevista per il 2025 proprio perché fino a ieri l’”autonomia culturale” è stata interpretata in senso lato, in conformità con la legge costituzionale sulle minoranze nazionali e con i criteri stabiliti del Consiglio stesso, criteri che nel frattempo non sono stati modificati. Anche la linea editoriale del settimanale Novosti è rimasta la stessa. Nulla è cambiato, se non l’atteggiamento del presidente del Consiglio per le minoranze nazionali e di chi fa il lavoro sporco.

“Quindi, in tutti questi anni avete violato la legge?”, hanno chiesto i giornalisti.

“Mi astengo dal commentare il mandato del mio predecessore, però credo che dobbiamo finalmente affrontare… non ci occupiamo di politica”, ha risposto Varga, per poi ribadire: “Per quanto mi riguarda, insisterò sui programmi riguardanti l’autonomia culturale”.

Quando l’anno scorso il settimanale Novosti ha ricevuto 610 mila euro, senza alcuna polemica, nemmeno sui contenuti “politici”, a presiedere il Consiglio è stato Tibor Varga. Difendendo l’indifendibile, sostenendo che il suo mandato sarebbe diverso da quello del suo predecessore, Varga ha preso cinicamente le distanze non solo dai suoi ex colleghi del Consiglio, ma anche dalle posizioni che fino poco tempo fa ha sostenuto lui stesso. Il nuovo Varga, incapace di argomentare le proprie decisioni, assomiglia di più a Željka Markić che al presidente di un’istituzione per la difesa delle minoranze nazionali.

L’anno scorso l’organizzazione guidata da Željka Markić ha pubblicato un’analisi dei testi usciti su Novosti. Hanno citato i contenuti “politici” come uno dei motivi principali per chiedere la sospensione dei contributi statali al settimanale della minoranza serba, esattamente quello che sta facendo oggi il Consiglio guidato da Varga. Le argomentazioni di Markić e di Varga sono identiche e vengono articolate con la stessa ignoranza dal punto di vista legale e mediatico.

Dovrebbero invece distinguersi radicalmente. L’associazione “U ime obitelji” [Nel nome della famiglia] ha il diritto di credere a tutto quello che vuole e di chiedere la sospensione di qualsiasi cosa. Da presidente del Consiglio per le minoranze nazionali, Varga ha invece il dovere di proteggere le minoranze e i loro diritti dagli attacchi come quelli lanciati da Željka Markić. Con la controversa decisione sui tagli dei finanziamenti a Novosti, il Consiglio ha adottato la prospettiva dell’associazione guidata da Markić, un’associazione che qualche anno fa aveva partecipato ad un’iniziativa referendaria per negare i diritti politici garantiti alle minoranze nazionali in Croazia.

Questa deplorevole vicenda, in cui i difensori istituzionali delle minoranze si sono trasformati in aggressori ostili alle minoranze, non poteva che portare ad un tentativo di difesa tragicomica di Tibor Varga. Durante l’incontro con i giornalisti, Varga non è riuscito a spiegare il motivo per cui a Novosti sono stati tolti duecentomila euro. I giornalisti gli hanno chiesto cinque volte di citare almeno un testo – uno solo!– pubblicato da Novosti che giustificasse un taglio così radicale delle risorse. Il presidente del Consiglio non ha voluto rispondere.

A quel punto è intervenuto uno dei presenti, probabilmente un membro del Consiglio, affermando che il controverso contenuto “politico” pubblicato da Novosti è stato individuato durante un’analisi condotta dal Consiglio, analisi che però non può essere condivisa con i giornalisti trattandosi di un documento ad uso interno.

Una scusa comoda. Il presidente del Consiglio non è in grado di fornire alcuna spiegazione coerente per la riduzione dei finanziamenti a Novosti, e l’unico documento che possa contenere qualche risposta non è disponibile al pubblico.

Poche ore dopo l’incontro, in cui Varga ha esplicitamente dichiarato che nessuno, né il Movimento patriottico (DP) né l’HDZ, ha influenzato la decisione di tagliare le risorse a Novosti, si è fatto sentire anche il DP con un post su Facebook. “Realizziamo quello che promettiamo: il taglio dei finanziamenti al settimanale Novosti!” Un post tutt’altro che ambiguo: la scorsa settimana il DP ha “realizzato” quello che ha “promesso” qualche tempo fa.

Con una sola frase, la cricca di Penava ha svelato la falsità delle affermazioni del presidente del Consiglio, degli autori della proposta di finanziamento dei media delle minoranze nazionali e di alcuni di quelli che – forse ignari dei retroscena politici della vicenda – hanno appoggiato questa idiozia.

È emerso così che l’unico vero contenuto “politico” illegale è quello che ha portato all’attacco a Novosti. Le implicazioni dell’affermazione del Movimento patriottico vanno oltre l’ipocrisia di quei membri delle minoranze che hanno attuato “la promessa” del DP.

Come abbiamo già sottolineato, è severamente vietata qualsiasi ingerenza esterna nell’assegnazione dei contributi del Consiglio per le minoranze nazionali. Consapevoli della responsabilità penale, anche i membri del Consiglio devono rispettare l’imparzialità dell’organismo interno che propone l’importo dei contributi da assegnare. Il Movimento patriottico, che fa parte dell’attuale governo, ha lasciato intendere che sui membri del Consiglio è stata esercitata un’influenza politica inaccettabile.

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