Secondo quanto pubblicato dal quotidiano Slobodna Dalmacija del 15 settembre scorso, un testimone bosniaco presentatosi a L’Aja, avrebbe rilasciato dichiarazioni che accusano alcune personalità politiche croate – tra quali gli attuali presidente e vicepresidente dell’ HDZ, Ivo Sanader e Vladimir Seks – di genocidio, per avere dirette responsabilità nell’uccisione di civili bosniaco-musulmani attuate dalle forze croate in Erzegovina. Ivo Sanader non ha voluto commentare le accuse a lui rivolte, delegando la segreteria del partito a rispondere sulla questione. E la segreteria ha risposto immediatamente con un comunicato, in cui viene dichiarato che le personalità sospettate parteciparono all’incontro avvenuto a Medjugorije nel 1993 con i comandanti delle unità paramilitari croato-bosniache, solo perché "spinti da buone intenzioni". Al contempo, sui quotidiani si sta dibattendo anche di altri processi in corso, tra i quali quello contro gli accusati per il massacro di Lika avvenuto nel 1991. A questo proposito, su Vjesnik del 17 settembre è apparso un commento in cui si sottolinea che le autorità statunitensi sono molto soddisfatte del fatto che tale processo si stia svolgendo a Rijeka – quindi sul suolo croato – anziché a L’Aja. Perché in questo modo l’ambasciatore americano Warren Zimmerman allora di stanza a Belgrado, non si troverà nella condizione di dover rispondere di fronte ad autorità giudiziarie internazionali sul ruolo degli Stati Uniti nella preparazione della guerra. E quindi non si approfondirà il ruolo di collegamento del principale imputato nel processo di Fiume – Tihomir Oreskovic – che rientrò nel paese alla vigilia degli scontri armati dopo esser stato negli anni ottanta un collaboratore dell’FBI, ma anche il ruolo degli agenti americani nell’attacco t[]istico realizzato nell’autunno del 1991 contro il museo della Chiesa serba ortodossa di Zagabria.
Il processo di Fiume, ricominciato proprio il 17 settembre, vede gli imputati accusarsi vicendevolmente. Come scrive Novi list del 18 settembre, durante l’udienza l’ex generale Norac ha persino colpito con un pugno l’ex colonnello Oreskovic, accusandolo di essere responsabile del rallentamento del processo.
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