I primi giorni di ottobre sono stati caratterizzati in Croazia da un evento televisivo senza precedenti. Il due ottobre, in prima serata, la prima rete nazionale croata ha trasmesso un film documentario di Bozo Knezevic sulle stragi subite dalla popolazione civile serba in seguito all’azione militare "Tempesta" del 1995 grazie alla quale Tudjman riprese possesso della regione delle Krajne.
Si sono subito alzate le proteste del Presidente dell’Associazione invalidi di guerra, Marinko Liovic, del Presidente del Comitato per la difesa della "guerra patriottica", Mirko Condic, che ha descritto l’attuale governo quale un "potere traditore", ed infine della Segreteria dell’HDZ che ha richiesto le dimissioni di Mirko Galic, direttore generale della Radiotelevisione croata, e del redattore Denis Latin (Slobodna Dalmacija, 3.10).
Su Novi List Jelena Lovric commenta queste reazioni insistendo su quanto sia difficile per persone che hanno agito senza onestà ed in modo poco chiaro accettare queste verità sui crimini di guerra. Reagiscono minacciando il governo e paradossalmente in parte si può dare loro ragione. Il nuovo corso croato avrebbe dovuto, secondo la giornalista, rendere note le verità sui crimini compiuti durante la guerra immediatamente dopo la svolta del 3 gennaio quando si sgretolò il potere dell’HDZ.
Nonostante queste considerazioni c’è spazio anche per l’ottimismo: secondo un’inchiesta effettuata dopo la trasmissione il 70% della popolazione della Croazia è favorevole a portare i responsabili per crimini di guerra commessi da parte croata davanti ad un tribunale.
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