Croazia: monumento a criminale ustascia
Era un criminale di guerra. Ora i cittadini di Sveti Rok, insieme ad esponenti della diaspora croata, gli hanno dedicato un monumento. Chiesa e Governo mantengono una posizione ambigua. Presto un monumento anche ad Ante Pavelić?
Mile Budak, importante esponente del regime filo nazista ustascia in Croazia, già condannato per crimini di guerra, avrà il suo monumento nel piccolo villaggio di Sveti Rok, vicino a Gospić, circa 150 km a sud di Zagabria. Budak era uno dei più stretti collaboratori di Ante Pavelić, il fondatore del cosiddetto Stato Indipendente di Croazia (NDH), uno stato fantoccio (1941-1945) nel quale vennero commessi gravi crimini di guerra contro Serbi, Ebrei, Rom e altri non-Croati. Il governo Pavelić aveva scelto Budak come proprio Ministro della Cultura e della Religione. Budak è ricordato per le leggi razziali e per il modello di "soluzione per il problema serbo in Croazia", secondo il quale un terzo dei Serbi avrebbero dovuto essere uccisi, un terzo deportati e un terzo convertiti al Cattolicesimo. Alla fine della seconda guerra mondiale, Budak fu condannato a morte e giustiziato.
Ora, circa 60 anni più tardi, alcuni emigranti Croati in Canada, Australia e Stati Uniti, insieme ad alcuni cittadini di Sveti Rok, hanno deciso di erigere un monumento per celebrare Mile Budak. Per la verità, affermano di costruire il monumento per i suoi meriti letterari, e non per le sue gesta di criminale di guerra e di prominente funzionario del tristemente noto regime ustascia. La questione è divenuta uno scandalo politico di prim’ordine mettendo il governo del Primo Ministro Ivo Sanader in una posizione difficile. Sanader sta cercando di portare la Croazia nell’Unione Europea e di imprimere nel resto del mondo una immagine positiva del Paese.
Il monumento a Budak sta ora danneggiando seriamente questa immagine e arriva in un momento molto delicato, quando la Croazia sta già affrontando le reazioni negative della comunità internazionale per l’accoglienza euforica riservata al generale Tihomir Blaškić, recentemente scarcerato dal Tribunale dell’Aja. Al suo ritorno dall’Aja, dopo che la sentenza originaria a 45 anni era stata ridotta a 9 anni, Blaškić è stato accolto in Croazia in pompa magna come se fosse stato un eroe nazionale, nonostante il Tribunale Internazionale lo avesse condannato per crimini di guerra.
Il governo di Zagabria dovrà ora affrontare dei grossi problemi a causa del monumento a Mile Budak. A causa della propria riluttanza nel promulgare una legge formale che impedisca la celebrazione del movimento nazista, Zagabria si trova ora in una posizione nella quale non può fare praticamente nulla. La costruzione di un monumento è di responsabilità esclusiva delle autorità locali, mentre le autorità centrali non hanno alcuna possibilità di fermare tali azioni. Una situazione simile si era verificata 4 anni fa, quando a Slunj, cittadina a circa 100 km a sud di Zagabria, era stato eretto un monumento al criminale ustascia Jure Francetić. Nonostante le forti reazioni da parte dell’opinione pubblica, dei media e delle organizzazioni per il mantenimento della pace, il monumento è ancora lì, a Slunj, così come molte strade oggi nelle città croate portano il nome di Mile Budak. Il governo non può fare nulla per prevenire tutto ciò, dato che in Croazia attualmente non esistono leggi che affrontino la questione.
Tutta la storia della edificazione di un monumento a Budak è ancora più imbarazzante per la Croazia, dato che il monumento sarà posto sulle mura della chiesa cattolica di Sveti Rok, e la decisione di metterlo lì è stata presa con il consenso del comitato ecclesiastico locale. Il fatto che il governo Sanader sia particolarmente attento a mantenere buoni rapporti con la Chiesa ha come conseguenza un comportamento ambiguo da parte del governo. Quando all’inizio di agosto lo scandalo è venuto alla luce sulle prime pagine dei giornali, provocando la indignazione di gran parte dell’opinione pubblica, il governo ha cercato di rispondere in modo tale da poter compiacere sia gli oppositori che i fautori del monumento.
Inizialmente, il vice Premier e più stretto collaboratore del Primo Ministro Sanader, Andrija Hebrang, ha dichiarato: "Per quanto riguarda Mile Budak, conosco la storia della sua vita e so quante cose buone ha fatto."
In un secondo momento, il vice presidente del Parlamento, Darko Milinović, ha condannato la edificazione di un monumento a Budak: "La nazione croata ha dovuto portare troppo a lungo il peso delle colpe della NDH (lo Stato ustascia, ndt). Se Budak fosse stato semplicemente uno scrittore croato, nessuno in questo Paese avrebbe il diritto di dire alcunché rispetto alla costruzione del monumento. Tuttavia, Budak è stato anche un Ministro nel governo della NDH."
Condannando indirettamente il passato nazista di Budak, il vescovo Mile Begović è riuscito anche a trovare parole per difenderlo: "Non siamo un Paese così ricco da poterci permettere di buttar via l’opera letteraria di Budak", sostenendo praticamente in questo modo l’idea di edificare un monumento a "Budak lo scrittore".
"Se le autorità locali vogliono costruire un monumento ad un proprio concittadino, evidentemente lo considerano come una persona importante. Ogni luogo ha il diritto di decidere autonomamente. Noi rispettiamo le decisioni di tutte le autorità locali e crediamo che ogni uomo che abbia lasciato una traccia importante nella storia debba essere giudicato dalla storia", ha dichiarato il portavoce della Conferenza Episcopale Croata, Antun Šuljić, commentando la iniziativa di erigere un monumento a Budak.
Ivan Savić, il funzionario ecclesiastico in carica a Sveti Rok fino all’anno scorso che, insieme al consiglio della chiesa locale, ha approvato la costruzione di un monumento vicino alla chiesa, non la considera una questione controversa: "Mile Budak dovrebbe essere considerato un patriota e un grande scrittore, nato a Sveti Rok. I cittadini hanno il diritto di serbare un buon ricordo di un eccezionale scrittore, e di erigere a lui un monumento per i suoi meriti."
Žarko Puhovski, professore di filosofia all’Università di Zagabria e presidente della sezione croata del Comitato Helsinki per i diritti dell’uomo, ha affermato invece che Budak è solamente uno scrittore di terza categoria, che sfortunatamente è molto più noto come criminale. "L’opera letteraria di Budak è solo una scusa per quelli che vogliono fargli il monumento. E’ una disgrazia che anche la Chiesa Cattolica sia coinvolta in questa azione vergognosa, che dimostra meglio di un lungo discorso la triste posizione che questa istituzione, ndt attualmente mantiene in Croazia", ha dichiarato Puhovski.
Insieme ad altri intellettuali indipendenti della Croazia, Puhovski sostiene la necessità di una risoluta azione di tipo pubblico. Intanto, afferma Puhovski, si potrebbe pubblicare un pamphlet da distribuire ai turisti stranieri per avvisarli di evitare posti come Sveti Rok e Slunj, che celebrano criminali croati. Entrambe queste località sono situate su importanti autostrade che collegano la parte occidentale della Croazia con il mare, e sono sulla strada comunemente utilizzata dai molti turisti che visitano la costa adriatica della Croazia in estate.
L’unica vera soluzione, tuttavia, sarebbe quella di proibire per legge la celebrazione dei criminali nazisti. Attualmente non ci sono tali leggi in Croazia, ed è solo una questione di tempo prima che anche Ante Pavelić, le cui immagini vengono vendute senza alcun ostacolo, abbia il proprio monumento in Croazia.
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