Croazia: luci ed ombre dell’economia croata

09/10/2001, Redazione -

Le autorità croate hanno iniziato a sfoltire i diritti sociali dei dipendenti dei servizi pubblici e delle istituzioni statali. Dal primo gennaio 2002 verrà parificata la situazione tra impiegati permanenti e temporanei ed il costo del lavoro sarà identico per entrambe le categorie. Verranno inoltre tagliati i rimborsi per lo spostamento verso il posto di lavoro ecc. (Vecernji list, 4.10). Dusanka Marinkovic, del sindacato indipendente dell’industria energetica e petrolchimica, ha dichiarato che ora inizieranno le lotte sindacali per preservare e non perdere diritti già acquisiti.
In questo clima il primo ministro Ivica Racan fa sapere che se non andasse in porto la vendita della ditta telefonica croata HT (il governo è in trattativa con la Deutsche Telekom) il bilancio statale si troverebbe in una situazione molto difficile (Jutarnji list, 2.10).
Ma dall’economia croata non arrivano solo segnali negativi. Il dato riguardante la crescita del prodotto nazionale lordo nel secondo trimestre dell’anno, un +4,7%, porta un pò d’ottimismo. Il rialzo è stato trainato soprattutto dalla crescita degli investmimenti che si è attestata al 7,7%.
Le banche croate invece non hanno aumentato, come era invece previsto, i tassi di interesse seguendo le tendenze del mercato finanziario mondiale. Alcune hanno addirittura diminuito quelli corrisposti ai piccoli risparmiatori.

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