Croazia: il saccheggio dei boschi della Krajina

Nella regione della Lička Jasenica foreste millenarie vengono impunemente razziate. In pericolo l’ambiente e la sussistenza degli abitanti del luogo, che della ricchezza di quei boschi hanno sempre vissuto

26/06/2019, Paulina Arbutina -

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© Parilov/Shutterstock

(Pubblicato originariamente da Novosti , selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans )

Gli abitanti di Lička Jasenica, un villaggio situato ai piedi del massiccio del Mala Kapela, hanno vissuto per secoli in armonia con le vaste foreste che li circondano. Generazione dopo generazione, hanno protetto e mantenuto i loro appezzamenti di bosco privati, consapevoli della ricchezza naturale che rappresentavano. Prima della guerra degli anni ’90, una cartiera impiegava 1200 lavoratori nel vicino villaggio di Plaški. Ora è in bancarotta e le tre piccole segherie di Plaški e Saborsko sopravvivono a stento. Una di loro è attiva tutto l’anno, le altre due solo stagionalmente.

Nei fatti, non restano che le foreste agli abitanti di questa regione. Ma, ogni anno, le vedono sparire sempre più, dissanguate dai tagli illegali. I veicoli pesanti che trasportano tronchi danneggiano le piste tagliafuoco e le infrastrutture stradali. Non c’è bisogno di andare lontano per vedere l’entità del disastro: fin dalla strada, scorgiamo zone di bosco devastate. Principali obiettivi del traffico, le proprietà boschive degli abitanti della regione cacciati nel 1995 dall’operazione Oluja.

"La gente ha lasciato la foresta dietro di sé", dice Nikola Grba, vice sindaco di Saborsko. "Per anni, gli alberi sono stati abbattuti e portati via da camion-rimorchi. Il 60% delle foreste private è già scomparso. Le aree di proprietà pubblica non sono state ancora attaccate, ma quelle private ​​sono totalmente devastate. La nostra ricchezza scompare a beneficio di pochi individui. Restano solo rami e ceppi, sentieri interrotti e fonti distrutte. La Forestale versa 40.500 euro di sussidi all’anno al municipio, cifra non certo sufficiente a risistemare i nostri sentieri devastati dai macchinari per l’esbosco. In un certo senso, possiamo persino dire che la Forestale dia la sua benedizione ai ladri, dal momento che l’amministrazione fa finta di non vedere nulla".

"Un semplice cittadino, proprietario di un bosco, non può tagliare legna da ardere senza il permesso della Forestale – spiega Nikola Grba. "Spetta alle guardie forestali contrassegnare con una croce gli alberi che possono essere tagliati. Oggi non vi è croce da nessuna parte, ma i tagli continuano. Quanto legname può essere preso senza autorizzazione? Conosciamo un uomo di 80 anni il cui appezzamento di bosco è stato letteralmente rasato al suolo. Gli sono stati rubati 100 metri cubi di legname e non gliene sono restati che 20 metri cubi, che ha tagliato lui stesso prima che glieli rubassero. Ha dovuto pagare una multa di 600 euro per aver tagliato il suo stesso legname, mentre chi ha rubato i 100 m³ se ne è andato senza problemi. Nessuno dice di sapere chi siano i responsabili. Ma molti hanno le mani sporche. Tagliano il sabato e la domenica. Non appena qualcuno muore nel villaggio, non importa chi siano i suoi eredi, anche i suoi boschi scompaiono".

Đorđe Momčilović, presidente del Consiglio per la minoranza serba di Saborsko, e Milan Jovetić, consigliere dell’SDSS (Partito serbo indipendente democratico) di Saborsko, camminano intorno alle particelle devastate. Lo sterrato è ridotto troppo male per arrivarvi in macchina. "Fino allo scorso autunno, c’era una foresta di faggi qui. Se gli abitanti fossero ancora qui, difenderebbero la loro proprietà. Non è solo una questione ambientale, ma anche politica", spiega Milan Jovetić. "Riguarda il nostro futuro e la nostra sopravvivenza. È colpa dello stato: non c’è né controllo né supervisione. La polizia dovrebbe già fare il suo lavoro e monitorare le strade. Il massiccio saccheggio delle foreste è iniziato quando lo stato ha iniziato a rilasciare i permessi per il taglio del legname ai privati".

"Dove tagliano oggi, la foresta impiegherà mille anni per rinascere", denuncia. "È peggio che nell’epoca veneziana. Gli alberi del Velebit almeno sono stati usati per costruire Venezia, ma cosa fanno con quelli di Mala Kapela? Abbiamo un altro problema, i coleotteri della corteccia. Ovunque vediamo alberi morti, ma nessuno li taglia, mentre spetterebbe alla Forestale. In passato, non appena vedevano un albero malato, le guardie forestali lo tagliavano per impedire che l’intera foresta ne venisse contaminata. Ora, è il contrario, tagliano alberi giovani e sani e lasciano quelli malati”. Attorno non vi sono che arbusti e rovi, ed è difficile credere che solo un anno fa, qui, vi fosse un bosco. Pochi metri più avanti si vedono dei trattori parcheggiati. Senza dubbio dei ladri di legname.

"Il saccheggio è organizzato in modo perfetto, dalla foresta alle corti dei tribunali, dalla polizia ai pubblici ministeri. Tutti hanno interesse a tacere, sia i singoli individui che le istituzioni. I proprietari delle nostre foreste sono sparsi ai quattro angoli del mondo. Qualcuno qui li avverte che i loro boschi vengono tagliati, ritornano a vedere la distruzione e tutto si ferma lì. Le foreste private di fatto non vengono protette e le persone hanno difficoltà a rivendicare i propri diritti. Tutto questo avviene alla luce del sole, senza che le istituzioni facciano nulla. Il legno di abete è apprezzato in questo momento, ci sono anche faggio e quercia, troviamo di tutto. I ladri si servono nella foresta come fossero in un supermercato. È tutto organizzato. Questo non è un lavoro di pochi individui, sono vere e proprie squadre in azione", denuncia Đorđe Momčilović.

Gravi le conseguenze anche sulla situazione idrogeologica. "Le nostre foreste ospitano fonti d’acqua che riforniscono la popolazione. Il taglio brutale e la distruzione dei terreni forestali causano il movimento delle falde acquifere e le nostre fonti si stanno prosciugando", afferma. "I nostri antenati stavano molto attenti a non tagliare gli alberi attorno alle sorgenti. Quando tagli un albero, le radici marciscono, l’acqua scorre attraverso i fori che si vengono a creare e la fonte si prosciuga. Non abbiamo alternative, non abbiamo acqua corrente, anche se a ogni elezione si dice che tutti devono avere accesso all’acqua potabile. La realtà è che siamo a corto di acqua e in estate dobbiamo pagare camion cisterna per abbeverare i nostri animali. In un paese così ricco d’acqua, è assurdo".

A questo ritmo, le foreste della regione saranno presto un lontano ricordo, deplora Milica Ogrizović, di Blato. "La Dalmazia e l’Istria hanno il mare, di cui vivono piuttosto bene. Noi abbiamo foreste e acqua, da cui però non ricaviamo nulla. Tagliano in tutte le direzioni. A Blato, il nostro lago è diventato una misera pozzanghera, non restano che pochi e piccoli ruscelli, con l’erba che cresce dove prima scorreva l’acqua. Le vecchie sponde sono ancora chiaramente visibili, vediamo quanto era grande il lago prima, dall’autunno alla primavera. La natura è cambiata. I venti sono più violenti e più freddi. Non è insolito che le raffiche sollevino i tetti, cosa che non è mai accaduta prima. Non trovano ostacoli sul loro cammino. Le conseguenze saranno devastanti. Cosa lasceremo ai nostri discendenti?".

Secondo Branko Bartolić, presidente dell’Unione micologica croata e uno dei principali specialisti di funghi del paese, la foresta è anche ricca perché ospita un mondo microbiologico invisibile, una ricca flora e fauna. "I tagli minacciano i funghi, che vivono in simbiosi con gli alberi. Il terreno manca di umidità. Querce centenarie e giganteschi faggi trascinati per miglia distruggono il suolo. La continuità dei collegamenti naturali tra le diverse parti della foresta è interrotta", spiega.

"Da 40 anni ho assistito alla distruzione di aree forestali, ma i tagli si sono diffusi ovunque dopo le guerre degli anni ’90. Siamo di fronte ad un vero e proprio ecocidio. Gli alberi sono stati tagliati inizialmente con il pretesto dello sminamento, ma ora anche le foreste vergini vengono distrutte. La Forestale raramente riforesta i terreni ‘ripuliti’, lasciano che la foresta si rinnovi, naturalmente. Quando riforestano, è solo un’azione di facciata. Ma le giovani piante scompaiono molto rapidamente perché c’è troppo sottobosco e non possono crescere".

L’associazione ecologista Eko Pan, di Karlovac, è ben consapevole della situazione. "Quest’anno abbiamo già ricevuto due chiamate che annunciano tagli selvaggi. Ma le nostre segnalazioni alla Forestale rimangono lettera morta. Molti cittadini sono riluttanti a farsi avanti perché sono sotto pressione e hanno visto che i saccheggiatori agiscono impunemente. Alcuni dicono che i ladri sono protetti dalla polizia e dai politici. Hanno addirittura devastato aree acquatiche protette. Passano con le loro enormi macchine accanto a serbatoi di acqua potabile, inquinandola", spiegano i suoi responsabili.

La Forestale si è limitata ad inviarci una mappa delle operazioni di disboscamento e riforestazione, nonché i riferimenti legislativi che regolano le loro attività, ma senza rispondere alle nostre domande sulla distruzione delle foreste di Saborsko. "La legge prevede un rinnovamento naturale e artificiale della foresta, così come la piantumazione di nuove piante su aree forestali non sviluppate. Preferiamo il rinnovamento naturale, più razionale dal punto di vista biologico ed economico”, si sono limitati a spiegare. Ma un "rinnovamento naturale della foresta" non può certo compensare il saccheggio organizzato in atto.

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