Croazia: il ritorno di Budisa

Dopo un periodo di silenzio torna a parlare in un’intervista Budisa, ex-presidente dell’HSLS. Ed il governo traballa.

21/12/2001, Redazione -

Dopo molti mesi di silenzio l’ex-presidente dell’HSLS e futuro candidato per ritornare alla presidenza (è stato nominato per occupare questa carica dalla maggior parte delle federazioni del partito) Drazen Budisa ha rilasciato un’intervista a Drazen Ciglenecki, giornalista di Novi list (15.12). Il ritorno sulla scena pubblica di Budisa non è caratterizzato sicuramente da un atteggiamento difensivista: accusa infatti il primo ministro Racan ed il vice-primo ministro Goran Granic (membro del suo stesso partito) di creare relazioni insostenibili all’interno della coalizione governativa. Il potere sarebbe infatti, secondo Budisa, concentrato nella presidenza del governo e l’HSLS non sarebbe piu’ in grado di partecipare alle decisioni strategiche prese dal governo.
Budisa e’ quindi intenzionato a ridefinire le relazioni all’interno della coalizione governativa non appena sarà rieletto alla presidenza del partito. Tra i temi nei quali intende modifcare le politiche attuali anche quello riguardante la cooperazione con il Tribunale dell’Aja.
La maggior parte dei commenti a quest’intervista di possono sintetizzare riportando i titoli nelle prima pagine dei quotidiani del 16 dicembre. Due in particolare, Vecernji list e Jutarnji list, riportano lo stesso titolo: Budisa rovescia il governo.
Il presidente attuale dell’HSLS Jozo Rados non si mostra troppo preoccupato: dichiara di impegnarsi per fare uscire il partito dalle attuali difficoltà, create dall’ex-presidente Budisa (Novi list, 16.12). Non e’ preoccupato nemmeno il primo ministro Ivica Racan: parlando durante una seduta del Comitato centrale dell’SDP ha rifiutato di commentare le «baruffe di Budisa» (Vecernji list, 17.12). Tra chi invece un pò di preoccupazione la fa emergere il ministro per l’economia Dubravko Fizulic (HSLS): secondo quest’ultimo infatti nel caso di ritorno di Budisa al vertice del partito i processi di rinnovamento economico del Paese (visibili a suo avviso a partire dal prossimo anno) sarrebbero in serio pericolo.

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