Crisi in Grecia, approdo bulgaro
In Grecia la crisi continua a colpire tutte le fasce della società. Molti imprenditori hanno deciso di spostare le proprie attività nella vicina Bulgaria, alla ricerca di manodopera a minor costo e cornice economica più stabile. Ma a spostarsi in Bulgaria sono anche semplici cittadini, spesso pensionati che in Grecia faticano ad arrivare a fine mese
Mentre la Grecia trema per il rischio di non ricevere la sesta tranche del megaprestito dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale, o addirittura di dovere tornare alla dracma, il governo, per rimediare al “buco” di un miliardo di euro già accumulato dal deficit pubblico nei primi otto mesi del 2011, rispetto a quanto pattuito con Bruxelles per tutto l’anno in corso (Atene ha sforato: il deficit è a quota 18,1 miliardi di euro ad agosto invece dei 17,1 previsti per tutto il 2011) ha deciso di imporre una nuova tassa sugli immobili.
Su tutti, anche quelli non dichiarati finora al fisco, “scovati” tramite le bollette dell’acqua e dell’energia elettrica. La nuova imposta sarà addebitata infatti tramite la prossima bolletta della Dey (l’azienda elettrica). Si pagherà fra i 50 centesimi e i dieci euro al metro quadrato, a seconda del valore catastale e delle zona più o meno pregiata dove si trova l’appartamento.
Fuga in Bulgaria
Peccato che molti greci abbiano deciso, nel frattempo, di trasferirsi in Bulgaria. “Solo nell’ultimo anno circa 800 medi e piccoli imprenditori ellenici, soprattutto del nord della Grecia, hanno spostato le loro attività lavorative nel sud bulgaro, vicino al confine con l’Ellade” ci racconta Kostantino Georgakos, vicepresidente dei Mediatori immobiliari ellenici, vicepresidente del Consorzio mediatori immobiliari di Salonicco (la seconda città ellenica, capoluogo della Macedonia greca) e, soprattutto, a capo della “Parthenon real estate” di Salonicco, agenzia che come molte altre vende e acquista case non solo in Grecia ma anche nei Balcani e che, guarda caso, ha una branca dedicata espressamente a chi vuole fondare una società in Bulgaria.
“Ovvio” continua Georgakos “che a questi imprenditori non conviene pagare un affitto oltreconfine, e allora oltre ai capannoni industriali vi acquistano anche una casa, che lassù costa molto meno al metro quadro: si parte dai 600 euro. E gli 800 imprenditori emigrati negli ultimi dodici mesi vanno ad aggiungersi ai circa 2000 che si erano già trasferiti a sud di Sofia negli ultimi anni, approfittando dell’Iva più bassa e del minore costo della manodopera.
Pensionati in cerca di vita più economica
“Naturalmente” dice ancora Georgakos, “800 è un numero a livello nazionale. Comunque quella degli imprenditori che lasciano la Grecia e comprano casa in Bulgaria è la prima categoria che viene a bussare alla porta della nostra agenzia: solo noi abbiamo avuto un’impennata del 400% rispetto al 2010. La seconda categoria è quella dei pensionati”.
Ma come, i pensionati falcidiati dai pacchetti lacrime e sangue imposti dai tagli del governo socialista di Atene? “Se hanno 15-20mila euro da parte, o se riescono a vendere la loro casa in Grecia (difficilissimo, perché il mercato è fermo, ndr) comprano un appartamentino nelle città a ridosso della frontiera greco-bulgara. Per esempio a Gotze Delchev (Ano Nevrokopi in greco), a circa 20 km di strada dal confine con la Grecia. I loro figli sono ormai grandi, e gli anziani con la loro pensione benché tagliata riescono a vivere meglio lì, perché la vita costa meno. Tornano in patria ogni tre mesi a salutare i parenti”.
Sui greci che vanno a fare la spesa o a curarsi la salute oltreconfine per risparmiare abbiamo già scritto. Ma adesso che la crisi si fa ancora più nera, chi può, anche senza essere un Paperone o un armatore con sede sociale a Londra, se ne va. Ma è davvero così?
Investimenti per il futuro
“Forse questo vale per i piccoli e medi imprenditori ma io, che come clientela ho la piccola borghesia di Salonicco, ho un altro punto di vista”, ci dice Manolis Kazlaris, proprietario di un’agenzia di mediazione immobiliare che da qualche anno si reclamizza sul web anche “per approfittare della crescente richiesta di case in Bulgaria”.
“Fra il 2005 e il 2009 vendevo fino a dieci appartamenti di vacanza a Bansko, centro di sport invernali molto apprezzato anche dai greci. L’anno scorso ne ho venduto solo uno. Per il 2011 è ancora presto per tirare le somme: la stagione a Bansko inizia a dicembre. Sembra proprio, però, che i miei clienti non hanno più soldi per arrivare a fine mese, figuriamoci per andare a sciare!”
Una recente inchiesta del quotidiano ateniese Ta nea, il più diffuso in Grecia, ha intervistato un mediatore immobiliare bulgaro, Iordan Kamarizev, il quale afferma di avere venduto appartamenti ad almeno 60 greci solo nell’ultimo anno, nella regione fra Rina e Rodopi, nel sud del Paese. Racconta a Ta nea un imprenditore di Salonicco, Stelios Keikis, che ha trasferito da ben 15 anni le sue attività oltreconfine e va avanti e indietro fra la Bulgaria e la Grecia, avendo mantenuto la propria casa ellenica:
“Ho comprato due appartamenti in Bulgaria: il primo nel 2009, a circa 1500 euro al metro quadrato, abbastanza caro anche se molto più a buon mercato che in Grecia. Poi i prezzi sono scesi ancora di più, e ho acquistato il secondo appartamento. Lo faccio anche come investimento per miei figli: la zona di Razlog, dove ho comprato, a circa 150 km da Sofia e altrettanti da Salonicco, è ideale sia in inverno per sciare, sia d’estate, perché in poco tempo attraversi il confine in automobile e sei sulle spiagge della Calcidica, in Grecia”.
Questo, gli ateniesi o gli abitanti delle altre grandi città elleniche che faticano persino a fare il pieno di benzina e a pagare l’assicurazione della macchina, causa stipendio ridotto del 20% dai tagli dal governo, per non parlare dei disoccupati (sedici su cento in giugno), non lo possono certo fare.