Cooperare in una Agenzia della Democrazia Locale

Francesco Lauria, nostro collaboratore, ha incontrato Antonella Valmorbida, direttrice della Associazione delle Agenzie per la Democrazia Locale, per tracciare una fotografia della associazione a dieci anni dalla prima costituzione di una Adl nei Balcani

11/08/2004, Redazione -

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Di Francesco LAURIA

Francesco Lauria: Può darmi una definizione sintetica delle Agenzie della Democrazia Locale (ADL) e della Associazione che le coordina, l’ALDA?

Antonella Valmorbida: Le ADL sono dei luoghi di incontro e di cooperazione decentrata dove soggetti, enti locali, società civile e persone si ritrovano e si incontrano creando sinergie in alcuni luoghi particolari, critici dei Balcani (per il momento…). L’ALDA è una realtà di coordinamento delle ADL esterna al Consiglio d’Europa. La rete è molto leggera, ogni ADL ha forte autonomia, nulla è gerarchico e si cerca di ridurre al massimo i passaggi burocratici. L’ALDA cerca di rendere questa "galassia" un sistema più organizzato.

FL: Cos’è cambiato nel sistema delle ADL con l’istituzione dell’ALDA?

AV: E’ cambiato tutto: prima le ADL avevano come punto di riferimento il Congresso dei Poteri Locali e Regionali presso il Consiglio d’Europa, il cui ruolo di supporto alle ADL era esterno e molto limitato. Con l’Associazione abbiamo creato soprattutto un’identità del progetto.

Ora siamo legati al Consiglio d’Europa, ma non ne dipendiamo direttamente. Le ADL si sono rafforzate, sono cresciute in termini qualitativi e quantitativi; ci sono strumenti decisionale che coinvolgono tutti che prima non esistevano. Prima le ADL erano coordinate da un comitato di pilotaggio dove sedevano solo membri interni al Consiglio d’Europa, ora vi è un direttivo composito rappresentativo.

FL: Quante persone lavorano, nei vari ruoli, per i progetti delle ADL e dell’ALDA?

AV:Tra le quaranta e le cinquanta persone.

FL: Tra queste, quante sono locali e quante italiane?

AV: Gli italiani, effettivamente più numerosi rispetto agli altri paesi europei, sono circa una decina (di cui tre sono delegati ufficiali di tre ADL). Gli altri sette delegati sono tutti locali. In totale i "balcanici" sono la stragrande maggioranza dei collaboratori.

FL: Quale tipo di prospettive ci sono per i progetti futuri delle ADL (Georgia, Mostar)? Il progetto delle ADL si può ancora considerare un progetto in espansione?
Alcune ADL, magari per situazioni oggettive come a Maribor (Slovenia) o problemi vari come a Tuzla (Bosnia Erzegovina) hanno terminato la loro attività. Qual è la situazione attuale delle ADL?

AV:Le ADL sono delle strutture che vivono al di là degli aspetti burocratici, hanno bisogno di numerose componenti.
Per avere un’ADL occorre un insieme che funzioni: un buon partenariato, un buon delegato, un interesse politico sul soggetto, buone idee.
L’estinzione di una ADL è dettata dal venir meno di una serie di condizioni.
Il progetto è comunque in espansione, la concezione delle ADL non è perpetua, ma in continuo aggiornamento.
L’anno scorso abbiamo chiuso un versante di dieci anni, che era quello del conflitto, e abbiamo definito nuovi obiettivi.
Le ADL stanno diventando degli strumenti per l’integrazione europea della zona balcanica, quindi non abbiamo ancora terminato il nostro lavoro.

FL: Per quanto riguarda i finanziamenti, qual è l’incidenza dei partners? Esiste una quota di associazione pagata da ogni ente locale oppure vi sono finanziamenti legati ai progetti specifici?

AV:Noi abbiamo prodotto quest’anno un bilancio consolidato. Il progetto ADL viene finanziato attraverso fondi che sono incanalati dall’Associazione, contributi volontari ecc. Inoltre le singole ADL ottengono finanziamenti attraverso una loro propria raccolta di fondi: circa la metà dei fondi è raccolta dall’ALDA, il resto dalle singole ADL. Noi, come ALDA, abbiamo quest’anno un bilancio di circa un milione e duecentomila euro. Il bilancio consolidato dell’insieme del programma – che include anche i vari bilanci e finanziamenti delle Adl è il doppio…

FL: Qual è l’incidenza delle spese di gestione?

AV: Circa il 10%

FL: Come funziona nello specifico il sistema di quote versate dai partners?

AV: Ogni ADL è regolata diversamente; ogni ente partner versa ad ogni agenzia un contributo per il finanziamento minimo della struttura. L’adesione all’associazione delle Adl e invece regolata da quote annuali che dipendono dal tipo di soggetto (ente locale, sulla base del numero di popolazione, e ong).

FL: Ci sono caratteristiche specifiche delle ADL bosniache (Prijedor, Zavidovici)?

AV: Le ADL della Bosnia hanno la caratteristica di essere praticamente del tutto "italiane" nel loro partenariato.
Hanno partenariati molto vasti e vedono la costituzione di due associazioni italiane di supporto all’ADL.
Sono due ADL piuttosto particolari, anche se non esistono in generale delle ADL tipo. Sono molto attive e riescono a mobilitare un gran numero di iniziative e di progetti.

FL: Per quanto riguarda le dinamiche politiche, può parlarmi del rapporto con le municipalità in cui si insediano le ADL? Come si rapportano le ADL con il potere politico locale?

AV: Spesso i rapporti con la realtà locale variano. Il nostro obiettivo è raggiungere una comunione di intenti e una collaborazione. Il delegato deve riuscire a rimanere indipendente; ci si trova in una situazione in cui gli interessi e i poteri sono molteplici, c’è il problema della ricostruzione, una forte disoccupazione, non ci si ferma ai soli problemi etnici.

FL: Come si pongono l’ALDA e le singole ADL rispetto al concetto di sviluppo locale e ai processi di privatizzazione in corso nei Balcani?

AV: Essendo sul territorio da oltre dieci anni, abbiamo vissuto i processi di privatizzazione e ci siamo posti in termini molto attenti: al momento di una privatizzazione organizzavamo dibattiti informativi per la popolazione. Sullo sviluppo locale stiamo lavorando molto, ovviamente a seconda dei diversi contesti.

FL: Esistono contatti con gli investitori privati, anche italiani, che stanno agendo nei Balcani?

AV: Ci siamo proposti come supporto, assicurando una conoscenza delle dinamiche locali. Molto spesso il mondo economico sceglie altri soggetti e non interloquisce con attori come noi.
Frequentemente gli attori privati si limitano a contattare soggetti a loro simili o attori del mondo solo economico, senza ottenere risultati significativi nel lungo periodo.

FL: Cosa pensa dell’iniziativa dell’indizione di simboliche elezioni europee a Prijedor?

AV: Una splendida iniziativa che stiamo cercando di diffondere anche presso il Consiglio d’Europa. L’importante è la reale partecipazione della popolazione di Prijedor.

FL: Quali sono i contatti con il mondo delle università da parte delle ADL? Che ruolo ha il comitato scientifico?

AV: Il comitato scientifico non ha funzionato, purtroppo. Con le università ci sono rapporti costanti, in particolare con l’Università di Brescia e le università venete in generale.
Sono state svolte numerosissime tesi di laurea sulle ADL.

FL: Quali sono le prospettive per l’apertura dell’ADL a Mostar?

AV: Stiamo preparando il terreno senza inseguire gli eventi come la riapertura del ponte vecchio. Mostar è un contesto difficile. Pensiamo di aprire l’ADL nel corso di ottobre.

FL: Ha qualcosa da aggiungere?

AV: Si, l’ALDA sta vivendo una evoluzione poiché inizia a realizzare progetti non solo esclusivamente con le ADL.
Stiamo lavorando in particolare sulle tematiche inerenti il rapporto tra enti locali e costituzione europea. (Progetto EU-MAYORS).

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