La polizia albanese ha arrestato un uomo, Agron Myrtezaj, di 33 anni, sospettato di aver venduto, a partire dal 1999 e per una cifra che va dai 280 ai 400 dollari le sue quattro bambine.
Il fatto è avvenuto a Pogradec, 140 km ad est di Tirana. Gli acquirenti sarebbero stati persone della stessa Pogradec con l’eccezione di un cittadino greco.
Non è il primo caso di cronaca in questo periodo che riguarda la vendita di minori. Qualche giorno fa era stata arrestata una coppia a Korce per aver venduto almeno due bambini ed un’altra coppia albanese è stata recentemente arrestata dalla polizia italiana con l’accusa di aver trafficato 36 bambini.
E purtoppo, come hanno specificato fonti anonime della polizia albanese, destinatari dei bambini non sono solo coppie che non hanno possibilità di avere figli ma spesso questi ultimi vengono uccisi per poi poter disporre dei loro organi.
Intanto Save the Children, il più grande movimento internazionale indipendente per la difesa e promozione dei diritti dei bambini, ha presentato lo scorso 19 settembre un suo … nuovo rapporto sul traffico dei minori, "Child Trafficking in Kossovo", che si inserisce in un più ampio progetto, già avviato da tempo, di contrasto delle forme di traffico e abusi sessuali sui bambini.
Dal rapporto emerge come al momento, il Kossovo è soprattutto un "paese ricevente" e il traffico di minori si delinea come importazione di ragazze dall’est europeo e traffico interno. La domanda di prostituzione è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, alimentata soprattutto dall’economia post-bellica, che ha visto il ritorno degli emigrati e delle loro ricchezze, e dal fiorire di commerci illegali. La vittime vengono trafficate attraverso il confine serbo (64%), ma anche attraverso quello macedone (22%), del Montenegro (5%) e albanese (4,5%).Una parte preoccupante delle ragazze sono minori: delle 303 persone assistite dall’OIM (Organizzazione Internazionale sulla Migrazione) dal febbraio 2000 all’aprile 2002, 38 (12,5%) erano al di sotto dei 18 anni.
Il Kosovo, tuttavia, è anche un potenziale "paese esportatore" e potrebbe ricalcare l’esperienza già verificatasi in Albania, per una serie di motivi: la povertà – secondo la Banca Mondiale il 50% della popolazione vive in stato di povertà -, il basso livello di scolarizzazione, l’abitudine all’emigrazione all’estero per motivi di lavoro -che costituisce una barriera culturale in meno rispetto al traffico – , la modificazione della struttura familiare a causa della guerra – che garantisce meno protezione per i bambini -, le pratiche sociali che rafforzano la vulnerabilità femminile e i bassi livelli di consapevolezza del fenomeno.
"Questo rapporto – sottolinea Angelo Simonazzi, Direttore Generale di Save the Children Italia – è un altro importante tassello nel nostro progetto di analisi e contrasto del traffico dei minori dai paesi dell’est europeo verso l’Italia e l’Europa. La descrizione del fenomeno in Kossovo si aggiunge al contributo fornito da un altro recente rapporto, ‘Bambine in Vendita: un indagine sul traffico dei minori in Albania’, e a quello del Convegno Internazionale ‘Il traffico di minori: piccoli schiavi senza frontiere’, tenutosi lo scorso luglio e promosso da Terre des Hommes, in consorzio con Save the Children, la Fondazione Internazionale Lelio Basso e PARSEC".
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