Ciò che c’è da sapere sul sisma in Croazia

Due violenti terremoti hanno colpito la Croazia nel 2020. Scosse di assestamento si susseguono nella regione di Petrinja dal 28 dicembre. Il paese è ad alto rischio sismico, come tutti i Balcani. Un’intervista alla sismologa Snježana Markušić

08/01/2021, Dimša Lovpar -

Cio-che-c-e-da-sapere-sul-sisma-in-Croazia

Una casa danneggiata a seguito del terremoto che ha colpito Zagabria il 2 aprile 2020 (Goran Jakus/Shutterstock)

(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 7 gennaio 2021)

Snježana Markušić dirige il Dipartimento di Geofisica della Facoltà di Scienze dell’Università di Zagabria, dove insegna dal 1986. È membro della prestigiosa Seismological Society of America.

Come spiegare la fortissima attività sismica in Croazia negli ultimi mesi? Ci sono movimenti di placche tettoniche recenti che hanno interessato i Balcani?

I terremoti non sono rari in Croazia: sono principalmente dovuti all’avanzata della placca africana verso la placca eurasiatica. I Balcani fanno tutti parte della micropiastra Adriatica, situata tra i suoi due grandi vicini. Sotto la pressione della placca africana, ruota verso nord da decine di milioni di anni. La principale zona di contatto va dall’Albania a sud-est fino alla croata Banovina a nord-ovest, dove si dirama bruscamente a nord-est, verso i Carpazi occidentali.

L’intera area adriatica è quindi ad alto rischio sismico e diverse regioni dell’entroterra possono essere attive in tempi diversi. Purtroppo la struttura tettonica del sottosuolo non è facilmente riproducibile e non è possibile prevedere come e dove verrà rilasciata l’energia accumulata, fenomeno che fa tremare lo strato terrestre. A rigor di termini, non si può parlare di un collegamento diretto tra il terremoto del 22 marzo a Zagabria e quello del 28 dicembre a Petrinja. Anche se gli epicentri sono relativamente vicini, sono coinvolte faglie differenti. Il recente terremoto è un terremoto intraplacca, cioè che si verifica all’interno di una placca tettonica, un fenomeno abbastanza raro.

L’Istituto Sismologico croato ha fatto riferimento a "terremoti precursori" durante il terremoto di Petrinja…

La differenza tra i terremoti di Zagabria e quelli di Petrinja è che a Zagabria non ci sono stati terremoti precursori, c’è stato solo un terremoto principale, il 22 marzo, poi un serie di scosse di assestamento di minore intensità. A Petrinja si sono verificate scosse sia prima del terremoto principale che poi, con le scosse di assestamento. Occorre tener presente che un terremoto è un evento inaspettato, senza regole o periodicità. In alcuni luoghi può verificarsi un forte terremoto senza che sia seguito da scosse di assestamento. In altri, possono verificarsi un gran numero di scosse di assestamento, più o meno intense, per un periodo di tempo più o meno lungo dopo un forte terremoto. Nella sequenza sismica di Petrinja, ci sono due terremoti precursori, uno principale e più scosse di assestamento. Tutte queste differenze dipendono da come l’energia viene rilasciata sottoterra.

Puoi dirci qualcosa di più sulla faglia tra Pokupsko e Banja Luka? Ha caratteristiche peculiari rispetto al resto dei Balcani?

La maggior parte dei terremoti con epicentro vicino a Petrinja si è verificata in questa zona di faglia: 5,8 a Pokupso nel 1909 poi 6,4 a Banja Luka nel 1969. Questa faglia separa infatti due grandi regioni, le Alpi dinariche e la pianura pannonica. Tuttavia, i terremoti di Banja Luka e Petrinja non hanno avuto le stesse cause, quindi sono necessarie ricerche più dettagliate. C’è un’alta probabilità che la faglia di Pokupsko si sia spostata, soprattutto perché è una faglia molto attiva. Ma non è possibile prevedere come si evolverà una faglia nel tempo, quindi non sappiamo dove o quando, la regione potrebbe essere interessata da un altro terremoto.

Il 29 dicembre la centrale nucleare di Krško è stata chiusa per diverse ore per motivi di sicurezza. Dovremmo preoccuparci? Quali i possibili rischi in caso di forti terremoti?

La centrale nucleare di Krško è stata chiusa, come dice lei, per motivi di sicurezza. Tutti gli impianti vitali sono stati realizzati su un’enorme lastra di cemento armato posta su strati di argilla e sabbia. Questa lastra costituisce una base solida, progettata per resistere ai terremoti. Gli edifici sono stati costruiti in modo da poter resistere a scosse di magnitudo 9 sulla scala Richter senza danni, di gran lunga superiori ai terremoti più gravi previsti nella regione. Per tutti questi motivi, a mio avviso, non c’è motivo di preoccuparsi.

Grandi crateri di diversi metri di diametro sono stati osservati nella regione di Dvor, a seguito del terremoto del 28 dicembre scorso. Ed è proprio lì che il governo croato prevede di immagazzinare scorie nucleari a bassa e media intensità, in particolare provenienti da Krško. La scelta di questo sito le sembra opportuna?

Questi crateri sono una conseguenza della liquefazione, che è uno dei fenomeni più drammatici e provoca danni terribili agli edifici durante i terremoti. I principali fattori che causano la liquefazione sono la densità del suolo, la dimensione delle sue particelle e il suo grado di saturazione di acqua. I terreni instabili (sabbie, limo, argilla) possono perdere la loro forza durante un terremoto e trasformarsi in una massa liquida viscosa. Si possono formare crepe, geyser d’acqua e persino crateri. L’ubicazione del deposito di scorie nucleari in località Trgovska gora è stata studiata nel dettaglio e ritenuta appropriata. Tuttavia, dopo le recenti scosse nella zona di Petrinja-Sisak, lo studio dovrà essere integrato con nuovi dati, che consentiranno di rivalutare la rilevanza di questo sito.

Dopo il terremoto di Petrinja, i media croati hanno denunciato che vi sarebbero pochi – e datati – sismografi…

La rete sismica nazionale croata è composta da 17 moderni dispositivi digitali a banda larga, le cui posizioni sono visualizzate online. Tuttavia, data la forma caratteristica della Croazia, e per poter studiare tutti i terremoti che avvengono nel suo territorio, ne occorrerebbero almeno due o tre volte di più. Dal 28 dicembre, il governo ha messo a disposizione con urgenza fondi per acquistare 20 nuovi dispositivi, il che migliorerà la situazione.

L’attività sismica del paese è allo studio dei nove sismologi del Servizio Sismologico del Dipartimento di Geofisica della Facoltà di Scienze di Zagabria. Lì lavorano anche altri quattro sismologi, ma con l’insegnamento e la ricerca come missione principale. In effetti, la Croazia è ancora insufficientemente attrezzata ed è a corto di personale rispetto ai paesi vicini e le autorità pubbliche sono state spesso avvertite di questa situazione. Purtroppo, le autorità reagiscono solo dopo i disastri. Possiamo quindi presumere che anche questa volta sarà così.

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta