Cecenia, il potere è sacro
La settimana scorsa, sono arrivati a Grozny 16 oggetti che sarebbero appartenuti al profeta Maometto. L’arrivo di reliquie nella capitale cecena è ormai un evento frequente. Ma il pubblico non manca mai
Per tutta la settimana scorsa la Cecenia è stata inondata dalle piogge. In alcune zone, le precipitazioni prolungate hanno distrutto delle case. Gli abitanti delle case in pericolo hanno cercato di riparare da soli i tetti per evitare il disastro, senza riuscirci. In alcune località, le piogge hanno allagato le strade costruite in fretta e alla buona per dimostrare la miracolosa rinascita del paese.
La natura si è dimostrata inclemente anche mercoledì scorso. Ciò nonostante, né la pioggia, né le strade allagate o le persone impegnate a cercare di salvare le proprie case hanno impedito alle autorità locali di reclutare migliaia di persone a Grozny per un po’ di "volontariato forzato" in occasione dell’arrivo di alcune reliquie islamiche: i capelli del profeta Maometto, alcuni suoi capi di vestiario e una coperta che sarebbe stata da lui utilizzata. Per celebrare l’importante occasione, il governo ha ritenuto necessario allestire un “corridoio umano”, con migliaia di abitanti ad accogliere il prezioso carico. Il corridoio andava dall’aeroporto di Grozny alla moschea "Cuore della Cecenia", nel centro della città.
In totale, sono arrivati 16 oggetti legati al profeta musulmano. A portarli dagli Emirati Arabi Uniti è stato lo sceicco Ahmad Bin Muhammad al-Hazrat, ai cui antenati le reliquie sarebbero state affidate in custodia per l’eternità. Secondo fonti ufficiali cecene, fino ad ora queste reliquie non avevano mai lasciato la casa di famiglia di Ahmad bin Muhammad. Solo ora, ispirato dai successi senza precedenti di Ramzan Kadyrov nella restaurazione della repubblica, lo sceicco avrebbe consentito il loro trasferimento. Non è noto per quanto tempo questi oggetti rimarranno in Cecenia, né quanto sia costato averli.
Tutto gratis per Ramzan
Tradizione vuole che, ogni volta che in Cecenia arrivano oggetti sacri o stelle della musica o dello sport, il governo assicuri di non aver speso un centesimo. Maradona, con una squadra di stelle del calcio, si sarebbe reso disponibile solo in segno di apprezzamento per il talento di Kadyrov nel governare la Cecenia, così come Lara Fabian avrebbe cantato a Grozny per amore incondizionato per il popolo ceceno e l’attore di film d’azione Van Damme intratterrebbe regolarmente il capo dello Stato solo perché affascinato dallo stile di combattimento di Ramzan che, com’è noto, oltre a tutto il resto, è anche un pugile.
Lo stesso accade con le reliquie. Innanzitutto, sorprende anche il solo fatto che dall’anno scorso abbiano iniziato a piovere sulla Cecenia oggetti presumibilmente appartenenti al profeta Maometto. Con tutti i popoli musulmani che sarebbero onorati di ospitare una sola di queste reliquie, che i loro proprietari decidano improvvisamente di devolverli ad una piccola repubblica di montagna in mezzo al Caucaso è già quasi un miracolo. Ancor più miracoloso è che lo facciano puramente per buona volontà: il governo sostiene infatti di non aver speso un centesimo di denaro pubblico. Ma la cosa più sorprendente è che, tutto d’un tratto, si scopre che Maometto, notoriamente vissuto in estrema povertà, avrebbe lasciato una miriade di oggetti che, 1400 anni dopo, uno dopo l’altro finiscono in Cecenia.
Una mistificazione milionaria?
La storia ci insegna con ragionevole certezza che di Maometto sono rimasti ben pochi oggetti, in gran parte andati perduti nel corso dei secoli. Ad esempio, è noto che il Profeta avesse affidato il suo anello al suo stretto collaboratore Usman che, pochi anni dopo, l’avrebbe fatto cadere casualmente in un pozzo. Inoltre, il bastone e il mantello di lino semplice sarebbero andati persi nell’incendio di Baghdad del 656. Gli studiosi musulmani sono concordi nell’affermare che la maggior parte degli oggetti appartenenti a Maometto sono andati persi e che è praticamente impossibile dimostrare l’autenticità di quelli esposti nei musei dei Paesi musulmani. Secondo una famosa dichiarazione di Sheikh al-Albani, fra i più autorevoli studiosi della materia. "Noi sappiamo che quel che era rimasto del Profeta, i suoi vestiti o capelli e così via, è andato perso, e nessuno è in grado di dimostrare indiscutibilmente il contrario", scrive nel suo libro "At-Tawassulu".
Eppure, in un solo anno sono arrivate in Cecenia tre reliquie del Profeta. Tutto è iniziato lo scorso autunno quando, sotto lo sguardo stupito dei fedeli e fra lacrime di timore reverenziale, Kadyrov ha portato alle labbra una tazza che sarebbe appartenuta proprio a Maometto. Per la sorpresa di molti, la tazza arrivava dall’Inghilterra. A quanto pare, infatti, il Profeta l’avrebbe data al cugino Ali, i cui discendenti sarebbero stati in seguito costretti ad emigrare in Inghilterra e, in un turbinio di eventi, avrebbero poi deciso di donare la sacra coppa al popolo ceceno. Secondo voci insistenti, tuttavia, Kadyrov l’avrebbe acquistata dall’uomo d’affari Ruslan Bajsarov per la modica cifra di 16 milioni di euro. Un paio di mesi dopo è stata la volta di una speciale capsula contenente un capello, presumibilmente appartenuto a Maometto. In quel caso la reliquia arrivava dall’Uzbekistan, dove l’avrebbero conservata per molti secoli i discendenti del Profeta. E ora, ecco arrivare in Cecenia ben 16 reliquie.
Stupisce molti questo culto delle reliquie, una novità piuttosto strana per la Cecenia. La televisione mostra colonne di costose limousine trasportare questi oggetti dall’aeroporto alla moschea, il figlio di cinque anni di Kadyrov portare la capsula con il sacro capello su un piedistallo speciale davanti alla folla e ai sacerdoti, e Kadyrov stesso, emulato dal suo entourage, commuoversi di fronte alle reliquie . Nel frattempo, sul web infuriano le polemiche su questa campagna di pubbliche relazioni sul tema sacro. Qualcuno paragona il comportamento del governo ai preti cattolici che nel Medio Evo commerciavano sul sangue e le lacrime di Gesù e agli ortodossi che venerano le reliquie dei santi credendo in un loro potere miracoloso. Qualcuno fa notare che Maometto era contro il culto delle cose e aveva persino proibito le visite di gruppo alle tombe, per non trasformarle in luoghi di culto.
L’impressione è che il vero scopo di queste iniziative, indipendentemente dal fatto che si tratti di reliquie autentiche o no, sia la sacralizzazione dell’attuale leadership, la legittimazione per via religiosa del potere di Kadyrov, anche se i metodi utilizzati appaiono tutt’altro che divini.
Verso l’aureola di santità, con l’imbroglio
Non è un segreto che in Cecenia, al fine di ottenere una partecipazione di massa negli eventi ufficiali, si utilizzino ampiamente le cosiddette "risorse amministrative". Fra i primi bacini a cui attingere ci sono scuole e università. Scolari, studenti e professori formano la maggioranza della popolazione della Cecenia, e proprio loro vengono mobilitati in tali occasioni. Un’altra categoria massicciamente mobilitata è rappresentata dai maestri delle scuole elementari. Zajnap, 54 anni, insegna da oltre 30 in una scuola di Grozny e per il suo lavoro ha ricevuto un’onorificenza dallo Stato. Ha lavorato sotto il regime sovietico, al tempo dell’indipendenza cecena e durante la guerra, quando una parte della sua scuola era occupata dai soldati russi e l’altra, un paio di stanze in rovina, da alunni e insegnanti. "Mai, in trent’anni di lavoro, il governo ha interrotto così spesso e platealmente il processo di apprendimento. Persino durante la guerra riuscivamo a prestare maggiore attenzione ai bambini. Ora siamo costretti ogni giorno a marciare in ogni sorta di festa e manifestazione organizzata dall’alto".
Questa volta a Zajnap e alle sue colleghe è andata bene: per creare il corridoio umano destinato ad accompagnare il passaggio delle reliquie hanno chiamato solo gli uomini. Alle donne non è infatti concesso partecipare a tale azione sacra. Poiché tradizionalmente ci sono meno maestri che maestre, sono riusciti a raccogliere solo 25 fra maestri e mariti, fratelli e altri parenti delle donne che lavorano nella scuola.
"Il nostro bus scolastico si è rotto, quindi il direttore ha dovuto procurarsi un altro mezzo a proprie spese, ma ha fatto in tempo ad arrivare e far vedere ai dirigenti quante persone aveva portato,” racconta la maestra. Ma la cosa più fastidiosa è che la massa raccolta in onore delle reliquie non ha potuto vederle: la limousine è stata condotta direttamente alla moschea. Solo gli eletti nell’entourage di Kadyrov hanno potuto godere della vista degli oggetti presumibilmente appartenuti al Profeta. I comuni mortali hanno comunque avuto l’occasione di visitare le reliquie esposte nella moschea centrale di Grozny. I primi due giorni le visite sono state riservate agli uomini. Infine, l’ingresso è stato concesso anche alle donne. E anche questa è già una grazia.