Caucaso del nord: i quiz della convivenza

Da oltre dieci anni Al’bus, Ong di Vladikavkaz (Ossezia del Nord), organizza concorsi di quiz a squadre tra giovani di varie nazionalità. La sua popolarità si trasforma in show televisivo e in occasione di incontro ideale per superare gli stereotipi e creare un clima di convivenza

26/11/2010, Tamara Shanaeva - Vladikavkaz

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Per la maggior parte dei giovani l’arrivo dell’autunno è associato con l’inizio delle lezioni. Ma per tanti ragazzi e ragazze di Vladikavkaz, l’autunno è il momento in cui il club “Al’bus” apre le sue porte e ha inizio la stagione dei giochi intellettuali. “Teste calde”, “Cosa? Dove? Quando?” e “Brain-ring” sono i nomi di alcuni dei concorsi organizzati da “Al’bus”. Ma di cosa si tratta?

A prima vista, sembrano dei semplici concorsi di quiz a squadre. Ma come racconta Žanna Borieva, fondatrice e attuale presidente del club “Al’bus”, uno degli scopi fondamentali di questi giochi è dare occasione di incontro a giovani di tutte le nazionalità creando così un ambiente ideale per superare gli stereotipi e creare un clima di convivenza. Questi giochi infatti non si svolgono solo a livello locale, ma nel caso di “Teste calde” coinvolgono tutte le repubbliche e le regioni del Caucaso del nord con delegazioni provenienti da Abkhazia e Ossezia del sud.

Un po’ di storia

Žanna Borieva (seconda da sinistra) assieme ad altri attivisti di Al'bus nella sede dell'organizzazione

Žanna Borieva (seconda da sinistra) assieme ad altri attivisti di Al’bus nella sede dell’organizzazione (foto G. Comai)

Tutto è cominciato nel lontano 1998 nel palazzo dei Pionieri di Vladikavkaz, in Ossezia del Nord. In quell’occasione due gruppi di rappresentanti degli studenti si sono organizzati per sfidarsi a suon di domande “intellettuali”. Così è cominciata la storia del club “Al’bus” e da allora ogni anno c’è stata qualche novità. Un po’ alla volta la televisione locale ha iniziato a dare spazio ai giochi, hanno iniziato ad aprirsi filiali anche in altri distretti dell’Ossezia del nord, e sono iniziati i campionati tra le scuole e le università della città che in seguito si sono allargati fino ad includere tutte le repubbliche del Caucaso del nord e addirittura ad ospitare partecipanti dall’estero (Abkhazia e Ossezia del Sud).

Nel 2001, “Al’bus” vince un premio per “giovani di talento” del governo locale e da allora il comitato per gli affari giovanili sostiene le iniziative del club, che nel frattempo è diventata una solida ONG, con una propria sede, una propria rivista e naturalmente un sito internet, www.albus.chgk.info.

Žanna Borieva racconta che all’inizio nessuno credeva che “Al’bus” potesse avere lunga vita, anche perché si poneva obiettivi molto ambiziosi: non solo organizzare giochi intellettuali, ma soprattutto diventare un punto di incontro per giovani attivi e di talento in Ossezia del Nord e in tutto il Caucaso settentrionale. Invece è proprio ciò che è successo e questi concorsi sono diventati un’importante piattaforma di incontro per giovani di tutta la regione.

Le regole del gioco

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Ma come funzionano questi giochi? Il “Brain ring”, ad esempio, è un gioco in cui si oppongono due squadre da sei giocatori, ragazzi e ragazze, spesso appartenenti a nazionalità diverse e provenienti da diverse scuole o università. Ogni squadra ha una sua “divisa”, di solito una maglietta con scritte e un simbolo. I giocatori si siedono attorno a tavoli attrezzati con un pulsante collegato a un segnale luminoso e sonoro. Ogni domanda ha un punteggio diverso, da uno a tre, a seconda del livello di difficoltà. Una squadra ha un minuto di tempo per pensare alla risposta e se sbaglia il diritto di risposta passa all’altra squadra. In caso di discussioni riguardo a domande e risposte, è sempre presente una giuria che prende decisioni inappellabili. Tra un round e l’altro ci sono pause in cui si esibiscono gruppi musicali locali.

Prospettive

Nonostante la crisi e il calo di risorse, il club “Al’bus” continua ad aumentare il numero delle proprie attività grazie al sostegno del governo locale (lieto di sostenere un’iniziativa partita dal basso che coinvolge e unisce i giovani della regione in un’attività che stimola la curiosità e lo studio), ma soprattutto grazie alla collaborazione di volontari. Ad Al’bus questo però non basta, il club vuole crescere ancora. E per questo, spera nell’arrivo di nuovi sponsor.

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