Capodanno con Ceca
A una settimana dalle elezioni, la coalizione «Viva la Serbia!» del Primo ministro Kostunica ha festeggiato il capodanno ortodosso con un grande concerto della cantante Svetlana «Ceca» Raznatovic nella centrale Piazza del Parlamento, a Belgrado
Da B92, 14 gennaio 2007
Traduzione di Jean-Arnault Dérens per Le Courrier des Balkans, e di Carlo Dall’Asta per Osservatorio sui Balcani
Il concerto della cantante di turbo-folk Svetlana «Ceca» Raznatovic è stato l’evento più partecipato. Vi hanno assistito anche il Primo ministro e presidente del Partito democratico serbo, Vojislav Kostunica, il Primo ministro della Republika Srpska di Bosnia-Erzegovina, Milorad Dodik, il ministro degli Investimenti strutturali e presidente del partito Nuova Serbia, Velimir Ilic, il direttore dei servizi segreti (BIA), Rade Bulatovic, e l’accademico Matija Beckovic.
Svetlana Raznatovic ha salutato Kostunica affermando che egli era l’uomo «che ha unito tutti i partiti e l’intera Serbia».
«Il nostro Primo ministro, il nostro beneamato Primo ministro, il dottor Vojislav Kostunica! Avanti, salutiamolo!» ha gridato Ceca che, dopo quasi ogni sua canzone si rivolgeva al pubblico: «Molte grazie, grazie infinite, vi amo, forza, battete le mani…»
Milorad Dodik, Velimir Ilic ed il presidente del partito Serbia unita, Dragan Markovic detto «Palma», hanno partecipato con entusiasmo al concerto di Svetlana Raznatovic, con Vojislav Kostunica in piedi accanto a loro.
Al concerto hanno assistito anche la presidentessa del Centro di coordinamento per il Kosovo e Metohija, Sanda Raskovic-Ivic, il ministro dell’Interno, Dragan Jocic, il ministro dell’Economia, Predrag Bubalo, ed il ministro dell’Energia, Radomir Naumov.
A mezzanotte il passaggio al nuovo anno secondo il calendario giuliano è stato salutato con fuochi d’artificio, botti e con la canzone «Secas li se lepi grome moj». Il cantante del gruppo Riblja Corba, Bora Djordjevic, ha augurato un buon anno agli spettatori.
Il concerto si è svolto senza incidenti di rilievo. Tra il pubblico ci sono stati più che altro dei giovani che hanno lanciato petardi, alcuni visibilmente sotto l’effetto dell’alcol. Il servizio di pronto soccorso ha confermato di aver dovuto intervenire una trentina di volte prima di mezzanotte e mezza.
Boris Tadic a Leskovac
L’anno nuovo secondo il calendario giuliano è stato festeggiato in tutte le grandi città della Serbia, e particolarmente in Vojvodina, con fuochi d’artificio e concerti di stelle del varietà.
Il Presidente della Repubblica e capo del Partito democratico (DS), Boris Tadic, ha augurato un buon anno a tutti i cittadini della Serbia da Leskovac, nel sud del Paese. «Buon anno e tante belle cose, per il nostro Paese e per tutti i suoi cittadini», ha dichiarato Boris Tadic nel corso di una festa organizzata dai DS.
«È molto più importante e ben preferibile stasera ascoltare della musica, piuttosto che dei discorsi politici. Se siete giovani, non permettete a nessuno di dirvi che non potete cambiare il mondo. Voi potete farlo, voi siete importanti, e sarete voi a scegliere come cambiare il mondo, perché avete fiducia in voi stessi», ha dichiarato Boris Tadic, che ha poi ceduto il posto al cantante rock Momcilo Bajagic.
30.000 persone hanno festeggiato l’anno nuovo serbo nella piazza centrale di Kragujevac con un concerto di Vlada Georgijeva, e 20.000 a Nis, con un concerto di Zeljko Joksimovic.
Insulti contro Cedomir Jovanovic
Il dirigente del Partito liberaldemocratico (LDP), Cedomir Jovanovic, è stato insultato durante il concerto di Ceca e di Bora Djordjevic. Tra le canzoni, gliene è stata dedicata una che lo descriveva come un tossicomane. Questo ha suscitato una severa condanna da parte di Boris Tadic.
«Come essere umano e come Presidente della Repubblica sento il dovere di dire qualcosa. Che in un concerto di questo tipo, organizzato da un partito politico, un cantante possa insultare qualcuno, nel caso specifico Cedomir Jovanovic, è la cosa più volgare che si possa vedere. Per me è totalmente inaccettabile. Chiaramente condanno questo gesto, che ci riporta all’abituale cacofonia balcanica e agli scontri del passato», ha dichiarato Tadic.