Bulgaria: sulla soglia dell’Unione
L’ingresso della Bulgaria nell’UE rischia di slittare. Servono infatti riforme e soprattutto – afferma la Commissione – ”servono risultati tangibili nelle indagini e nei procedimenti contro la criminalità organizzata”
Rimandati ad ottobre
La Commissione europea ha rimandato ad ottobre la decisione sulla data d’ingresso della Bulgaria nell’Unione Europea, che a Sofia sperano ancora essere il 1° gennaio 2007. La posizione della Commissione è stata resa nota attraverso il Comprehensive Monitoring Report sui progressi di Bulgaria e Romania, presentato il 16 maggio scorso a Strasburgo e subito divenuto tema centrale del dibattito sociale, politico e mediatico in Bulgaria. Anche se le previsioni più pessimistiche, che parlavano di un rinvio dell’adesione al 2008 e di clausole restrittive per il paese non si sono concretizzate, il commissiario all’allargamento Olli Rehn ha detto esplicitamente che tali misure potrebbero essere attuate nel caso la Bulgaria non riuscisse a soddisfare pienamente i criteri di adesione.
Sono sei i settori problematici messi in rilievo nel rapporto, tra questi agricoltura, sistema giudiziario, ordine pubblico e controllo finanziario sui fondi strutturali e di coesione. La Bulgaria deve affrettarsi a risovere i problemi in questi settori entro ottobre 2006, se il paese vuole ancora sperare di entrare nell’Ue all’inizio del 2007. "Servono risultati tangibili nelle indagini e nei procedimenti contro la criminalità organizzata, visto che l’esistenza di reti criminose mette in questione la stato di diritto in Bulgaria, e colpisce direttamente i cittadini nei loro diritti fondamentali", è scritto in uno dei passaggi chiave del rapporto. Parole severe anche per quanto riguarda la corruzione nelle alte sfere di potere. Nel rapporto si richiede "l’attuazione di norme più efficienti e sistematiche nella lotta alle truffe e alla corruzione", visto che questi fenomeni "rappresentano il rischio di frodi sull’utilizzo dei fondi comunitari, che oltre ad avere conseguenze sul portafoglio dei contribuenti europei, deteriorano il clima economico della Bulgaria, frenandone lo sviluppo".
Le clausole restrittive: una spada di Damocle
Il rapporto della Commissione ha monopolizzato le prime pagine dei giornali usciti in edicola il 17 maggio. "Cartellino giallo dell’Ue fino ad ottobre" titolava "Stadart", che continuava "abbiamo ancora la possibilità di entrare nell’Unione il 1°gennaio 2007, la costituzione potrebbe essere nuovamente modificata". Nell’editoriale di "Troud", il quotidiano più venduto in Bulgaria, il pericolo di clausole restrittive è stato descritto come "una spada di Damocle sopra tutti noi", mentre si insisteva sulla necessità di "una giustizia non spettacolare, ma efficiente".
"Entrare in Europa il 1°gennaio 2007 è un obiettivo assolutamente raggiungibile" ha scritto "24 Chassa", ricordando che ci sono ancora 150 giorni per provare a risolvere i problemi con la cirminalità e la corruzione. Secondo lo stesso quotidiano, il vicepresidente della commissione Franco Frattini avrebbe spinto per l’ingresso di Bulgaria e Romania già a partire dall’inizio del 2007, ma il commissario Rehn si sarebbe opposto, insistendo per un rinvio della decisione finale.
Il qoutidiano "Novinar" ha titolato "Agli esami di riparazione ad ottobre", e "I commissari europei litigano ancora a causa della Bulgaria". "L’Europa ci rimanda ad ottobre, ora dipende dal nostro governo far pendere la bilancia dalla parte giusta", ha scritto invece "Monitor". Secondo "Dnevnik" i commissari europei non condividono l’entusiasmo mostrato dai governanti bulgari, titolando "Bulgaria ed Europa, a fuoco lento fino all’autunno".
Governo soddisfatto – l’opposizione chiede il rimpasto
Le reazioni del mondo politico di Sofia al rapporto della Commissione europea sono state divergenti. Il governo l’ha descritto come positivo ed obiettivo, mentre per l’opposizione disegna il peggior scenario possibile. "Abbiamo 227 giorni, possiamo farcela!" ha commentato a caldo il ministro per gli Affari europei Miglena Kuneva. " Siamo soddisfatti, il 1° gennaio 2007 rimane un obiettivo raggiungibile e realistico" ha detto Mihail Mikov, presidente del gruppo parlamentare della coalizione di maggioranza. "Il rapporto conferma le reali prospettive europee del paese come membro a tutti gli effetti a partire da gennaio 2007. In esso non c’è traccia di clausole restrittive", ha affermato il primo ministro Sergey Stanishev. "Questo non è il giorno per le fanfare", ha continuato Stanishev," e quello che ci aspetta sono mesi di mobilitazione generale nei quali dovremo provare che abbiamo fatto realmente nostre le regole che sono alla base dell’Ue". Il procuratore capo Boris Velchev ha invitato gli osservatori dell’Unione Europea a rimanere nel suo ufficio per più giorni durante la loro prossima visita.
D’altra parte, l’opposizione ha chiesto a gran voce un rimpasto dell’attuale esecutivo. "Servono cambiamenti radicali nel governo", ha detto Kostanti Dimitrov, dei Democratici per una Forte Bulgaria. Secondo Petar Stoyanov, dell’Unione delle Forze Democratiche, il presidente e il primo ministro dovrebbero ripensare l’attuale composizione del governo. "Solo le elezioni anticipate possono portare ad un nuovo esecutivo, che non sia appoggiato da chi ha passato gli ultimi 15 anni a depredare il paese", è stato invece il commento del leader di "Ataka" Volen Siderov.
Il rapporto del 16 maggio ha reso ormai chiaro che entro ottobre la Bulgaria dovrà compiere passi concreti nella lotta alla corruzione e alle bande criminali, spesso legate a personaggi riconducibili ai servizi segreti del vecchio regime comunista, che oggi controllano buona parte della vita economica del paese. Centocinquanta omicidi, compresi quelli di alcuni magnati della finanza, rimangono irrisolti.
I cittadini bulgari sono particolarmente preoccupati anche da quello che sarà il loro livello salariale il giorno dell’ingresso nell’Ue. Oggi lo stipendio minimo è di 160 leva (80 euro) al mese, e si prevede che nel 2007 questo potrà salire fino a 100 euro al mese. Il problema è che tutti si aspettano un innalzamento dei prezzi al consumo il giorno in cui la Bulgaria diventerà membro effettivo dell’Unione.
Un’altra prospettiva poco incoraggiante riguarda il pericolo di penetrazione della malavita bulgara negli altri paesi europei. Questo fenomeno è stato analizzato dal quotidiano "Novinar" nell’edizione del 15 maggio. "Famiglie vendono bambini e disabili per il bussiness della carità nell’Ue", titolava il giornale, secondo il quale chiedere l’elemosina nelle grandi capitali europee frutta dai 200 agli 800 euro al giorno. Quest’ultima tendenza nel traffico di esseri umani è stata evidenziata negli ultimi mesi. Rosanka Velinova, del "Nadia" Center, (Ong che si occupa di trafficking) ha confermato queste informazioni. "I bambini e i disabili vengono venduti a trafficanti e sono poi spediti all’estero per creare profitto. Le modalità della schiavitù moderna vengono affinate sempre di più", ha dichiarato la dottoressa Velinova.
Anche per quanto riguarda il regime dei visti, uno dei problemi più sentiti in Bulgaria, non tutti gli effetti dell’adesione sembrano essere positivi. Se da una parte non ci saranno più visti per la Gran Bretagna e i bulgari, durante i controlli, potranno fare la coda insieme agli altri cittadini Ue, dall’altra Sofia rimarrà esclusa dal trattato di Schengen a tempo indeterminato. Nel frattempo però, come membro dell’Unione, la Bulgaria dovrà imporre visti d’ingresso ai vicini di Macedonia e Serbia e Montenegro, come ricordato dal ministro degli Esteri Ivaylo Kalfin. Sofia faciliterà le procedure per i cittadini di questi paesi con nuovi accordi e fornendo i visti gratis.
Un piano d’azione urgente
Il 17 maggio, un giorno dopo aver letto a Strasburgo il rapporto sullo stato dei progressi della Bulgaria e Romania verso l’Ue, il presidente della commissione europea José Manuel Barroso è arrivato in visita a Sofia, accompagnato dal commissario all’allargamento Olli Rehn. I due hanno incontrato tutte le forze politiche del paese. "Non vogliamo fuochi d’artificio, ma un lavoro serio e sostenibile" ha dichiarato Rehn durante il suo incontro col primo ministro Stanishev. La commissione e il goveno bulgaro prepareranno un piano d’azione comune per progredire nei settori problematici, hanno annunciato alla fine dei colloqui lo stesso Stanishev e il presidente Barroso.