Bulgaria: Santo Sinodo ‘conservatore’ ed ‘alternativo’, la cronaca degli scontri

Tanya Mangalakova, nostra corrispondente da Sofia, interviene sulla vicenda legata alla scissione interna alla chiesa ortodossa bulgara con una esaustiva cronaca di quanto avvenuto in questi giorni

28/07/2004, Tanya Mangalakova - Sofia

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Espulsioni

La divisione all’interno della Chiesa Ortodossa Bulgara si è approfondita a causa dell’azione di polizia su larga scala messa in atto, nell’intero paese, il 21 e 22 luglio contro i sacerdoti "riformisti". Il procuratore ha dato ordine alla polizia di garantire l’accesso nelle chiese riformiste ai conservatori del Santo Sinodo.

Su richiesta dei conservatori del Santo Sinodo, guidati dal Patriarca Maxim, i poliziotti hanno cacciato i preti "riformisti" dalle chiese, dai monasteri e dai luoghi di culto. La polizia ha chiuso 250 chiese, monasteri e luoghi sacri, 18 dei quali a Sofia. Questi edifici sono stati utilizzati dai preti del Sinodo "alternativo", i quali accusano l’89enne Patriarca Maxim di essere al servizio del precedente regime comunista.

In quei momenti concitati si è verificata una vera e propria rissa tra 20 poliziotti, 15 preti, 40-50 stizziti sostenitori della chiesa alternativa, ufficiali di alto grado della municipalità di Sofia, membri del Parlamento e politici. Il sacerdote Kamen Barakov, il vescovo Gervasiy e la segretaria della chiesa "riformista" Liliana Stereva, sono stati arrestati per essersi opposti alla polizia.

Nella piccola città di Chepelare (sulla montagna di Rhodope) i fedeli del Sinodo Alternativo hanno picchiato i preti del Santo Sinodo di Maxim. I monaci del monastero di Rozhen (sulle montagne di Pirin) si sono barricati dietro le mura del luogo di culto, ma il cancello del monastero è stato forzato e la resistenza annientata. L’azione di polizia è terminata alla mezzanotte del 21 luglio quando l’ultima cittadella del Sinodo Alternativo – la chiesa "Uspenie Bogorodichno" a Sofia – è capitolata. Il sacerdote Hristo Pisarov si è rinchiuso nella chiesa e la sua disobbedienza si è protratta per lunghe ore. Circa 50 tra preti e religiosi del Sinodo Alternativo sono stati trattenuti nei commissariati.

I riformisti hanno risposto all’azione della polizia creando una chiesa all’aperto nel giardino della chiesa "Sveta Sofia", nel centro della capitale bulgara, vicino al Parlamento e alla cattedrale "Alexander Nevski". I riformisti si riuniscono per pregare ogni sera e durante il fine settimana. Dispongono di un altare improvvisato sul quale benedicono gli sposi.

I bulgari che professano la fede cristiano-ortodossa sono circa 6 milioni e mezzo e corrispondono all’80% della popolazione nazionale (che ammonta a 8 milioni). Dopo il crollo del comunismo, la Chiesa Ortodossa Bulgara nel 1992 si è divisa in due sinodi: il Santo Sinodo con a capo il patriarca Maxim, e il Sinodo "alternativo" guidato da Pimen alla cui morte, nel 1996, è succeduto il vescovo Inokentiy. "Per noi il problema è il Patriarca Maxim. Noi non possiamo prostrarci davanti al politbureau del partito comunista" sostiene Inokentiy.

Le critiche

L’Unione delle Forze Democratiche (UDF, l’opposizione di destra nel Parlamento) ha sostenuto il Sinodo "Alternativo". UDF e l’Unione Popolare Agraria Bulgara (BAPU) criticano l’azione della polizia e chiedono che essa non intervenga su queste questioni. "È il solito caso di impotenza e confusione provocato dal governo di Simeon Saxe-Coburgh Gotha", affermano. UDF e BAPU ricordano inoltre che la Bulgaria ha ratificato la Convenzione Europea sui Diritti Umani, il cui articolo 9 sanziona l’intervento dello Stato nelle questioni religiose interne. Le azioni delle autorità hanno messo la Bulgaria in cattiva luce agli occhi dei suoi partner europei. L’ex-primo ministro Filip Dimitrov (UDF) ha chiamato il raid "una violazione dei diritti umani e religiosi".

L’avvocato del Sinodo "Alternativo" Ivan Gruykin, sottolineao come i procuratori della Repubblica sembrino più solerti nella lotta ai "pericolosi" fedeli e sacerdoti, che non ai criminali, e sostiene che la libertà di coscienza e di religione sia stata repressa. "Il procuratore della Repubblica con il beneplacito del governo e del Primo Ministro Simeon Saxe Coburg Gotha litiga alla maniera comunista con gli ecclesiastici ortodossi che sono stati espulsi dai templi" afferma il pastore evangelista Hristo Kulichev nella sua lettera aperta del 2 agosto al Primo Ministro Simeon Saxe Coburg Gotha. Nel 1984 Hristo Kulichev venne arrestato e mandato in esilio dai procuratori del regime totalitario nella Bulgaria comunista . Nella sua lettera, Hristo Kulichev paragona le persecuzioni contro gli oppositori del Patriarca Maxim ai metodi usati dai comunisti per mantenere sotto controllo le chiese protestanti per mezzo di leader riconosciuti come il Patriarca degli Ortodossi.

L’opinione pubblica ha condannato l’azione della polizia. "La notte dei cristalli bulgara" ha scritto sul quotidiano "Dnevnik" del 26 luglio Krassimir Kanev, capo del Comitato di Helsinki bulgaro. È stata la più grave violazione dei diritti umani dell’ultimo anno, e dei diritti religiosi dal 1989 ad oggi. Kanev si è interrogato sul limitato numero di azioni intraprese contro i veri criminali che continuano spesso ad agire indisturbati. Kanev ha paragonato quest’azione della polizia con quelle contro l’opposizione politica e contro le comunità religiose durante il comunismo. Il 28 luglio i media locali hanno dato la notizia che Christopher Smith – presidente del gruppo di Helsinki in USA e capo della delegazionestatunitense all’OSCE, ha fatto appello alla Bulgaria di rinunciare a perseguire una riconciliazione forzata all’interno della chiesa.

Uomini d’affari in tonaca

La principale causa della scissione nella Chiesa Ortodossa Bulgara è stata l’enorme patrimonio della chiesa. Gli autori dei pogrom contro gli edifici del Sinodo nel 1992 approfittarono del movimento spontaneo anti-comunista all’inizio degli anni ’90. Avevano uno schermo ideologico e una copertura politica che mascheravano le loro azioni all’interno della chiesa. Secondo Krassimir Kanev: "I separatisti pensavano solo a fare affari; non avevano pubblicato nessuna letteratura spirituale, né alimentato idee riformiste".

Molti media bulgari riferiscono che il sacerdote Kamen Barakov del Sinodo "Alternativo" è già stato in passato condannato per appropriazione indebita. Gli scissionisti possiedono circa 30 chiese e ricevono rendite da 220 proprietà e case, afferma Ivan Zhelev, capo del Dipartimento delle Religioni. Secondo il quotidiano "Monitor" del 28 luglio, due anni fa gli esperti hanno calcolato che la sola rendita annuale delle proprietà terriere della chiesa ammonta a 500 000$. I beni della Chiesa Ortodossa Bulgara superano i 150 milioni di dollari, secondo il dott. Stefan Popov del Dipartimento di Filosofia dell’Accademia delle Scienze bulgara.

In base alle regole della Chiesa Ortodossa Bulgara, ai religiosi è vietato occuparsi di affari e di politica ma, in realtà, il Sinodo "Alternativo" è diventato un’impresa commerciale. I media hanno svelato che il sacerdote Kamen Barakov è direttamente coinvolto nelle attività di molte ditte commerciali come "Evrokredo" Ltd., "Evrotrans" Ltd, "Octopus" Ltd., "Alfa", "ABV group", "Vininvest". L’"alternativo" Patriarca Inokentiy (40 anni) non è a capo solo del Sinodo "Alternativo" ma, assieme ad alcuni ufficiali di alto rango, anche di molte imprese commerciali ed organizzazioni, nelle quali figura con il suo nome di battesimo: Ivan Petrov. Il patriarca è anche membro del consiglio d’amministrazione della compagnia "Agromitropol-99" e socio di "Arena tours" Ltd. e "Satcom" Ltd.

D’altra parte, i "conservatori" del Santo Sinodo non sono molto meglio degli "Alternativi". La Chiesa Ortodossa Bulgara ha un milione di dollari in banca, ma per i poveri ci sono solo pochi pasti caldi.

La legge sulle religioni

Il 19 dicembre 2002 il Parlamento ha adottato la legge sulle religioni. Lo scopo era quello di unificare, per mezzo di misure amministrative, le due correnti della Chiesa Bulgara Ortodossa sotto la guida del Santo Sinodo del Patriarca Maxim. I membri del governo mostarono chiaramente in quell’occasione la loro predilezione per il Santo Sinodo di Maxim. Durante la presentazione della legge il Primo Ministro Simeon Saxe Coburg Gotha prestò giuramento sulla croce e sul vangelo in presenza del Patriarca Maxim, proprio come fece il Presidente Georgi Parvanov nel 2002. L’articolo 10 della legge per le religioni è stato criticato e impugnato senza successo davanti alla Corte Costituzionale. All’estero è stato criticato dalle organizzazioni internazionali. Secondo l’articolo 10, la religione tradizionale in Bulgaria è quella Ortodossa Orientale. Il Santo Sinodo guida la Chiesa Ortodossa Bulgara rappresentata dal Patriarca bulgaro, che è il Metropolita di Sofia. La legge ha dato alla Chiesa Ortodossa Bulgara lo status di persona giuridica, mentre tutte le altre religioni devono ricevere tale status dalla Corte. Quindi, in base all’articolo 10, paragrafo 2, la Chiesa Ortodossa riceve uno status speciale privilegiato rispetto alle altre religioni. Questa legge ha preparato il terreno per i vincoli amministrativi che porterebbero all’unificazione della Chiesa sotto la guida del patriarca Maxim. Quali sono le prospettive? La Chiesa Ortodossa ha bisogno di una riforma e di un nuovo Patriarca. Naturalmente la divisione all’interno della Chiesa bulgara non potrà essere superata con i pogrom. Una soluzione potrebbe essere quella di convocare una riunione popolare della chiesa secondo quanto previsto dai canoni per eleggere un patriarca più giovane. Il punto è: i religiosi ed i fedeli sono pronti a chiedere queste riforme?

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