Bulgaria: Parvanov bis
Al secondo turno il Presidente uscente vince con una "maggioranza bulgara", il 76% dei voti. L’ultranazionalista Volen Siderov resta al palo. Ma lui ha già vinto arrivando al ballottaggio. Affonda la destra
Il presidente uscente Georgi Parvanov ha conquistato domenica il suo secondo mandato ottenendo il 76% di voti, contro il 24% del suo opponente Volen Siderov. La vittoria di Parvanov è un risultato senza precedenti nella storia recente della Bulgaria. Rispetto al primo turno il presidente ha guadagnato ulteriori 250-300mila voti, rispetto ai 10mila voti in più raccolti da Siderov. Alla fine Parvanov ha raccolto quasi quattro volte i voti dello sfidante, che si è mantenuto anche nel secondo turno intorno ai 600mila voti complessivi, risultato che doppia quello di una settimana fa.
Percentuali "bulgare"
L’elettorato del Partito Socialista Bulgaro, così come quello del Movimento per i Diritti e le Libertà, espressione politica della minoranza turca, hanno votato compattamente per il presidente uscente con percentuali da epoca comunista, supportando al 99% il proprio candidato.
Anche i cittadini bulgari di origine turca che oggi risiedono in Turchia hanno superato ogni record di presenza alle urne, e almeno 50mila di loro si sono recati a votare per il secondo turno. "Gli emigranti turchi hanno votato a pieno regime", ha commentato il quotidiano Sega. Parvanov ha vinto con quelle che una volta si chiamavano "percentuali bulgare", ma il suo compito è stato facilitato dal fatto i doversi confrontare contro un avversario improponibile, un uomo che, se eletto, avrebbe fatto il possibile per cancellare la Bulgaria dalla cartina della civiltà europea contemporanea, come ha definito Siderov un editoriale del quotidiano Monitor.
La destra va a fondo
I leader della destra sono affondati, portandosi dietro le proprie formazioni politiche, hanno scritto molti quotidiani nell’edizione di oggi. Anche sulla posizione da prendere nel ballottaggio che vedeva esclusi i loro candidati, sembra esserci stato un vero e proprio black-out. Ivan Kostov, leader dei Democratici per una Forte Bulgaria, ha deciso di annullare la scheda segnando i nomi di entrambi i candidati al ballottaggio. Petar Stoyanov, segretario dell’Unione delle Forze Democratiche, ha disertato le urne. La metà circa degli elettori del suo partito non ha seguito il suo esempio, recandosi a votare. I loro voti, secondo l’agenzia di sondaggi Gallup, si sarebbero divisi nella proporzione 60 : 40 a favore di Parvanov. Solo un terzo degli elettori dei Democratici per una Forte Bulgaria è andata a votare, dividendo i propri voti equamente tra Parvanov e SIderov.
L’affluenza alle urne per il secondo turno è stata anche più bassa del primo, attestandosi al 41%. Stefan Danailov, ministro della Cultura e presidente del comitato elettorale pro-Parvanov, ha dichiarato che il voto dovrebbe essere reso obbligatorio in Bulgaria, sull’esempio di quanto succede in Grecia, anche se poi lo stesso Parvanov si è dichiarato scettico su questa soluzione. Un altro argomento affrontato nella conferenza stampa di ieri sera riguarda invece la possibilità di incrementare i poteri presidenziali. Il quotidiano "24 Chassa" ha scritto che i cittadini bulgari vorrebbero una figura presidenziale più forte, che abbia l’importante facoltà di indire referendum su temi più importanti della vita politica e nazionale
Ataka, paura e bisogno di nemici
Sono tre i motivi che hanno spinto gli elettori ha scegliere Ataka: scontento sociale, insoddisfazione politica e spinta nazionalista. E’ quanto scrive su Sega Eugenia Ivanova della New Bulgarian University, basandosi su una ricerca portata avanti nelle città di Ruse, Nesebar e Zlatitza. Anche prima che Volen Siderov lanciasse la sua campagna di nuove nazionalizzazioni, i membri di Ataka a Ruse, ad esempio, dichiaravano la propria preoccupazione che la propria città potesse diventare "la prima città privatizzata" in Bulgaria.
La rabbia sociale più forte è stata registrata a Nesebar, dove "tutto è uno sporco affare" e "il potere va a nozze con la mafia". Quasi tutta la città si trova d’accordo nel denunciare il "furto di proprietà" in atto nell’adiacente centro balneare di Slanchev Briag ad opera dei consiglieri del Movimento per i Diritti e le Libertà, della famiglia Velchev (l’ex ministro delle Finanze nel governo di Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha) ecc…
Sono due i fattori di maggiore interesse nell’analisi del successo di Ataka: la paura e la voglia di trovare nemici. La maggior parte dei supporters di Ataka proviene dalla classe media, sia in termini economici che di educazione. Non si tratta dei settori più emarginati, ma di quelli più timorosi di perdere quanto hanno. Questa paura ha molte dimensioni, paura di perdere lo status acquisito, paura di non essere in gradi di riqualificarsi nel lavoro, paura di perdere prestigio sociale.
Si può supporre che Ataka vedrà aumentare il numero dei suoi sostenitori se riuscirà a moderare i toni del suo discorso politico, come Siderov in parte ha fatto durante la campagna elettorale per le presidenziali. Se i toni torneranno a farsi radicali, Ataka corre il rischio di vedere i propri elettori approdare a nuovi movimenti populisti. Sono queste le conclusioni più importanti dello studio della Ivanova.
A parte Parvanov, che ottiene il suo secondo mandato, primo dei presidenti del dopo ’89, non ci sono altri vincitori in queste elezioni. Seicentomila bulgari hanno appoggiato Volen SIderov, un risultato che non può e non deve essere sottovalutato. "Un anno dopo le elezioni parlamentari Ataka ha raddoppiato i suoi voti", ha ricordato ai giornalisti lo stesso Siderov, che ha definito Ataka come un fenomeno ormai radicato nello scenario politico bulgaro, e che nessuno potrà ignorare in futuro quando si dovranno formare maggioranze e governi in parlamento.
Dopo l’inatteso successo nelle elezioni parlamentari dello scorso anno, scandali e divisioni hanno segnato la vita politica di Ataka. Se riuscirà ad evitare nuovi scandali e a presentarsi in modo accettabile, Ataka potrebbe giocare un ruolo importante alle elezioni locali previste per il 2007. Allora, però, assisteremo alla discesa in campo di un fenomeno populista ancora semisconosciuto, ma probabilmente più forte, il movimento GERB, il cui leader informale è l’attuale sindaco di Sofia Boyko Borisov.