Bulgaria: giornalismo e tritolo
Preoccupati i giornalisti bulgari a seguito dell’attentato dinamitardo indirizzato al giornalista di "Nova Tv" Vassil Ivanov. Il giornalista non era in casa e non si registrano feriti. Colpito al cuore il giornalismo investigativo bulgaro, del quale Ivanov è un coraggioso esempio
Una bomba di almeno mezzo chilo di potente esplosivo è stata fatta esplodere alle tre di mattina del 6 aprile davanti all’appartamento del noto giornalista di "Nova Tv" Vassil Ivanov. Il giornalista non era in casa e non si registrano feriti, ma il suo appartamento, così come i vetri dell’intero caseggiato e circa quindici automobili parcheggiate nei pressi, è stato totalmente distrutto. "Vasko" Ivanov è l’autore di coraggiosi reportage, tra cui quello che ha dimostrato che in Bulgaria è possibile diventare legalmente proprietari anche della macchina blindata del Procuratore Generale, se si conosce la "parola d’ordine" giusta e se si ha in tasca il nome di un protettore influente.
I media hanno sottolineato come l’esplosione sia avvenuta appena un giorno dopo l’esame preliminare del Commissario europeo per l’allargamento Olli Rehn sui progressi della Bulgaria verso l’ingresso nell’Ue. Intanto, una nota della commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo constatava il perdurante ritardo del paese nella lotta alla corruzione e al crimine organizzato. L’attentato avviene in un periodo molto sensibile, proprio mentre la Bulgaria cerca di dimostrare di essere in grado di risolvere buona parte di questi problemi prima che, il prossimo 16 maggio, venga reso pubblico il Comprehensive Monitoring Report della Commissione europea.
Le storie di Vassil Ivanov
Nel gennaio 2006 Vasko Ivanov ha portato alla luce una storia di abusi nel penitenziario centrale di Sofia. "Nova Tv" ha mandato in onda un documento filmato, registrato con un telefono cellulare, che mostrava percosse ed abusi sessuali nella prigione. Davanti agli occhi dei secondini, alcuni prigionieri costringevano altri condannati a camminare a quattro zampe come cani al guinzaglio, e a combattere gli uni contro gli altri. Da questo servizio erano partite verifiche a tappeto nel sistema penitenziario, e il direttore del penitenziario di Sofia è stato licenziato. Nel luglio 2005 un altro reportage di Ivanov, intitolato "Dove sono i deputati?", ha mostrato la vita di tutti i giorni degli onorevoli bulgari, filmati mentre bevono e mangiano in bar e locali nei dintorni del parlamento durante le sedute. A novembre dello stesso anno Ivanov e "Nova Tv" mandavano in onda un servizio esplosivo, in cui lo stesso giornalista riusciva a diventare legalmente proprietario delle macchine ufficiali del Procuratore Generale e dello stesso Presidente della Repubblica.
I contratti venivano firmati e timbrati dal notaio Georgi Zlatev, che autenticava la transazione senza alcun documento di proprietà delle macchine. Per ottenere questo risultato a Ivanov sono bastati la "parola d’ordine" e il nome di un influente e discusso personaggio. Dopo il servizio Georgi Zlatev è stato arrestato.
Tra gli altri servizi scottanti del giornalista anche quello in cui si mostravano deputati fumare sigarette di contrabbando e quello sulla morte di una donna durante il parto per l’inettitudine del medico curante, che però fino ad oggi è riuscito a farla franca e lavora tranquillamente in una clinica privata.
Le reazioni
L’attentato a Vasko Ivanov si è guadagnato le prime pagine di tutti i quotidiani: "Abbiamo raggiunto il limite!" (Standart),"Bomba fa tremare i nervi dei potenti" (Dnevnik), "Bomba alla libertà di parola" (Zemya). "Mi aspettavo un colpo di pistola, o di essere picchiato, ma non un tentato omicidio di massa", ha dichiarato il giornalista a "Troud". Il parlamento a votato una dichiarazione che condanna l’attacco, e in cui chiede un giro di vite al ministro dell’Interno per accertare in tempi rapidi chi sia l’autore dell’attentato.
Lo stesso ministro Roumen Petkov ha convocato urgentemente tutti i suoi capi servizio, ha invitato Vasko Ivanov per una conversazione nel suo ufficio e ha dichiarato che l’attentato "è un atto di flagrante aggressione contro i media, i giornalisti e chi mostra col suo lavoro fatti anche spiacevoli su persone note e istituzioni".
"Il tentato omicidio nei confronti del nostro collega Ivanov è un atto t[]istico" ha detto Silvia Zurleva, presidente del consiglio direttivo di "Nova Tv", "e ho più fiducia nelle risorse morali dei giornalisti bulgari che in quelle dei nostri politici, che sostengono di aver lottato contro il crimine organizzato negli ultimi sedici anni".
In una dichiarazione dell’Unione dei Giornalisti Bulgari "l’attentato a Vassil Ivanov è un tentativo di fermare e spaventare il giornalismo investigativo in Bulgaria".
I giornalisti di "24 Chassa" l’8 aprile hanno deciso di lavorare tutto il giorno indossando occhiali da sole in segno di solidarietà col collega di "Nova Tv". In un editoriale del giornale si leggeva che "la pressione sui media è forte… ed è il più grande pericolo per la società bulgara. Le cose non vanno bene, è ora di difendere la nostra libertà".
I media hanno pubblicato la lunga lista degli attacchi subiti dai giornalisti in Bulgaria negli ultimi anni, tra cui quello molto noto di cui è stata vittima, nel 1998, la giornalista di "Troud" Anna Zarkova, a cui ignoti gettarono acido solforico sul viso. Secondo Dimitar Iliev, capo della sezione giornalismo investigativo di "Standart", la bomba è un segno sinistro e mostra il livello di penetrazione della corruzione nelle strutture dello stato. "L’attentato è stato ordinato da quelli che hanno paura dell’Europa" ha dichiarato Iliyana Yotova, ex giornalista televisiva e parlamentare socialista, "e l’attacco coincide curiosamente con le conclusioni finali di Bruxelles". Un sit-in di protesta, intitolato "Cittadini contro la mafia" è stato organizzato il 7 aprile, il giorno successivo all’attentato, dai giornalisti di "Radio Nova Evropa", dell’agenzia on-line "Mediapool", del quotidiano "Dnevnik" e del settimanale "Capital".
I manifestanti, riuniti nella piazza di fronte alla presidenza della repubblica, hanno urlato "Dimissioni!" e "Abbasso questi politici", esprimendo la loro rabbia verso lo stato "che non riesce a sconfiggere la criminalità". Sfortunatamente però non c’erano più di ottanta persone a gridare la loro rabbia, forse anche a causa della pioggia. "La gente è diventata indifferente, insensibile, come zombie. Vogliono soltanto arrivare a fine mese" ci ha detto una donna sulla sessantina. Intorno a noi, solo facce stanche e senza entusiasmo.