Bulgaria: criminalità economica e riforme anti-corruzione
Solo 17 Tir di sigarette sono entrati in Bulgaria pagando le dovute tasse. Il dato è senza dubbio sconcertante: corrispondono circa allo 0,23% del consumo nazionale di tabacco.
"L’economia grigia genera un volume d’affari di 5-6.000 euro". Lo riporta il quotidiano bulgaro 24 Chassa commentando una tavola rotonda tenutasi negli scorsi giorni a Sofia dal titolo "Criminalità economica e riforme anti-corruzione" organizzata dal Centro per gli studi sulla democrazia (CSD). L’economia illegale, secondo uno studio realizzato dagli organizzatori dell’incontro, coprirebbe dal 30 al 36% del PNL.
Altri quotidiani hanno dato risalto all’evento. Tra questi Dnevnik che riporta le parole di Ognyan Shentov, direttore del CSD, secondo il quale i luoghi chiave di maggiore corruzione sono rappresentati dalle dogane. "Anche se l’economia grigia sta scricchiolando" ha affermato Shentov "ma è troppo presto per affermare che questa sia una tendenza duratura".
Si è inoltre sottolineato come il crimine organizzato stia cercando di creare un contesto ad esso favorevole. Uno dei modi per farlo è senza dubbio quello di guadagnarsi il favore dei media locali. Attraverso la corruzione di giornalisti e l’acquisizione stessa di quotidiani, stazioni radio, reti televisive.
Il quotidiano Sega si è invece soffermato su di un dato particolarmente significativo. Nel 2002 sarebbero stati solo 17 i camion carichi di sigarette entrati legalmente nel Paese. Lo ha affermato il vice-Ministro delle finanze Nahit Zia. La quantità di sigarette importata pagando i dazi dovuti corrisponde allo 0,23% del consumo nazionale di tabacchi. La fetta restante del mercato viene coperta dal contrabbando. Ed innanzitutto dal contrabbando di sigarette si crea quel flusso di denaro "sporco" che poi foraggia ed aiuta lo svilupparsi di una criminalità economica su più larga scala.