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Bulgaria: autobus fermi al confine
La Bulgaria in vista di una futura entrata nell’UE cerca di limitare l’immigrazione illegale di propri cittadini nell’Unione ed il passaggio sul proprio territorio di clandestini.
Alcuni autobus di due delle maggiori compagnie di trasporto bulgare sono stati bloccati al confine con l’Italia e con la Germania. Lo riporta il quotidiano Sega del 9 aprile scorso citando il capo della polizia di frontiera bulgara Valeri Grigorov. Un altro quotidiano, Troud, riporta che il Ministero degli interni bulgaro ha consegnato alle polizie di frontiera degli stati che "proteggono Schengen" e cioè Germania, Austria, Italia e Slovenia, la lista di 15 aziende di trasporto bulgare sospettate di facilitare l’immigrazione clandestina nell’UE. In particolare queste compagnie fornirebbero ai passeggeri la somma di denaro che deve essere dichiarata in entrata nell’UE, somma che viene successivamente restituita con l’aggiunta di 20 euro per il "servizio". Grigorov ha poi chiarito come ad esempio nel caso dell’autobus bloccato al confine con l’Italia più di un passeggero sia stato obbligato a rientrare in Bulgaria.
Se per i bulgari non è quindi così scontato, nonostante l’istituzione di un visto turistico facile da ottenere, recarsi in un Paese dell’UE non è neppure scontato per altri riuscire ad entrare in Bulgaria. Dal gennaio al marzo 2003 sono state bloccate al confine con la Bulgaria 1344 persone. La metà di questi è stata fermata al confine tra Bulgaria e Turchia. Nello stesso periodo a 672 cittadini bulgari non è stato permesso lasciare il paese. Questo in seguito a misure recentemente adottate dal Governo bulgaro per adempiere alle richieste UE di limitare l’emigrazione clandestina. Sono stati invece 343 le persone che hanno tentato di attraversare il confine con documenti falsi.
In questo periodo inoltre immigrazione clandestina in Bulgaria fa rima con t[]ismo. Molte persone originarie del Medio oriente, dell’Afghanistan, dell’Iraq ecc. passano attraverso la Bulgaria per avvicinarsi all’agognata Europa. "Tutte le persone originarie di luoghi sospetti vengono controllate" ha chiarito Grigorov "e le informazioni raccolte vengono condivise con il Servizio nazionale per la lotta al crimine organizzato". Ma il capo della polizia di frontiera ha poi tenuto a precisare che sino ad ora non vi sarebbe alcuna informazione della presenza in Bulgaria di membri di gruppi t[]isti.